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MotoGP | La lotta di Marc contro Marquez

Il Marc Marquez del post infortunio del 2020 lotta contro la sua versione più aggressiva e contro la sua guida al limite che lo ha portato a diventare un otto volte campione del mondo.

La caduta di Marc Marquez, Repsol Honda Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Marc Marquez, che si è conquistato sul campo l’appellativo di uno dei migliori piloti della storia della MotoGP, vive un incubo da ormai quasi due anni e ancora non sa quando questo finirà. I presagi peggiori sono stati confermati questo martedì mattina, quando Honda ha informato tramite un comunicato che la sua punta di diamante, il pilota che ha conquistato sei degli ultimi sette titoli della Casa dell’ala dorata, rimarrà fermo in modo indeterminato fino a una nuova comunicazione.

La spaventosa caduta avvenuta domenica sulla pista di Mandalika durante il warm-up del Gran Premio dell’Indonesia ha riportato a galla i problemi di diplopia (vista doppia) che gli avevano impedito di disputare le ultime due gare della scorsa stagione. In quell’occasione, la lesione del nervo che già era stato danneggiato nel 2011, era stata causata da un incidente avvenuto mentre praticava motocross. Stavolta, tutto il mondo ha potuto vedere la grande botta che ha dato contro l’asfalto dopo essere stato sbalzato in aria dalla sua moto mentre affrontava la Curva 7 a più di 180 km/h.

Marquez, da quando ha debuttato nella classe regina dei prototipi nel 2013 non ha mai perso nessuna delle 127 gare disputate, ma si è schierato in griglia di partenza solo in 14 delle ultime 34 gare. La statistica è preoccupante, ma lo è ancora di più se pensiamo che queste 20 assenze sono una conseguenza di tre incidenti. La cosa peggiore di tutte non è che non corra in un  campionato che, dopo l’addio di Valentino Rossi, ha bisogno di un punto di riferimento come lui. Il problema è che in uno di questi incidenti spaventosi, il pilota di Cervera può farsi male irrimediabilmente. E non solo per correre. Lo ha detto non troppo tempo fa, quando ha riconosciuto che l’aspetto più duro dello scorso inverno non è stato il fatto di non salire in moto. “La parte sportiva è passata in secondo piano. La cosa peggiore era non poter condurre una vita normale, non potevo nemmeno uscire a correre o andare in bicicletta”, rifletteva il catalano.

Marc Marquez, Repsol Honda Team, practice start,  MotoGP

Marc Marquez, Repsol Honda Team, practice start, MotoGP

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Dopo i nove mesi trascorsi lontano dalle piste per la frattura del braccio destro avvenuta a Jerez a luglio del 2020, lo spagnolo ha fatto sua una frase che ripeteva ogni volta che gli mettevano un microfono davanti la bocca: “Di gare ce ne sono molte, ma di copro ne abbiamo uno solo”. Ma il sangue è di quello caldi, lo stesso che gli ha dato la dimensione che ha come stella dello sport. La stessa che ora gli sta voltando le spalle. Sabato, durante il Q1 di Mandalika, è finito a terra due volte in meno di sette minuti, con due scivolate che avevano una dinamica quasi identica. Successivamente ha detto: “Avrei potuto evitare la seconda caduta, ma stavo bruciando dentro”. Questo è un messaggio completamente opposto alla frase di prima, che spiega perfettamente il DNA del personaggio, lo stesso che lo ha tradito di nuovo domenica.

L’espressione più utilizzata da tutti i membri di Honda a Lombok è stata “questo non è il nostro fine settimana”. Pol Espargaro, compagno di squadra di Marquez nel box Repsol, aveva lasciato i test di febbraio su questa stessa pista con il miglior tempo assoluto. Sia lui sia il suo vicino di box erano stati due dei piloti con maggiori velocità e ritmo durante le tre giornate di prove. Tuttavia, la decisione di Michelin di portare per la gara una carcassa del 2018, più dura e robusta, ha cambiato tutto. La nuova Honda del 2022, concepita specialmente per adattarsi agli pneumatici di nuova generazione, è tornata instabile e i suoi piloti hanno iniziato a soffrire. Espargaro è stato il più critico verso la decisione del fornitore unico di gomme, considerando la scelta completamente ingiusta. Marquez si è lamentato di meno, ma è caduto di più, fino a quattro volte in cinque sessioni.

Per quanti pensieri a mente fredda possa fare il pluricampione del mondo, quando sale in moto non può cambiare il suo focus, quello che lo porta a prendere rischi, a volte troppi. Se diamo per scontato che tornerà appena potrà, Marquez ha davanti a sé l’esercizio più difficile che ha dovuto affrontare in tutta la sua vita. Deve andare contro la propria natura. Questa gli ha dato tutto, ma come stiamo vedendo, può anche togliergli tutto. È una cosa molto difficile, come chiedere a un leone o a una tigre di non cacciare. Ma se c’è qualcuno in grado di farlo, è un pilota come Marquez.

 

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