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Ferrari, primo esame 24h: "499P pensata partendo da Le Mans"

In questa esclusiva intervista con Motorsport.com, Giuliano Salvi (Manager dei programmi GT & Sports della Ferrari) racconta come è nato il progetto Hypercar di Maranello basandosi prima di tutto sul Circuit de la Sarthe, quanto la nuova squadra ci tenga al proprio lavoro e come i piloti si sono amalgamati in questi mesi di scoperte continue.

#50 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen

Foto di: JEP / Motorsport Images

Le Mans, venerdì sera. Nell’hospitality della Ferrari non ci sono segni di tensione, ma un’aria frizzante che denota la voglia di scendere in pista. I sei piloti che domani si alterneranno alla guida delle due 499P salutano presto la squadra, pacche sulle spalle e l’immancabile “riposa bene, che domani...”

Giuliano Salvi, Manager dei programmi GT & Sports della Ferrari, si trattiene con Motorsport.com raccontando la ‘notte prima degli esami’.

C’è la consapevolezza che la sfida da affrontare sarà decisamente impegnativa, e non potrebbe essere altrimenti visto che sia le due 499P che una squadra giovanissima, sono alla vigilia della loro prima 24h di Le Mans.

Ci sono tanti punti interrogativi a cui la gara risponderà in modo chiaro, ma anche la voglia di mettersi alla prova senza la pressione che è di casa nel box dei favoriti.

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Photo by: Marc Fleury

A giudicare da quanto visto finora la 499P sembra adattarsi molto bene a Le Mans...
“È importante una premessa. Quando è partito il progetto 499P abbiamo pensato per prima cosa ad una vettura che si adattasse bene alle caratteristiche di Le Mans. Nelle prime simulazioni fatte per definire le linee guida della macchina i parametri relativi alla pista che abbiamo inserito sono stati quelli di Le Mans, e abbiamo svolto moltissime prove a Maranello prima di dare il via al lavoro materiale”.

Avete avuto modo di verificare la correlazione tra ciò i dati delle simulazioni e quelli emersi in pista?
“Dal primo giorno in cui siamo scesi in pista la correlazione è sempre stata ottima, e questo aspetto ci ha incoraggiato molto. Sui circuiti dove abbiamo avuto la possibilità di girare ci siamo accorti che c’erano dei tratti in cui la macchina andava molto bene, ed erano sempre settori riconducibili alla configurazione di Le Mans. Detto questo, siamo una squadra molto giovane e sappiamo che sul fronte dell’esperienza abbiamo ancora molte caselle da spuntare, ma abbiamo grande fiducia nei nostri mezzi. Quando commettiamo un errore lo analizziamo e lavoriamo in modo che non si ripeta, ma siamo consapevoli che ci sono ancora tanti i passaggi con cui dobbiamo confrontarci per avere il quadro completo delle problematiche del mondo endurance”.

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Photo by: Marc Fleury

State affrontando il quarto fine settimana di gara in assoluto di questo progetto, e per la prima volta siete scesi in pista senza aver potuto provare la pista in precedenza. Temevate questo aspetto?
“Stiamo scoprendo tante cose nuove. A Sebring, Portimao e Spa avevamo avuto la possibilità di fare delle prove prima del weekend di gara, qui siamo arrivati basandoci solo sul lavoro al simulatore, e ora possiamo dire che ha funzionato tutto molto bene. Stiamo investendo molte energie su questo fronte, ogni lunedì e martedì dopo i weekend di gara quattro dei nostri sei piloti vengono a Maranello per verificare la correlazione tra il fine settimana appena concluso in pista ed il simulatore, è un lavoro che ci permette di ottimizzare sempre più il rapporto tra mondo virtuale e reale. Ogni weekend di gara è preceduto da una seduta al simulatore di preparazione, poi dopo il fine settimana c’è la verifica, è una metodologia che abbiamo pianificato e portato avanti sin dai primi test”.

La percorrenza massima che avete percorso con la 499P sono le otto ore di Sebring. Adesso siete chiamati a completare una distanza tripla. Avete avuto la possibilità di fare del lavoro mirato per queste esigenze?
“Sarà la prima volta che affronteremo una distanza di questa portata. Al banco è stato possibile verificare il motore completo, alcune altre parti della vettura sono state provate sulla distanza di 24 ore, come ad esempio le sospensioni, ma poi solo la pista può darti la risposta finale con la macchina completa. E qui subentrano tanti altri parametri, le centraline devono dialogare, i sensori non devono essere soggetti a degrado, dobbiamo considerare che abbiamo una macchina molto complessa, con un motore anteriore da 220 kW e un posteriore termico, vi assicuro che è un progetto a dir poco complicato”.

#50 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen

#50 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen

Photo by: JEP / Motorsport Images

Dalle 16;00 di oggi la parola passerà al passo gara.
“Sul giro singolo abbiamo avuto modo di verificare che la macchina c’è, è nata bene. Sul passo gara sappiamo che dobbiamo ancora ottimizzare il pacchetto, su questo fronte la Toyota resta ancora il riferimento, ma credo che ci stiamo avvicinando. Nella gara d’esordio a Sebring il divario era notevole, poi abbiamo portato a casa tutti i dati e abbiamo lavorato molto, vedendo subito dei progressi. Nell’ultima gara di Spa in certe condizioni eravamo più veloci anche rispetto alla Toyota, a conferma che siamo passati dall’essere dietro di loro in tutte le condizioni ad avere degli scenari in cui siamo più performanti”.

Temete le cruciale gestione delle gomme?
“Tra le novità che affronteremo per la prima volta ci sarà il triplo stint con lo stesso set di pneumatici. Sarà un’incognita, perché per quanto nelle prove libere si possa provare a coprire la stessa distanza, le condizioni alla fine sono differenti. Abbiamo cercato di sfruttare tutte le opportunità, ma la risposta l’avremo solo in gara. D’altronde è la nostra prima 24 ore, e il battesimo prima o poi ci deve essere”.

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Photo by: JEP / Motorsport Images

Se arriverà, come sembra, la pioggia, per voi sarà un problema o una risorsa da sfruttare?
“A Spa non siamo andati male, ma abbiamo pochi dati per essere certi della nostra performance. Credo che se le temperature saranno basse per noi potrà essere un beneficio, ma per i nostri avversari non esistono queste incognite, vengono qui da dieci anni e hanno avuto modo di verificare ogni condizione ed ogni problematica”.

Non è solo la 499P ad essere molto giovane, ma in generale tutta la squadra. Come ha preso forma questo team?
“Non cambierei una sola persona del nostro gruppo con una proveniente da un’altra squadra. Abbiamo investito molto tempo per selezionare il personale e c’è un aspetto che ritengo fondamentale in questa squadra: tutti sono appassionati del lavoro che svolgono. È un gruppo composto da tecnici che hanno alle spalle esperienze molto diverse, c’è chi arriva dall’Indycar, chi dalle due ruote e chi dalla Formula 2, ma tutti hanno lo stesso spirito. Faccio un esempio. Il lavoro che li attende a partire da domani è di 32 ore, considerando che si arriva in pista otto ore prima del via per preparare le macchine, quindi abbiamo valutato in alcuni ruoli una turnazione per garantire qualche ora di riposo. Quando l’ho fatto presente ci sono state più persone che mi hanno chiesto di rimanere nel box, magari con un cuscino per riposare un po', ma nessuno vuole allontanarsi. Credo che quando hai persone con questo spirito è solo questione di tempo, i risultati arriveranno”.

Anche sul fronte piloti avete messo insieme una formazione con esperienze molto diverse tra loro...
“Non è casuale, è un aspetto su cui abbiamo puntato sin dall’inizio del progetto. Credo che per un programma come il nostro sia importante avere un pilota più riflessivo, uno con una spiccata conoscenza tecnica, uno molto veloce sul giro, diciamo un gruppo eterogeneo. Abbiamo avuto qualche momento difficile, ed uno dei sei piloti è stato un perfetto coach per gli altri cinque, calmando tutti e lasciando ai tecnici la possibilità di lavorare con tranquillità. Sono passaggi importanti nella gestione di una squadra, e posso dire che abbiamo sei ragazzi veloci, sei professionisti e soprattutto sei persone di grande spessore umano”.

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