Wolff spiega l'ordine di squadra Mercedes: "Preferisco essere cattivo oggi che idiota ad Abu Dhabi"
Memore dei tanti punti persi in un solo colpo in Austria, il team principal della Mercedes ha preferito garantire 7 punti in più ad Hamilton nella corsa al titolo. Sul paragone con Jean Todt, ha detto: "Oggi è presidente FIA: se posso seguire la sua scia, lo faccio volentieri"
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
"A volte capita che qualcuno debba interpretare il ruolo del cattivo, ed oggi quel ruolo è mio. L’ho messo in conto, per tante e differenti ragioni. Ma preferisco essere cattivo oggi piuttosto che un idiota nel weekend di Abu Dhabi, a campionato finito".
Toto Wolff ha fatto ricorso a tutta la sua (ottima) diplomazia per gestire il dopogara di Sochi. Il responsabile della Mercedes F1 ha chiaramente fatto intendere di aver messo in preventivo le conseguenze dell’ordine di squadra che ha garantito a Lewis Hamilton la vittoria nel Gran Premio di Russia, ma di non essere assolutamente pentito della decisione presa. Una scelta proprio necessaria considerano l’ottimo momento tecnico della Mercedes e il margine che Lewis vantava su Vettel già alla vigilia del weekend di Sochi?
"Il vantaggio sulla Ferrari è un buon vantaggio – ha ribadito - ma abbiamo visto in Austria quest’anno che siamo passati in pochi giri da un potenziale bottino di 43 punti ad un doppio zero. Se accadesse lo stesso a Suzuka, con Vettel vincitore, Lewis potrebbe comunque andare ad Austin con 25 punti di vantaggio, invece che i 18 che avrebbe avuto arrivando secondo a Sochi".
"Forse la nostra strategia è eccessivamente prudente, non lo escludo, ma sappiamo che nel motorsport possono verificarsi situazioni impreviste ed anomale. Anche durante questa stagione abbiamo assistito a vari cambi di gerarchie, dall’inizio di stagione in cui la Ferrari aveva una monoposto dominante, poi dopo tre o quattro gare siamo riemersi, per poi successivamente alternarci ancora. Non possiamo dare niente di scontato, anche nel weekend di Sochi sono cambiate le prestazioni tra qualifiche e gara, come facciamo a prevedere ciò che accadrà da oggi al termine della stagione?".
Wolff ha confermato di essere stato molto coinvolto nella decisione, provvedimento rinviato per tanti anni ma diventato (quasi) indispensabile a causa di una Ferrari che quest’anno sta soffiando sul collo: "Durante la notte tra sabato e domenica ho pensato al Gran Premio d’Austria 2002, alle conseguenze che portò quella decisione presa dalla Ferrari. È una decisione molto, molto difficile da prendere. Ma quando siamo arrivati in una fase di gara in cui Lewis ha iniziato ad accusare problemi agli pneumatici e Valtteri non era riuscito a progredire come nelle nostre previsioni, è stata presa la decisione".
"Ma non vedo similitudini con Austria 2002 – ha proseguito Wolff - In quella caso si era solo alla sesta gara della stagione, ed il campionato (vinto da M.Schumacher) è stato assegnato nel mese di luglio, una superiorità assoluta. È una situazione completamente diversa da quella attuale In questa stagione abbiamo vinto delle non perché avevamo la macchina più veloce ma per la sfortuna della Ferrari, e viceversa".
"Abbiamo avuto il nostro momento nero, in Austria, e a dirla tutta ricordo bene quando dopo Monza la Ferrari è stata criticata per non aver fatto gioco di squadra con Kimi e Seb alla prima curva dopo il via. Qualsiasi scelta venga fatta, alla fine ci saranno sempre favorevoli e contrari, bisogna metterlo in conto. In passato abbiamo visto tanti esempi simili, e mi avete citato Jean Todt. Jean è il manager che ha avuto maggior successo nel mondo del motorsport, e nessuno batterà il suo record. Ha vinto la Dakar, ha vinto Le Mans, ha vinto il WRC e sei campionati costruttori F1 più cinque piloti. Non male come paragone, ed oggi è anche il presidente della FIA. Se posso seguire la sua scia, lo faccio volentieri".
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