I piloti Porsche in coro: "Non riuscivamo a mandare in temperatura le gomme"
I problemi di aderenza hanno riguardato entrambi gli equipaggi delle 919 Hybrid ma Nick Tandy è convinto che la strategia Toyota non avrebbe pagato se la corsa fosse proseguita.
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley
JEP / Motorsport Images
Gli uomini della Porsche alla conclusione della corsa hanno fatto buon viso a cattivo gioco. Stavano meditando il colpaccio conclusivo-Neel Jani era in piena lotta per il secondo posto con Mike Conway- e la decisione di interrompere e poi concludere la corsa ha spezzato le speranze del team di Weissach.
Andreas Seidl per esempio si è detto convinto che " se la corsa fosse proseguita normalmente avremmo visto un altro finale, perché c'era la possibilità per Neel Jani di andare a vincere e battere la Toyota che poi ha concluso in prima posizione. Il nostro vero problema è dipeso dai regimi di neutralizzazione perché ogni qual volta entrava una safety car le nostre vetture non riuscivano a far rendere al massimo le gomme e quindi mancavano di aderenza. È stato un week endo molto faticoso per i nostri piloti e per tutta la squadra che sento il dovere di ringraziare per quello che hanno fatto".
Fritz Enzinger, vice presidente LMP1 punta l'indice sull'eccezionalità degli eventi che si sono susseguiti: "Pioggia, nebbia, partenza dietro la safety car, due bandiere rosse, altre safety car. In simili condizioni è importante che non sia accaduto nulla di grave in pista. Alla fine per Toyota si è trattata di una doppietta fortunata ma noi eravamo molto vicini con la vettura arrivata al terzo posto. Ora dobbiamo concentrarci sulla 6 Ore di Shanghai per difendere i nostri due titoli iridati".
Per Neel Jani la corsa è stata, come aveva previsto alla vigilia, una sofferenza continua: "Ho guidato per il secondo turno e sono risalito in vettura alla fine. In entrambe le occasioni è stata esposta la bandiera rossa. Alla fine stavo attaccando Conway per poter poi andare a prendere Nakajima ma è stata esposta la seconda bandiera. La differenza tra noi e loro è stata nel comportamento delle gomme. Le loro si riscaldavano prima e meglio e quindi assicuravano da subito prestazioni sull'asfalto bagnato. Non avevo mai vissuto un'esperienza del genere in passato. A un certo punto la visibilità era a zero. Si è trattata per davvero di una lotta per sopravvivere".
Nick Tandy, soddisfatto-a ragione-della propria perfomance pensa che "le Toyota avessero una strategia differente dalla nostra. Migliore nell'immediato e peggiore nella lunga durata. Quando ho preso la guida le cose sono andate molto bene , quello che mi ha danneggiato è stato l'ingresso della safety car perché poi le gomme non hanno più funzionato come in precedenza. Ci mettevano troppo a scaldarsi. Ripeto noi avevamo una strategia sul long run e i doppi stint, loro credo di no. La sfortuna è stata che non ci sono stati....long run".
Demoralizzato Timo Bernhard, che dopo aver ricevuto da Bamber la vettura, è ripartito al quarto posto e nulla ha potuto per recupare. "Sono ripartito nel traffico e non vedevo nulla. La vettura non aveva grip, la pista era al limite della praticabilità. Non c'era nulla che potessi fare per mandare in temperatura le gomme e sono stato doppiato dalla Toyota di testa".
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