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F4 | Antonelli: "Credo in Mercedes, con loro arriverò in vetta"

Alla vigilia dell'ultimo round di campionato del Mugello la punta di diamante del vivaio Mercedes si è concessa ad una lunga intervista con Motorsport.com rivelando alcuni curiosi retroscena e professando piena fiducia ne programma giovani della Casa tedesca.

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes Junior Programme

Foto di: Mercedes-Benz

È la stella più brillante del vivaio Mercedes. Classe 2006, nato a Bologna, Andrea Kimi Antonelli si sta facendo pian piano conoscere del grande pubblico a suon di risultati e dopo aver già messo in tasca il titolo di campione della F4 tedesca punta adesso alla doppietta nella serie italiana.

Prima dell’ultimo appuntamento della stagione, che si terrà questo fine settimana sullo splendido tracciato del Mugello, Motorsport.com ha raggiunto Kimi per fare un bilancio di questo 2022, parlare degli obiettivi futuri ed analizzare il rapporto che lo lega al programma giovani del team otto volte iridato in F1.

Kimi, parliamo subito di questa stagione di F4 italiana che sta andando a concludersi. Era iniziata malissimo ad Imola ma poi sei riuscito a ribaltare la situazione a furia di vittorie…

“È bello arrivare al Mugello da leader. Spero di portare a casa il titolo, ma devo dire che dopo Imola io e il mio team siamo riusciti a recuperare ed arrivare in vetta alla classifica. Un obiettivo che sembrava difficile dopo il primo round”.

Nei momenti di difficoltà non sei mai sembrato nervoso o arrabbiato, ma sei sempre rimasto concentrato su come riuscire a recuperare i punti persi. Questa attitudine l’avevi già dal kart o è un qualcosa che hai imparato a gestire nel corso del tempo grazie anche all’aiuto della Mercedes?

“Nel kart, all’inizio, non riuscivo a gestire queste emozioni molto bene. Col tempo, soprattutto con l’esperienza, ci sono riuscito. In monoposto ho fatto un bel salto di qualità da questo punto di vista. Dopo Imola ero molto deluso, ma sapevo che il campionato era lungo e potevo recuperare. Anche nei momenti di difficoltà ho sempre cercato di lasciarmi tutto alle spalle e concentrarmi sulle gare successive per ottenere il miglior risultato possibile”.

Quest’anno hai entusiasmato il pubblico con dei sorpassi fenomenali come quelli visti a Misano ed in Austria. Da dove nasce questa capacità di controllare la macchina al limite in modo così naturale?

“Quando ho iniziato in monoposto faticavo nei sorpassi perché rispetto al kart le dimensioni sono maggiori e c’è meno margine per il contatto. Rischi di rovinare la tua gara molto più facilmente rispetto al kart. Con l’esperienza ho iniziato a migliorare ed ho iniziato a prendere le misure della vettura. Ancora oggi sto imparando a conoscere il mezzo, a capire dove posso frenare quando provo un attacco. Ovviamente ci sono delle volte dove un sorpasso non va a buon fine, ma adesso, quando provo un attacco sono abbastanza sicuro di portarlo a termine”.

Tu respiri l’aria del paddock sin da bambino grazie a tuo padre, Marco Antonelli, nome conosciutissimo nel panorama del GT Italiano. Mi ha colpito un’immagine in particolare quando, al termine di una delle gare di Vallelunga, subito dopo la vittoria, vi siete incontrati in pit lane e ti ha abbracciato e baciato sul casco. Quanto è stata importante, e lo è tutt’ora, la figura di tuo padre nella tua carriera?

“Lui è stato ed è importantissimo, così come mia madre e tutta la mia famiglia. Con mio padre ho un bellissimo rapporto. Ho iniziato con lui nei kart e ha sempre cercato sempre di darmi dei consigli quando ho commesso degli errori così da migliorare. Lo ascolto sempre perché so che quello che mi dice è vero e vuole farmi crescere”.

“Quando correvo in kart non lo vedevo molto spesso, mentre adesso riesco a passare molto più tempo con lui anche perché è un mio “rivale” dato che ha un suo team nella F4”.

Tra l’altro lui ti ha reso famoso quando anni fa ha pubblicato un video con te ancora bambino sulle sue gambe impegnato al volante di una Lamborghini in pista. Lui spingeva sui pedali, mentre tu giravi lo sterzo e cambiavi marcia…

“Eravamo ad Adria, era il 2016, ed avevo nove anni e mezzo. Avevo appena finito la giornata di test in kart e come regalo mi chiese se volevo fare un giro in macchina. Ovviamente dovevo stare in braccio a lui perché ai tempi ero molto piccolo e non arrivavo ai pedali. È stata un’esperienza bellissima e sono rimasto molto impressionato dalla potenza dell’auto. Mi sono divertito tantissimo. Mio padre spingeva sempre di più ad ogni giro perché vedeva che io acquistavo più confidenza col mezzo. Poi ad un certo punto ha capito che stavamo andando troppo forte ed ha deciso di rientrare ai box…”.

Prima di firmare il contratto con la Mercedes eri stato messo sott’occhio dalla Ferrari per entrare nel loro programma giovani. Poi però non se n’è fatto nulla. Ci puoi dire come si è svolta tutta la vicenda?

“Nel 2017 correvo in Tony Kart, team che ancora adesso è legato alla Ferrari Driver Academy. Ai tempi c’era l’intenzione di entrare in FDA ma ero considerato troppo piccolo. Poi quando è arrivata la chiamata Mercedes non ci ho pensato due volte È stata una cosa bella”.

“Nel momento della chiamata non riuscivo a descrivere le emozioni perché quando vieni selezionato da un team di Formula 1 ti ritieni molto fortunato, ma sei consapevole anche delle responsabilità che ricadono sulle sue spalle perché devi ottenere dei buoni risultati. In Mercedes hanno creduto e credono ancora in me perché sono certi che possa arrivare in alto. Da loro ricevo un ottimo supporto, sia in pista che fuori”.

Un giovanissimo Andrea Kimi Antonelli nel motorhome Mercedes AMG F1

Un giovanissimo Andrea Kimi Antonelli nel motorhome Mercedes AMG F1

Photo by: Franco Nugnes

Ti faccio una domanda semiseria. Quest’anno hai anche partecipato alla presentazione della W13. Lewis e George ti hanno chiesto l’autografo?

“No (ride), ma l’ho chiesto io a loro! Anche quella è stata una esperienza bellissima. Non mi aspettavo di partecipare alla presentazione della macchina. La cosa incredibile sono stati i giorni precedenti. Insieme agli altri membri del junior team abbiamo trascorso due giornate a Brackley, abbiamo visto come viene costruita l’auto, siamo andati nel reparto motori. Sono stati dei giorni stupendi perché ho visto con i miei occhi tutto il lavoro che c’è dietro per la realizzazione delle due monoposto. Aver avuto la possibilità di parlare con Toto, Lewis, George e conoscere le persone che lavorano in Mercedes è stata una delle esperienze più belle”.

A prescindere da come finirà questa stagione immagino che il prossimo anno sarai in un’altra categoria. Puoi svelare già adesso se correrai in Formula Regional o in Formula 3?

“Non lo so ancora. So che andrò in un’altra categoria il prossimo anno, ma stiamo aspettando di concludere il campionato italiano al Mugello. Ovviamente sono molto contento perché quando sali di categoria  sei sempre motivato per fare bene”.

Conoscendo la metodologia di lavoro del junior team Mercedes, che è quella di procedere un passo alla volta senza bruciare le tappe, si può immaginare che nel 2023 ti vedremo in Formula Regional…

“Credo nel percorso del junior team. Ho parlato con Mercedes. Loro non vogliono bruciare i piloti. A me va bene tutto, sia correre in Formula 3 che in Regional. Ovviamente in quest’ultima categoria riesci a girare molto in pista a differenza di quanto avviene in Formula 3 dove i test sono molto limitati. Come ho detto ho piena fiducia nelle loro decisioni”.

Andrea Kimi Antonelli, Prema Powerteam

Andrea Kimi Antonelli, Prema Powerteam

Photo by: acisportitalia.it

Ti faccio la classica domanda da colloquio di lavoro. Dove ti vedi tra 5 anni?

“È difficile dirlo. La strada è ancora lunga e più si sale di categoria più il livello si alza. Io spero di arrivare al vertice al più presto. Farò del mio meglio come sempre e mi piacerebbe essere il prossimo italiano ad arrivare in alto. Spero di arrivare in F1”.

Purtroppo in Italia le categorie minori hanno poco seguito, il grande pubblico guarda solo la F1 e snobba lo spettacolo degli altri campionati propedeutici nonostante le gare siano sempre combattute. Se dovessi convincere un nostro lettore a seguire una gara di Formula 4 cosa gli diresti?

“Devo dire che hai ragione. Purtroppo le categorie minori sono poco seguite ma le gare in F4, così come quelle della Regional o della F3 sono bellissime da guardare e sono sempre molto combattute. Non ci sono quasi mai dei momenti dove non succede nulla. Le corse sono piene di colpi di scena e non sono lunghe. Consiglierei di seguire queste gare perché oltre che divertenti sono avvincenti e interessanti”.

Quest’anno hai letteralmente dominato a Spa-Francorchamps. Due successi in F4 tedesca e tre in F4 italiana. Sembra essere nato da subito un rapporto speciale tra te e quel tracciato.

“Spa è uno dei circuiti più belli dove ho corso nella mia breve carriera. Mi sono trovato benissimo sin da subito, soprattutto nella parte guidata dove ho fatto la di differenza sui miei avversari. Quando ti piace davvero una pista riesci ad andare sempre molto forte. Spa mi è piaciuta particolarmente perché mi divertivo a guidare e questo mi ha aiutato a fare bene, soprattutto in qualifica”.

Magari il nome Kimi ti ha aiutato ad andare ancora più forte su quel tracciato. Sei stato chiamato così in omaggio a Raikkonen?

“In realtà no. È una storia un po' strana. I miei genitori volevano darmi un secondo nome straniero ma non sapevano quale. Alla fine è arrivato Enrico Bertaggia, un nostro amico, che suggerì Kimi perché stava bene con il primo nome ed il cognome. Così è nato il nome Andrea Kimi Antonelli”.

Andrea Kimi Antonelli, Prema, vincitore di Gara 2

Andrea Kimi Antonelli, Prema, vincitore di Gara 2

Photo by: ACI Sport

Vorrei un tuo parere sulla linea presa da Liberty Media nella gestione della Formula 1. Dal mio punto di vista si sta puntato troppo verso lo show televisivo e ci si sta concentrando poco sullo sport in pista. Tu fai parte di quel target di pubblico giovane che Liberty vuole avvicinare, ma che idea ti sei fatto di questa gestione?

“Devo dire che in qualche occasione guardo anche le gare del passato ed ho notato che un tempo la direzione gara era meno rigida, mentre oggi si esagera un po' con le penalità anche per episodi di poco conto. Non ho vissuto la F1 di una volta, quindi non so dire se adesso sia troppo sbilanciata verso lo show, ma di sicuro c’è una grande attenzione da parte dei media e si corrono molte gare, alcune disputate anche in luoghi strategici. L’unica cosa che credo è che nelle battaglie i piloti dovrebbero essere lasciati più liberi. L’eccessiva severità può mortificare la gara”.

Se sei riuscito a guardare anche le gare delle categorie minori mi puoi dire il nome del pilota che ti ha impressionato di più?

“Cerco sempre di seguire le altre categorie, soprattutto la Formula 3 e la Formula 2. Ovviamente ho tifato per i piloti del team PREMA e quest’anno mi ha impressionato Oliver Bearman. Mi è dispiaciuto che non sia riuscito a giocarsi il titolo con la caotica gara finale, ma mi è piaciuto molto, soprattutto da metà stagione in avanti quando ha messo a frutto l’esperienza”.

Tra l’altro potresti essere il suo degno erede se, dopo aver messo in tasca il titolo in F4 tedesca, riuscissi a portare a casa anche quello in F4 italiana.

“Non sarebbe male. Vincere  due titoli in un anno è l’obiettivo da inizio stagione e se dovessi riuscire ad eguagliare quanto fatto da un pilota che al debutto in Formula 3 si è giocato la vittoria del campionato sarebbe una bella sensazione”.

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