Analisi Ferrari: lo specchietto aero è un'idea che arriva dal GT?
Cardile, capo degli aerodinamici, è stato chiamato in F.1 dal GT e insieme a Sanchez ha formato una coppia vincente per il Cavallino. L'esperienza fra le Gran Turismo ha ispirato l'italiano a mettere il soffiaggio negli specchietti. Perché...
Foto di: Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
Enrico Cardile è il capo dell’aerodinamica della Ferrari dal luglio del 2016 quando Mattia Binotto, divenuto direttore tecnico del Cavallino, con il pieno supporto del presidente, Sergio Marchionne, aveva voluto affidare il reparto a un ingegnere che arrivava dal mondo GT senza alcuna competenza di Formula 1.
Ha formato una coppia con David Sanchez, il francese che era arrivato a Maranello nel 2012 dalla McLaren nell’infornata di tecnici di Woking che nel tempo avevano costruito una sorta di “colonia” con a capo Pat Fry.
Il francese Sanchez nella conduzione di James Allison era finito in fretta margini dello staff di galleria del vento che contava (in auge c’era Dirk De Beer oggi alla Williams) in attesa di avere un’occasione di riscatto visto che non aveva mai avuto l’opportunità di far vedere di cosa fosse davvero capace.
L’italiano, invece, è sempre stato dipinto come un grande organizzatore che sa tenere a freno le pulsioni del transalpino, che è pronto a sfornare un’idea pazza nuova a getto continuo. In realtà Cardile si è meritato la promozione in Formula 1 perché ha saputo risolvere importanti questioni di flussi nell’anteriore della 488 GTE con concetti creativi che lo hanno portato fino all’attenzione del Presidente.
Quasi certamente l’idea dello specchietto retrovisore con il doppio soffiaggio che abbiamo visto sulla SF71H sarebbe venuta a Enrico che ha ripreso dei concetti che nelle vetture GT sono stati studiati a lungo in galleria del vento.
La Ferrari, ma non esclusivamente la Casa del Cavallino, ha utilizzato lo specchietto non solo come strumento di sicurezza, ma anche come elemento utile a portare aria nell’abitacolo per rinfrescare il pilota, quando non era ancora obbligatorio “controllare” la temperatura del cockpit per regolamento.
Lo specchietto, per quanto piccolo esso sia, ha il potere di sporcare l’andamento dei flussi e contribuisce a peggiorare il CX di una GT o l’efficienza aerodinamica di una F.1. Da sempre si studiano delle forme che minimizzino gli effetti negativi perché si crea una sovrapressione che determina un bloccaggio.
È lecito pensare, quindi, che l’esperienza di Cardile nel mondo delle corse GT possa aver acceso un’idea da trasferire alla Formula 1, tenuto conto che la SF71H è la monoposto che pesca una parte dell’aria destinata al raffreddamento dei radiatori dalla presa d’aria che si vede nella parte superiore delle pance.
E, siccome, la Rossa ha l’ambizione di sfidare la Mercedes anche nel giro secco in qualifica, era necessario estremizzare sulla SF71H alcuni concetti aerodinamici togliendo dei difetti alla pur buona SF70H.
Lo specchietto retrovisore, quindi, è diventato a tutti gli effetti uno strumento aerodinamico: il doppio soffiaggio che è stato creato sotto e sopra il vetro permette di ridurre sensibilmente il bloccaggio. Non solo, ma con l’opportuna palpebra superiore diventa anche un deviatore di flusso utile a orientare e accelerare l’aria destinata a entrare nella bocca superiore delle pance.
Insomma, quello che sarebbe un elemento di disturbo, sulla Ferrari si sarebbe trasformato in uno strumento in grado di migliorare (anche se di poco) le prestazioni.
Va detto, infatti, che il retrovisore della SF71H ha una sezione più grande di quella della concorrenza perché la misura del vetrino è definita dai regolamenti e se si vogliono anche i due soffiaggi è indispensabile avere una maggiore superficie. Se è stato montato sulla Rossa appare evidente che i vantaggi che si sono visti nel wind tunnel sono certamente maggiori degli handicap.
La squadra del Cavallino, molto attenta a nascondere tutti i suoi “segreti”, lo specchietto lo ha esaltato anche nelle immagini della presentazione della macchina. La ragione è semplice: molti proveranno a copiare il concetto per capire se funziona, ma solo l’Alfa Romeo Sauber C37 ha anche una presa dei radiatori alta. Per tutti gli altri, quindi, i vantaggi potrebbero essere dimezzati. E non è detto che il gioco valga la candela…
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