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F1 | Gasly esclusivo: "Vi spiego perché fatico. Pronto per un top team"

Pierre Gasly a cuore aperto. In esclusiva ai microfoni di Motorsport.com il talento francese dell'AlphaTauri ha raccontato i problemi che sta vivendo in questo 2022, ma anche la sua crescita come pilota e di essere pronto per un top team quando arriverà l'occasione.

Pierre Gasly, Scuderia AlphaTauri

Foto di: Carl Bingham / Motorsport Images

Nel prossimo Gran Premio del Belgio, tappa che riaprirà l’attività dopo la pausa estiva, Pierre Gasly festeggerà la sua centesima gara in Formula 1. Sono trascorsi cinque anni dal 1 ottobre 2017, data del Gran Premio di Malesia, che vide Gasly esordire in Toro Rosso al posto di Daniil Kvyat. Quello di Pierre è stato un lustro intenso, con grandi delusioni e giornate indimenticabili, dalla retrocessione che ha dovuto incassare dalla Red Bull nel 2019 alla clamorosa vittoria a Monza nel 2020 con l’AlphaTauri. Emozioni forti, che hanno temprato un ragazzo di 26 anni che sta diventando sempre più uno dei punti fermi nel panorama dei piloti di riferimento in Formula 1.

Ci sono tanti livelli di gratificazioni che può ottenere un pilota, dai successi di tappa alla classifica generale, passando per la retribuzione e la stabilità, ma c’è anche un altro termometro importante, ed è la reputazione nel paddock. E su questo fronte Gasly nel 2022 ha raccolto indizi importanti, poiché a dispetto di una condizione contrattuale che lo vede ancora legato alla Red Bull fino al termine del 2023, ha potuto constatare molto interesse nei suoi confronti, anche da parte di squadre che al momento occupano posizioni migliori dell’AlphaTauri nella classifica costruttori.

Al momento, però, né Franz Tost e neanche Helmut Marko, vogliono rinunciare a Gasly, e lo hanno ribadito anche dopo il forzato ritorno sul mercato dell’Alpine. Pierre resta dov’è, troppo prezioso per il 2023 dell’AlphaTauri e importante anche nel suo ruolo di riserva qualora uno dei due piloti Red Bull fosse impossibilitato a scendere in pista. Nel lungo periodo si vedrà, ma a dispetto di un 2022 non semplice per la squadra di Faenza, Gasly può guardare al futuro con grande serenità.

Pierre, quest’anno dopo 13 gare hai un quarto dei punti che avevi la scorsa stagione. Come possiamo spiegarlo? Quali sono i motivi?
“Allora, come possiamo spiegare? Penso che sia molto semplice, ci sono due motivi. Il primo è legato alla perdita della competitività in qualifica, fronte sul quale lo scorso anno andavamo molto, molto bene. Ero costantemente in Q3, in Q1 mi bastava un solo set di gomme per passare il taglio, e questo è il primo motivo che ci ha condizionato in questa stagione, ovvero non siamo abbastanza competitivi in qualifica e questo rende le gare in salita. Il secondo è legato al passo avanti fatto dai nostri avversari diretti, come Alfa Romeo, Alpine, ed anche Haas. Lo scorso anno eravamo a giocarcela per le prime posizioni tra i team di centroclassifica, non so quante volte mi sono qualificato al fianco di Charles (Leclerc)…".

 

Eravate spesso affiancati in terza o quarta fila….
“Era come il mio compagno di… schieramento, sempre P6 e P5. Quest'anno la situazione è molto diversa, ed oltre a non essere molto competitivi abbiamo avuto diversi problemi con la monoposto, anche cose stupide, come il fondo che si rompe nei giri di pre-griglia o durante la gara, poi contatti, incidenti, problemi meccanici, problemi ai i freni, anche un problema con il cronometro a Monaco che mi ha fatto mancare il traguardo per un secondo, tante piccole cose che però incidono sui bilanci dei fine settimana. A volte avremmo potuto portare a casa dei punti, ma se parti nelle retrovie rischi sempre molto alla prima curva, ti esponi ad imprevisti, e questo aspetto ha ripercussioni nella classifica generale. Anche con la macchina di quest’anno, che non è buona come quella della scorsa stagione, avremmo potuto ottenere una quindicina di punti in più rispetto a quelli che abbiamo, ma ci hanno fregato tanti imprevisti”.

Qual è la tua sensazione alla guida rispetto all'anno scorso? Avete avuto anche diversi alti e bassi nella prima parte del 2022.
“C’è parecchia differenza... per quanto ci riguarda sappiamo che ci manca il carico aerodinamico. Sulle piste con curve a bassa velocità, come Monaco e Baku, va meglio. Baku è stato il nostro miglior weekend perché su quella pista non ci sono curve che si percorrono in quarta marcia, sono tutte da seconda o terza, e per noi questo è lo scenario perfetto, quello in cui andiamo bene. Se guardi Monaco, nel secondo settore, dove ci sono solo curve a bassa velocità, eravamo sempre tra i primi cinque. Non appena c'è una curva ad alta o media velocità iniziano i problemi, perché per noi vuol dire scivolare. O l'anteriore è troppo debole e hai troppo sottosterzo o semplicemente l'auto scivola, intendo proprio che scivolano le quattro ruote...”.

Questo aspetto impatta sulla gestione degli pneumatici?
“Sì, perché quando scivoli danneggi la gomma. Un giro a volte riesco a farlo contando sull’aderenza della gomma nuova, ma dopo cinque giri scivolo sempre di più, e questo in gara vuol dire che vedi i tuoi avversari che prendono il largo. È un po' frustrante perché l'anno scorso abbiamo avuto una stagione fantastica come AlphaTauri, ed ero molto ottimista in vista del 2022 considerando il cambio del regolamento e il limite di budget, ma… beh, è ​​stato un molto peggio di quanto ci aspettassimo”.

 

Nonostante lo scenario non ideale, quest’anno hai ricevuto molti apprezzamenti dal mercato piloti. Mercato che, curiosamente, non avrebbe dovuto includerti visto che hai un contratto per il 2023 da molto tempo.
“È stato divertente da vedere perché la mia situazione con la Red Bull è chiara, ovvero ho ancora un anno di contratto con loro. Credo che ci siano state tante voci intorno al mio nome perché Red Bull non aveva ancora annunciato in modo chiaro cosa era stato pianificato con me, almeno così credo”.

Alla fine, hanno annunciato un pilota che era già stato annunciato…
“Si, (Pierre ride…) Perché giravano tante voci, ne ho parlato anche con Helmut (Marko), perché al di là dei contratti in vigore, ogni anno ci vediamo sempre per parlare di futuro. Ed è stato molto chiaro nel dirmi che volevano tenermi in AlphaTauri. Una volta ingaggiato Perez volevano che restassi qui dove sono, ed andremo avanti fino alla scadenza del mio contratto, ed il prossimo anno sarà il mio decimo come pilota Red Bull, incredibile. Dopo? Vedremo cosa accadrà”.

 

Però c’è qualcosa di diverso nel tuo status tra gli addetti ai lavori. Per la prima volta quest'anno tuo nome è stato accostato a McLaren così come a Mercedes. Sembra che sia cambiata decisamente in meglio la tua reputazione nel paddock.
“Mi fa piacere. Sai, dopo una sola stagione di Formula 1 sono stato promosso in Red Bull, e in quel momento mi hanno concesso una grande opportunità perché hanno visto il mio potenziale. Se ci ripenso ora, dopo cinque anni in Formula 1, sono un pilota decisamente più completo. Ho molta più esperienza, sono più efficiente nel lavorare con il team, so esattamente cosa voglio dall'auto, e i miei feedback sono molto più chiari. Si cresce e si impara”.

Ti senti pronto per un top-team…
“Sì, adesso sono molto più completo, credo di aver dimostrato che con una macchina di centroclassifica sono riuscito a crescere e a concretizzare dei buoni risultati, e con tutto il rispetto che ho per AlphaTauri, ci sarà sempre un divario con un top team. Noi possiamo raggiungere un podio, anche una vittoria abbiamo dimostrato che non è impossibile, c’era l’uno per cento di possibilità e ce l’abbiamo fatta. L'anno scorso credo che sia stata una stagione molto costante, ed è quello che volevo dimostrare, ovvero che sono in grado di essere sempre lì, in qualifica e in gara, in grado di portare alla squadra punti. Ed è stato l'anno di maggior successo come pilota in AlphaTauri, e credo che fosse importante dimostrarlo, da quando sono tornato in questa squadra, abbiamo messo insieme una serie di gare incredibili, giornate da ricordare”.

A Baku hai avuto un weekend molto bello ma anche difficile a causa del porpoising. Credi che l’intervento della FIA sia stato un passo obbligato?
“Si, credo di si. Baku è stato il peggiore tra tutti i circuiti su cui abbiamo girato, anche se per me non è stata solo una questione di puro porpoising. La nostra macchina deve essere estremamente bassa per essere competitiva e su quella pista ci sono tanti, tanti dossi. È stato davvero difficile per la schiena, al punto che dopo il weekend ho dovuto fare una risonanza magnetica per controllare che tutto fosse a posto con le vertebre. Nel nostro caso questo problema è decisamente legato alla tipologia di pista”.

Ora ti aspetta la seconda parte di stagione. Qual è il tuo obiettivo realistico nelle restanti nove gare?
“Sto già lavorando per il 2023. So che sarò con AlphaTauri fino a novembre 2023, quindi ciò che faccio ora è qualcosa che tornerà utile anche in vista del prossimo anno. Non sto dicendo che quest'anno dobbiamo rinunciare a puntare a risultati importanti, ma sono consapevole che ogni piccolo passo, ogni feedback che riesco a dare, ogni direzione in cui sto spingendo la squadra, andrà ad influenzare la macchina del prossimo anno".

"Ecco perché la sto vedendo in questa prospettiva, come pilota dai sempre il massimo possibile, ma è innegabile che quando stai lottando per il podio, sia più divertente rispetto a quando lo fai per la quindicesima posizione. Ora siamo in un periodo di transizione, l'anno scorso è stato fantastico, quest'anno è molto più difficile, ma è in questi momenti che c’è la necessità di essere uniti, e io provo a fare tutto ciò che posso nel mio ruolo, tengo la squadra unita, voglio e vogliamo andare avanti e tornare dove eravamo lo scorso anno”.

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