L’incidente di
Fernando Alonso al Gp della Malesia continua a suscitare attenzione e curiosità. A Maranello hanno fatto quadrato intorno al loro pilota dopo che lo spagnolo ha urtato la Red Bull Racing di Sebastian Vettel alla curva 2 durante il primo giro. Il campione asturiano ha danneggiato l’ala nel contatto e, anziché rientrare ai box per la sostituzione, su consiglio del muretto ha cercato di proseguire, sperando vanamente che potesse resistere almeno un paio di giri per risparmiare un pit-stop, visto che la pista bagnata si stava asciugando rapidamente.
IL PILONE SI ERA INCRINATO Ai tecnici del Cavallino deve essere sfuggito, guardando le immagini televisive, che si era incrinato il muso nel sostegno di uno dei due piloni di supporto all’ala anteriore. Niente a che vedere con la Red Bull Racing che nel Gp del Brasile 2012 aveva fornito con grande repentinità al suo direttore tecnico, Adrian Newey, una stampata a colori della RB8 di Sebastian Vettel danneggiata per valutare proprio dalla postazione al muretto quali fossero i rischi di mantenere il tedesco in pista.
A COSA SERVONO I CAVETTI TAGLIATI? L’episodio fa discutere ancora perché l'attento
Saverio Casadidio ci ha fatto notare che dalla F138 con il muso divelto spuntavano due coppie di cavi che si sono strappati con il collassamento dell’ala anteriore e che normalmente si trovano all’interno dei piloni verticali che sorreggono il muso.
DOVE VANNO E A COSA SERVONO? Qualcuno ha pensato che fossero i cavi che alimentano le due camera-car che sulla Rossa sono montate proprio fra i due piloni. Altri, come l'ex progettista della Jordan, Gary Anderson, hanno fatto notare che si tratta di cablaggi troppo spessi per quella funzione e in F.1, dove sono maniaci del risparmio del peso, non si monta niente per caso: c’è chi sostiene che potrebbero portare a dei sensori montati sul profilo principale per rilevare l’ipotetico stallo dell’ala anteriore alle alte velocità. In questo caso la Ferrari dimostrerebbe di essere molto avanti in questo esercizio aerodinamico che, finora, ha messo in difficoltà chi ha provato a farlo funzionare...
Top Comments