Quando si affronta una gara lunga ed impegnativa come la
8 Ore di Suzuka sono tante le qualità che servono per emergere. Nell'edizione di quest'anno, nella quale erano molti gli equipaggi che davano la sensazione di poter lottare per il successo finale, è stato però il riuscire ad evitare di commettere errori a fare la differenza e a premiare la
HARC-Pro Honda, che quindi ha ritrovato il successo dopo due anni di dominio della
Honda F.C.C. TSR.
L'equipaggio composto da
Yuki Takahashi, Leon Haslam e Michael van der Mark (che diventa così il più giovane ad imporsi in questa grande classica) si è portato al comando fin dalle primissime fasi, proprio grazie ad un ottimo stint del pilota giapponese. Successivamente c'è stato il colpo di reni di
Jonathan Rea, che ha riportato in vetta alla classifica l'altra
CBR1000RR della
F.C.C. TSR.
La leadership dei mattatori delle ultime due edizioni però non è durata troppo, perchè
Ryuichi Kiyonari si è reso protagonista di un violento highside alla
curva Degner. Il giapponese è stato bravo a riportare la moto ai box, ma i meccanici hanno immediatamente fatto capire che non c'era più nulla da fare per ripararla e che l'unica possibilità contemplabile era il ritiro.
Approfittando poi anche dei problemi tecnici dei poleman della
Yamaha YART (Nakasuga/Parkes/Waters) e di uno stop and go di 30 secondi inflitti alla
Suzuki Yoshimura (Tsuda/Aoki/Brookes) per aver superato il limite di velocità in pit lane, il terzetto della
HARC-Pro Honda ha piano piano fatto il vuoto alle sue spalle, involandosi verso la 26esima affermazione della Casa alata in una delle gare di durata più importanti del panorama mondiale.
Poco dopo la metà della gara, quando
Joshua Brookes è incappato in una caduta che ha rallentato ulteriormente la
Suzuki Yoshimura, i vincitori hanno capito quindi che la cosa migliore da fare era non commettere errori e badare a gestire il loro vantaggio. Alla fine hanno dunque tagliato il traguardo con un margine di poco meno di 2' nei confronti dei diretti inseguitori.
Una bella sorpresa poi è arrivata dall'equipaggio salito sul gradino più basso del podio, ovvero quello del
Team Kagayama. Etichettata come un'operazione più commerciale che volta a fare un risultato, vista la presenza di
Noriyuki Haga e di
Kevin Schwantz a dividere la sella della
Suzuki GSX-R1000 con
Yukio Kagayama, si è rivelata invece di successo, con il terzo posto ad un giro.
Importante in ottica campionato poi il quarto posto della
Suzuki SERT, che ha sfiorato il podio con
Philippe/Delhalle/Da Costa, ma soprattutto ha scavalcato la
Yamaha YART nella classifica iridata, anche se per appena tre punticini.
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