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Bonanomi: "Il podio di Le Mans è allucinante!"

Marco ci racconta il suo ottimo esordio alla 24 Ore da pilota ufficiale Audi, chiuso al terzo posto

Bonanomi:
Quella di quest'anno è stata l'ultima 24 Ore di Le Mans per Dindo Capello, ma a quanto pare lo squadrone Audi ha già trovato il suo degno sostituto in Marco Bonanomi. Il pilota italiano, che è stato anche la guida di OmniCorse.it nel viaggio di avvicinamento alla grande classica francese, si è regalato un grande esordio sul Circuito de la Sarthe, conducendo sul terzo gradino del podio la sua R18 Ultra insieme ai compagni Oliver Jarvis e Mike Rockenfeller. Un risultato costruito con una gara molto regolare, rallentata solamente da un paio di inconvenienti tecnici, fortunatamente non troppo gravi. Tenuto conto dei quali, il ritardo di appena 3 giri dall'innovativa R18 e-tron quattro dei vincitori Lotterer/Fassler/Treluyer va considerato come una giusta promozione meritata sul campo. Marco però tiene i piedi saldamente per terra anche dopo questa grande prova e non ha intenzione di montarsi la testa. Arrivare a Le Mans e salire sul podio al termine di una gara senza sbavature: non si poteva davvero chiedere di più ad un rookie... "Si, dai, anche se qualche sbavatura credo di averla commessa anche io. Una volta sono uscito appena appena fuori pista alla chicane, ma niente di grave. Ho cercato di impostare la gara su un buon ritmo, ma cercando di non prendere troppi rischi, anche perchè la priorità era arrivare in fondo alle 24 ore". Sembra quasi che tu non sia soddisfatto fino in fondo... "Non fraintendetemi, sono soddisfatto eccome. Anche perchè solo quando la vivi da dentro, in pista, ti accorgi di quanto sia dura questa gara. Ed è veramente lunga, perchè sembra che non finisca mai. Si creano delle situazioni che sono impensabili in una gara sprint, forse anche per la configurazione stessa della pista, che è molto lunga e molto varia: ha punti molto lenti, ma altri velocissimi come le Virage Porsche, che sono veramente spettacolari da affrontare, ma quando ti ritrovi nel traffico diventano un incubo. Ci vuole veramente un attimo per perdere tre o quattro secondi". Sul podio in effetti sei sembrato felice ed emozionato... "E' stata veramente una cosa allucinante. Un podio così penso che lo si possa vedere solo in Formula 1 a Monza. Forse a Le Mans però è ancora meglio, perchè si respira veramente un'atmosfera particolare. Si fa una preparazione lunghissima, poi vedi tutta questa gente che, sia con il sole che con la pioggia, rimane lì tre giorni a riempire le tribune e il paddock. Durante una gara così lunga poi provi talmente tante emozioni, che quando sali su quel podio scarichi tutta l'adrenalina e ti rendi conto di aver fatto davvero qualcosa di importante. Anche la parata però è una cosa bellissima: vedere tutte quelle persone che stavano lì sotto alla pioggia solo per salutarci e magari farsi lanciare una maglietta dell'Audi è stata una cosa pazzesca. Non c'è niente da fare, a Le Mans si respira veramente un'aria diversa rispetto a qualsiasi altra corsa". I tuoi compagni hanno lamentato qualche problema con le gomme, tu come ti sei trovato? "Facevamo decisamente fatica a mandarle in temperatura, soprattutto sull'anteriore, e onestamente non ce lo aspettavamo. Le R18 e-tron quattro un po' meno, perchè avendo la trazione anche davanti riuscivano a scaldarle meglio. Devo ammettere, infatti, che ci sono stati diversi stint che sembravano non finire più, perchè la macchina era parecchio difficile da guidare e non si riusciva a fare i tempi che avremmo voluto. In queste condizioni, quindi, l'unica cosa da fare era rimanere calmi e cercare di non strafare". Dopo appena mezzora siete stati costretti ad un pit stop lungo perchè Rockenfeller ha sentito delle strane vibrazioni al posteriore: è stata dura ritrovarsi doppiati dopo così poco? "Il problema iniziale di Rockenfeller secondo me ci ha tolto un po' di competitività. Mi spiego meglio: perdere un giro dopo mezzora non è stato facile da digerire e ci ha portato ad impostare la gara in maniera più conservativa. Forse se fossimo rimasti più a lungo nello stesso giro dei primi, avremmo osato qualcosina in più. Però è anche vero che il passo che hanno tenuto le due R18 e-tron quattro era difficile reggerlo per tutta la gara, quindi credo che non si potesse fare più del terzo posto". Però, pur essendo l'equipaggio meno esperto dello squadrone Audi, la vostra è stata la gara più lineare... "Forse anche troppo lineare, perchè se vai a guardare i tempi in qualche giro abbiamo perso un po' il ritmo. Io, ad esempio, penso di essere stato troppo conservativo in alcune fasi di doppiaggio. Però ribadisco che la nostra priorità era quella di finire la gara". A tratti però sei stato anche il più veloce in pista... "All'inizio del mio primo run abbiamo provato ad usare una mescola di gomme diversa, ma non ha funzionato per niente. Infatti, l'ha provata anche Treluyer e pure lui si è trovato in difficoltà. Nel terzo e nel quarto stint che ho fatto consecutivamente poi effettivamente sono stato il più veloce in pista. Ma quando era tutto in ordine devo dire che come passo eravamo lì, soltanto che non ci siamo presi i rischi che si sono presi magari McNish o Kristensen". McNish non ne ha presi un po' troppi? "Forse si, ma se non ti prendi dei rischi non riesci a fare la differenza in questa gara". Alla 20esima ora però hai provato un bel brivido anche tu, quando la tua R18 è rimasta ferma lungo la pista per un problema di elettronica: cosa ti è passato per la testa in quei frangenti, prima che la macchina ripartisse? "E' stato un momento molto difficile, anche se ho dovuto immediatamente reagire per provare a riportare la macchina ai box. Però è chiaro che ho pensato anche che sarebbe stato troppo brutto finire la gara così, dopo 20 ore, con questo problema banale al cambio. Poi, fortunatamente, abbiamo fatto un reset generale e il sensore si è sistemato ed è tornato a funzionare normalmente. Ci ha dato di nuovo qualche problemino anche quando è salito Jarvis, ma per fortuna ha retto fino alla fine". Prima della gara ci avevi detto che ti preoccupavano un po' i doppiaggi, soprattutto nella notte. Com'è andata da questo punto di vista? "Con il traffico durante la notte non è andata neanche male, perchè alla fine non è molto diverso rispetto a quando è giorno. Il problema è sempre il solito: la visibilità. Metà delle curve praticamente erano cieche per noi, perchè abbiamo dei fari molto buoni, che illuminano abbastanza in lungo, ma lateralmente non producono abbastanza luce. Per esempio, arrivando alle due chicane sull'Hunaudières, vedevo i cartelli dei 200 e dei 100 metri, ma poi non c'erano altri riferimenti, quindi diciamo che ogni giro era quasi un punto di domanda". Insomma, sulla sicurezza c'è ancora da lavorare. Anche perchè durante la gara si è assistito pure al terribile incidente di Davidson. Si pensava che questi prototipi non dovessero più decollare, ma è evidente che non è così. Il nuovo regolamento però arriverà solo nel 2014: troppo tardi? "Penso che la FIA e l'ACO debbano fare qualcosa a riguardo. Si stanno inventando buchi e pinne, ma alla fine se si infila dell'aria sotto alla macchina, si decolla lo stesso. Inoltre c'è sempre il problema della scarsa visibilità, quindi secondo me bisogna fare delle modifiche prima del 2014. Correre anche l'anno prossimo alla cieca con queste alte velocità, sarebbe veramente dura. Nel caso di Davidson si può dire che siamo stati fortunati perchè si è "solo" rotto due vertebre, ma è stato un incidente che poteva finire anche molto peggio".

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