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Dakar, Despres bene nonostante una foratura

Cyril sfiora la top ten, mentre Peterhansel rompe un mozzo e deve aspettare l'asistenza

La tappa di Acama è stata caratterizzata da problemi di navigazione: il più sfortunato è stato Giniel De Villiers che ha asciato nei "caroselli" attorno al waypoint un quarto d’ora, allungando lo svantaggio rispetto al leader Nasser Al Attiyah che, secondo alle spalle di Nani Roma, torna in una posizione decisamente confortevole.

Se è stato sfortunato De Villiers, che dire di Stephane Peterhansel che, in lotta sul filo dei secondi per la conquista del podio per tre quarti della speciale infernale, è rimasto fermo sulla pista? Sotto il fesh-fesh, di solito c'è il nulla, ma nel punto in cui passa la ruota della 2008 DKR, c'è un “solido” nascosto e infido contro cui la Peugeot urta violentemente, e poco dopo ecco quel rumore che non lascia dubbi sull’entità del danno ad un mozzo.

Fermarsi, controllare, cercare intorno affannosamente un pezzo di ferro per riparare. Stephane Peterthansel e Jean-Paul Cottret hanno cercato in tutti i modi di ripartire al più presto, per mantenere almeno il profumo di quel podio che stava inesorabilmente sfumando. Niente da fare. Lo stop si è prolungato fino all’arrivo del camion di assistenza. Passa anche Cyril Despres, che si ferma e corre in aiuto, insieme a Gilles Picard, del compagno di squadra.

Devono ripartire poco dopo, con un grande senso di frustrazione per il fatto di non essere riusciti ad intervenire sulla 2008 DKR di “Peter”, ma nel frattempo ne rilevano simbolicamente il testimone, concludendo la loro più bella tappa dall’inizio della Dakar.

Peterhansel e Cottret, invece, riusciranno a far tagliare il traguardo di Calama alla loro 2008 DKR con oltre tre ore di ritardo, con tutt’altro stato d’animo ma anche una certa dose di positivo, in questo caso, fatalismo.

Il decimo posto ottenuto della Peugeot #322, è il migliore risultato per il “nuovo che avanza”, diventa giustamente il leit motiv dello stato d’animo di Despres, rinforzato dalla soddisfazione di Gilles Picard, il navigatore, che è riuscito a risolvere brillantemente il “rebus” di quel dannato waypoint.

“E' stata una giornata lunga e faticosa - ha detto Despres - , con molto, molto fesh-fesh, grosse pietre e trappole un po’ dappertutto. Non era facile passare indenni attraverso quel percorso di guerra, ma per fortuna ci siamo riusciti. Ci siamo anche fermati questa mattina per essere sicuri che il “crick” idraulico funzionasse bene prima di entrare nel tratto di dune, e non abbiamo dovuto soffrire troppo per superarle. Non ci siamo insabbiati, in compenso ci siamo fermati un’altra volta per cambiare una ruota bucata. Insomma, altra esperienza, anche quella della sostituzione della ruota. Ci siamo fermati per Stephane, ma lui ci ha invitato a ripartire presto, perché non avremmo potuto fare molto. Poi eccoci qui, con un bagaglio di esperienza accresciuto e con la Macchina che mi “insegna” come si deve fare per entrare nei primi dieci”.

Gilles Picard: “Era una tappa con una trappola di navigazione. Un waypoint molto difficile da trovare perché sulla pista c’erano moltissime tracce lasciate dalle moto, e la maggior parte portavano a sinistra rispetto al punto buono. Anche le macchine hanno iniziato a divagare e noi, nell’incertezza non potendo credere che così tanta gente stesse sbagliando, abbiamo fatto un altro chilometro e mezzo in avanti. Poi ho capito che non c’eravamo proprio, e abbiamo “tagliato” puntando dritti sul waypoint. Cyril ogni giorno che passa guida meglio, oggi è passato sulle dune benissimo, e ogni giorno si capisce che prende una bella confidenza con la nostra Peugeot 2008 DKR. In questo modo ci divertiamo, anche se si tratta di fesh-fesh. È l’evoluzione della macchina e del pilota che ci dà queste belle sensazioni”.

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