La colonna di Polita al TT: "Faccio fatica a tenere le linee"
Le qualifiche di ieri hanno scrollato di dosso tanta tensione a Polita. Quattro giri sul Mountain e miglior prestazione in 20’53''. Il rider di Penz sta cominciando a prendere confidenza con il TT sulla sua BMW.
Foto di: Isle of Man TT
Il Tourist Trophy di Alex Polita
La road race più famosa del mondo, raccontata anche attraverso l'esperienza di chi la vive in prima persona. Seguite l'avventura del pilota italiano Alex Polita all'Isola di Man
Cari lettori di Motorsport.com torno a raccontarvi la mia esperienza al Tourist Throphy. È andata bene! Dopo il control speed e la rottura di sabato, speravo di non essere ultimo lungo un tracciato di 60,6 km tra case, muri e rocce e, invece, è saltato fuori un discreto tempo. La tensione mi è andata via pian piano e sono stato sotto i 21 minuti un tempo che, paragonato a quello dei mostri sacri, non va nemmeno confrontato.
Il mio termine di paragone sono Bonetti e Pagani, da loro ho preso un minuto e rotti. Loro sono piloti esperti che vengono qui da anni: Stefano Bonetti è un campione, aver limitato il distacco da lui in 4 giri mi va bene. C’è da stare tranquilli e non farsi prende troppo la mano.
La realizzazione di un sogno!
Il contesto dell'Isola di Man è unico, me la sto godendo come non mi capitava da anni, perché di solito sono abituato alla pista dove, alla fine, c'è solo il cronometro a parlare. Sto riassaporando delle sensazioni che in circuito non si vivono più. Mentre salivo sulla montagna, alzavo la testa per sbirciare il paesaggio e mi ripetevo: “Madonna, sto realizzando un sogno…”.
Una delle difficoltà che sto affrontando è la fatica a ricordare le linee giuste. E allora finisco per stare troppo tempo con il gas chiuso. Mi rendo conto che potrei essere molto più veloce quando riparto, ma non è facile memorizzare la traiettoria ideale.
A Bray Hill con Danny Webb
I certi momenti non sai più dove sei e come devi impostare la curva successiva: bisogna stare calmi e non farsi prendere la mano. Tutta la parte di Bray Hill, invece, sono riuscita a farla bene. Mi sono esaltato quando sono uscito con il mio compagno di squadra Danny Webb: abbiamo fatto tutta la prima parte insieme. Era fantastico! Poi cominciamo a scendere e lui si stacca progressivamente: mi prende 2 metri, che diventano 5 e poi 7, ma lo vedo ancora lì.
Dentro al bosco Danny allunga: i metri diventano una ventina. E allora con un moto d'orgoglio provo a rientrare, ma vado lungo... Mi ritrovo fuori linea e Webb è già scomparso. Dopo il salto che si fa con il cuore in gola si entra in città: fra le case faccio di nuovo fatica. Mi ritrovo spesso a gas chiuso dove gli altri transitano con l'acceleratore spalancato. Mi mancano i riferimenti ed è normale che perdo una vita.
Sto studiando con attenzione la cartina, perché oggi vorrei limare di qualche secondo il mio tempo e raccontarvi dove ho migliorato. Seguitemi perché l'avventura è solo all'inizio...
di Alex Polita
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