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MotoGP | Vinales duro sulla 300: “Se continua, avremo ancora tragedie”

Dopo una nuova tragedia nel mondiale Supersport 300, Maverick Vinales si scaglia contro la categoria, ritenendola inutile per la crescita dei piloti, oltre ad essere molto pericolosa. Il pilota Aprilia ricorda la morte di suo cugino Dean Berta Vinales, avvenuta poco meno di un anno prima di quella di Victor Steeman, venuto a mancare due giorni fa.

Maverick Vinales, Aprilia Racing

Foto di: Dorna

Ancora una volta il motorsport piange la scomparsa di uno dei suoi protagonisti, due giorni fa Victor Steeman è venuto a mancare a seguito delle ferite riportate in un incidente tragico durante Gara 1 della Supersport 300 a Portimao. In poco più di un anno, è il secondo pilota che la classe cadetta del mondiale Superbike perde per una tragica fatalità. A settembre dello scorso anno abbiamo perso Dean Berta Vinales, cugino minore del più famoso Maverick.

Proprio in occasione del Gran Premio d’Australia della MotoGP in programma questo weekend, il pilota Aprilia non ha potuto evitare un commento sulla tragedia immane che ha colpito ancora una volta le due ruote. L’olandese era in lotta per il titolo nella 300 (seppure l’attuale campione Alvaro Diaz avesse un discreto vantaggio arrivati all’ultimo round), ma i suoi sogni sono stati spezzati in Gara 1, in quella che secondo Maverick Vinales è una categoria inutile e pericolosa.

Victor Steeman, MTM Kawasaki, Catalunya WSS300, 24 September 2022

Victor Steeman, MTM Kawasaki, Catalunya WSS300, 24 September 2022

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Lo spagnolo dell’Aprilia è molto duro sull’argomento, ma non solo perché ha vissuto in prima persona la perdita di una persona cara. Vinales offre un suo punto di vista in termini tecnici, spiegando il motivo per cui si ritiene profondamente contrario ad andare avanti nel sostenere questa categoria: “Ho sempre avuto la stessa opinione sulla Supersport 300, e l’ho detto anche prima dell’incidente di Dean. Questo tipo di categoria con le moto da 180 chili che possono essere guidate a un massimo di 218 km/h sul rettilineo è inutile per un pilota. Non si impara nulla. I piloti si trovano in una situazione per cui se hai una moto più veloci vinci la gara. Non c’è talento in questo. Ricordo che quando ero piccolo e dovevo guidare una 125, anche se avevi talento era impossibile vincere o stare dietro ai piloti più esperti. Ricordo che quando sono arrivato al mondiale, la prima volta che ho seguito uno di quelli bravi ho fatto un highside. Quindi ho imparato la lezione. Si deve lavorare”.

Sulla falsa riga della Supersport 300 è la Moto3, che vede gare di gruppo, con un folto numero di piloti a lottare per la vetta. La classe cadetta delle derivate di serie però è l’esasperazione di questo concetto e Vinales si scaglia contro la categoria dando le proprie motivazioni e spiegando la differenza con quella che era la vecchia 125cc: “In questo momento, anche in Moto3, si vedono dei piloti bravi. Però sono tutti insieme in gara e non era così in passato. Il talento prevaleva sulla velocità della moto, che era uguale se fosse veloce o lenta”.

“Per me il problema della Supersport 300 è che le moto pesano 160 chili”, prosegue. “Non hanno velocità e vanno tutte insieme. Ovviamente se qualcuno ti cade davanti è impossibile evitarlo. Per me non si tratta di età né di piloti, ma di moto. Non hanno potenza, pesano come una MotoGP, i freni fanno schifo, i forcelloni sono stradali. Non è una questione di età, perché quando avevo 13 anni ho guidato una 125GP e non è successo nulla perché non eravamo in 20 in un solo gruppo. Erano gruppi di quattro o tre piloti, non di più, perché era più complicata”.

Dean Berta Vinales

Dean Berta Vinales

Photo by: Dorna

Vinales rivela inoltre di essere stato contrario sin da subito all’approdo di Dean Berta Vinales in Supersport 300. Lo spagnolo ha provato questa moto e ritiene che sia non solo pericolosa, ma anche inutile ai fini dell’apprendimento: “Ho provato la 300, è una moto molto semplice, si può andare in gruppo, non c’è potenza. Si può essere un pilota più lento di due secondi dal migliore, ma se resti al seguito puoi lottare con i piloti di testa. Si tratta di questo semplicemente. Ovviamente, quando è stato il momento di decidere, io avevo detto alla mia famiglia che questa categoria non era giusta per Dean, non andava bene che corresse lì. Ma alla fine le cose vanno così. Ovviamente però, se questo continua, avverranno altre cose del genere perché questa categoria, come ho detto, è troppo pesante con troppa poca potenza. Quindi vanno tutti insieme, ma le moto non sono nemmeno moto da corsa. E questo credo che sia il problema maggiore”.

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