La colonna di Polita: "Ho tenuto la scia di McGuinness!"
Partito dal 74° posto, il rider di Jesi ha concluso i 6 giri della gara SBK in 1h58'01"27, tempo che gli è valso il 47° finale. Fissato l'obiettivo da raggiungere in Supersotck, impossibile non fare una riflessione sulle morti di ieri.
Foto di: Toni Börner
Il Tourist Trophy di Alex Polita
La road race più famosa del mondo, raccontata anche attraverso l'esperienza di chi la vive in prima persona. Seguite l'avventura del pilota italiano Alex Polita all'Isola di Man
Cari lettori di Motorsport.com, la prima gara è andata! Confesso, ero un po’ nervoso, sentivo la tensione, ma come ho sempre detto io sono fortunato, perché ho attorno tante persone che mi hanno aiutato.
E si è visto in gara perché sono partito subito bene, facendo il primo giro in 19 minuti netti. È come incominciassi realmente a sciogliermi, sto capendo metro dopo metro dove sono nel circuito, a cosa vado in contro, e riesco a mantenere le traiettorie. Ma quello che mi è successo dopo il primo pit stop non me lo dimenticherò mai: ho tenuto la scia di McGuinness! Gli sono stato appiccicato per quasi 10 km, da Grandstand fino a Ballacraine, per me una soddisfazione immensa. Dal punto di vista fisico, gli ultimi due giri sono stati un massacro, avevo mi facevano male il collo e la testa, ma alla fine ho stretto i denti e sono contento di come è andata a finire.
Per la Superstock di domani, un obiettivo me lo sono fissato: proverò ad essere il primo italiano che, da esordiente, è sceso sotto i 19'. Il pistaiolo che è in me torna sempre fuori.
Tutti i piloti accettano il rischio
Ieri è stata una giornata triste, segnata dalle morti di Paul Shoesmit e Dwight Beare. Purtroppo il TT è anche questo… Lo sai che qui c'è un incidente mortale all'anno, ma quando parti non pensi mai che possa capitare a te. Ma per un attimo, pensate a cosa è successo a Salom. Lui correva in Moto2, in un contesto dove tutto, dalle prestazioni alla sicurezza, è portato all'esasperazione, eppure… Anche qui è pericoloso, si corre tra case, muretti, alberi e in cima a una montagna, ma con tutto quello che è accaduto, come si fa a fare paragoni? In pista, a 300 km/h può succedere di agganciarti con un avversario e andare a sbattere su un muretto…
La gente continua ad essere impressionata da quello che è successo a mia sorella (la pilota Alessia Polita rimasta paralizzata dopo l'incidente a Misano del 15 giugno 2013 ndr.) ma a tante persone è andata pure peggio in incidenti e contesti molto più "banali".
Ci sono tante cose che potrebbero andare storte sia in strada, sia in circuito ed è impossibile fare paragoni... È tutto troppo imprevedibile... Corriamo in moto, che è una cosa di per sé pericolosa, ma noi che lo facciamo accettiamo il rischio e ne paghiamo le conseguenze perché è la vita che abbiamo scelto di fare.
di Alex Polita
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