Petrucci attacca: "Giudizi diversi su incidenti uguali"
Il pilota della Ducati mette nel mirino l'operato dei commissari FIM, sottolineando che non c'è una linea univoca che viene seguita nel giudicare gli episodi.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
La stagione 2020 è iniziata in salita per Danilo Petrucci. La nuova costruzione posteriore della Michelin ha creato dei bei grattacapi ai piloti della Ducati, ma quello che sembra averne risentito di più è proprio il ternano, che nelle prime quattro uscite ha raccolto appena 20 punti, con un settimo posto come miglior risultato.
E' normale quindi che ci sia un po' di malumore per "Petrux", accentuato dal doppio podio della settimana scorsa delle altre due Desmosedici GP di Andrea Dovizioso e Jack Miller.
"E' un po' un mix di emozioni, sono molto motivato a tornare davanti. Un po' deluso perché ce n'è sempre una che esce fuori. Però voglio riprovare a vincere con la Ducati ed è il mio obiettivo per quest'anno, quindi è chiaro che sono deluso dei miei risultati, ma sono molto motivato a cercare di risolvere i miei problemi. Mi dispiace molto non essere competitivo come gli altri che hanno la mia moto, specialmente nell'ultima gara" ha detto Petrucci.
"Non è che a Brno ero più contento perché eravamo andati tutti male, però al Red Bull Ring le due Ducati che erano sul podio sono come la mia, quindi mi aspetterei di riuscire a lottare con loro e se non ci riesco sono deluso, ma voglio trovare il bandolo della matassa" ha aggiunto.
Negli ultimi giorni, dopo l'incidente di Johann Zarco e Franco Morbidelli, si è parlato del fatto che i commissari FIM spesso hanno dei tempi di reazione troppo lunghi e prendono decisioni differenti su episodi simili. Su questo, il ducatista è stato piuttosto critico.
"Nessuno dei piloti di MotoGP è contento del loro operato. Non è facile mettere tutti d'accordo e questo è chiaro, però di sicuro noi ci lamentiamo perché vengono dati dei giudizi diversi per la stessa tipologia di incidente. I top rider vengono giudicati in una maniera, quelli della Moto3 in un'altra e quelli che magari sono più indietro in un'altra ancora".
"Viene posta l'attenzione su cose come se stai mezzo centimetro fuori da una linea piuttosto che su comportamenti più o meno sbagliati. Ne discuteremo domani in Safety Commission, ma non è facile mettere d'accordo tutti. Anzi, è impossibile, perché ognuno ha le proprie opinioni, però almeno se si sceglie una linea è giusta mantenere quella, anche se non credo che sia facile fare il loro lavoro".
Poi ha detto la sua anche sul luogo dell'incidente, l'ormai famigerata piega della curva 2 del Red Bull Ring, che secondo lui andrebbe "raddrizzata" proprio per favorire la sicurezza delle MotoGP.
"Le MotoGP sono gli unici veicoli che devono frenare per fare la curva 2. Per noi è una curva vera e propria, quindi io penso che fare la staccata un po' più dritta, come alla curva 4, potrebbe aiutare. Anche perché, frenando piegati, non lo facciamo tutti alla stessa maniera, quindi c'è chi sta più stretto e chi sta più largo. Poi, essendo un punto di frenata, è un punto in cui si può provare a sorpassare e un pilota se può passare ci prova".
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