Ferrari: due giorni di test utili a ripulire le scorie del GP di Spagna
Le parole di Vettel che hanno scaricato la responsabilità della Pirelli dalla debacle del Cavallino non sono piaciute a Maranello, ma hanno spinto il team a capire cosa non ha funzionato a Montmelò. Perché i dati raccolti da Giovinazzi sono buoni.
Barcellona: Test Formula 1 maggio 2018
Sul Circuit de Barcelona-Catalunya va in scena la seconda sessione di test collettivi della Formula 1. Al centro delle prove ci sono gli sviluppi delle macchine per il corso della stagione, le gomme 2019 e molto altro...
La Mercedes alla conclusione dei due giorni di test a Barcellona che hanno fatto seguito al GP di Spagna è risultata la più veloce con Valtteri Bottas: il finlandese ha colto mercoledì un 1'16"904 con le supersoft che è a quasi otto decimi dalla pole position conquistata da Lewis Hamilton con la stessa mescola Pirelli, ma con le fatidiche gomme ribassate di 0,4 mm.
Sulla W09 sono state provate delle nuove soluzioni aerodinamiche ma, soprattutto, il nuovo motore 2 che farà il suo debutto in Canada sulle due frecce d'argento.
Lewis Hamilton, invece, nel primo giorno si è dedicato allo sviluppo sugli pneumatici Medium con un lavoro in prospettiva che non era finalizzato solo al GP di Monaco, dove l'anno scorso la Mercedes aveva fatto molta fatica, ma anche pensando a più avanti.
La sensazione è che si sia lasciata la Catalunya con la Stella che brilla più che mai, ma la Ferrari non è parsa affatto lontana, certamente meno che nel GP.
La Ferrari ha avuto modo in due giorni di capire cosa non ha funzionato sulla Rossa nella gara spagnola: Antonio Giovinazzi è arrivato a 84 millesimi dal tempo di Bottas con le gomme hypersoft, ma il pugliese ha potuto assaggiare la mescola più morbida dell'offerta Pirelli senza che la Rossa sia stata assettata da qualifica per cercare il tempone nel giro secco. Non era quello che interessava i tecnici di Maranello.
Il terzo pilota del Cavallino, debilitato da un forte mal di pancia, ha coperto una distanza di quasi due GP mezzo in un giorno, confermando che la Rossa ha ritrovato una parte del brio che era scomparso domenica. Ha fatto dei run con le hyprsoft finite per non avere sorprese a Monaco.
Dopo un weekend da panico, alla Ferrari sembrano aver ricercato la quadra: martedì Sebastian Vettel ha effettuato (come altri) una prova comparativa fra le gomme ribassate e quelle solite. Il tedesco a fine giornata ha ammesso che la scelta fatta della Pirelli era stata quella giusta, perché la SF71H ha mostrato di patire il blister (le bolle sul battistrada) che l'adozione delle gomme ribassate avevano evitato.
Le dichiarazioni del quattro volte campione del mondo in "libertà" non sono affatto piaciute dentro al Reparto Corse e non sono state affatto riportate nel comunicato ufficiale emesso dalla squadra, quasi a voler sottolineare una divergenza di vedute con il pilota, solitamente allineato ai voleri del team.
Sebastian questa volta si è smarcato: ha voluto dare un segnale che non è scaricando le responsabilità che si risolvono i problemi e, forse, ha voluto far arrivare un messaggio più in alto che non è con le polemiche che si vincono i mondiali, ora che la Ferrari è oggettivamente sotto torchio da parte della FIA che ha approfondito i controlli sulla Rossa e i motori hanno mostrato dei limiti di affidabilità (solo sulla monoposto di Kimi Raikkonen).
E' il momento di tenere i nervi saldi, perché un GP storto può sempre succedere a patto che la cosa di limiti ad un appuntamento (storicamente ostico).
E' prevedibile che oggi ci possa essere un de-briefing piuttosto caldo a Maranello, perché sono emersi delle improvvise carenze insospettate della SF71H, la monoposto che fino a Baku è parsa indiscutibilmente la monoposto di riferimento del mondiale.
Ormai non ci sono soluzioni che da sole valgono due o tre decimi, ma il miglioramento della vettura è frutto di un guadagno, a volte solo di millesimi, che sommati insieme danno un vantaggio. Si tratta di dati misurabili uno per uno solo con gli strumenti e non con il cronometro perché sarebbero impercettibili.
Ragione per cui quando si perde la "rotta" diventa difficile trovare la causa immediata di cosa non ha funzionato ed è stato facile dare la colpa alle gomme.
Ora nella Gestione Sportiva sono consapevoli, dopo i dati raccolti da Antonio Giovinazzi, che ha trovato una buona correlazione fra i dati di simulatore, galleria del vento e pista, che qualcosa è stato sbagliato nel quinto appuntamento stagionale: oltre a un corposo pacchetto aerodinamico che ha riguardato fondo, diffusore, paratia dell'ala posteriore e... flap sugli specchietti, c'era anche una nuova sospensione posteriore. Si è adattata alle gomme ribassate visto che è stato sollevato il bracket per ragioni aerodinamiche?
Qualcosa non ha funzionato a dovere nel GP di Spagna, ma i tecnici hanno avuto la possibilità di verificare cosa e perché. Anche la rottura del motore 1 (il secondo del finlandese che si è ammutolito in gara per un cablaggio che si è cotto e ha lasciato senza corrente una bancata del 6 cilindri è recuperabile) pesa, ma dal Canada dovrebbe fare il suo debutto il motore 2 di Sebastian Vettel che dovrebbe disporre della nuova testata, pensata apposta per evitare il guaio accaduto a Kimi e per spingere le prestazioni più in alto.
Siccome a Monte Carlo il motore non è certo l'elemento che più è messo sotto stress (nel Principato c'è la più bassa velocità media di tutto il campionato), è facile pensare che il tedesco possa uscire indenne dai guai, mentre il compagno di squadra ancora non dispone di tutte le migliorie che saranno pronte per Montreal.
La Ferrari, insomma, non deve perdere la fiducia in questo campionato, anche se c'è il rammarico di aver lasciato molti punti a Lewis Hamilton nel momento in cui sembrava più in difficoltà, perché ora l'inglese ha consolidato un vantaggio di 17 lunghezze su Sebastian.
Questo è un mondiale che non ha ancora assunto una dimensione chiara sui valori in campo: la Mercedes ha mostrato i "muscoli" in Spagna, ma a Monte Carlo la partita potrebbe rovesciarsi nuovamente. E occhio alle Red Bull che a Monaco hanno una tradizione favorevole...
Il riepilogo dei tempi nei test di Barcellona
Pos" | Pilota | Team | Tempo | Giri | Mescola |
1 | Valtteri Bottas | Mercedes W09 | 1'16"904 | 139 | Supersoft |
2 | Antonio Giovinazzi | Ferrari SF71H | 1'16"972 | 148 | Hypersoft |
3 | Max Verstappen | Red Bull RB14 - Renault | 1'17"528 | 148 | Hypersoft |
4 | Carlos Sainz | Renault R"S"18 | 1'17"562 | 119 | Hypersoft |
5 | Sebastian Vettel | Ferrari SF71H | 1'17"659 | 136 | Soft |
6 | Lando Norris | McLaren MCL33 - Renault | 1'18"039 | 166 | Soft |
7 | Kevin Magnussen | Haas VF-18 - Ferrari | 1'18"274 | 75 | Hypersoft |
8 | Nikita Mazepin | Force India VJM11 - Mercedes | 1'18"344 | 112 | Hypersoft |
9 | Romain Grosjean | Haas VF-18 - Ferrari | 1'18"449 | 129 | Hypersoft |
10 | Nicholas Latifi | Force India VJM11 - Mercedes | 1'18"530 | 138 | Hypersoft |
11 | Lewis Hamilton | Mercedes W09 | 1'18"543 | 151 | Medium |
12 | Jack Aitken | Renault R"S"18 | 1'18"942 | 120 | Medium |
13 | Stoffel Vandoorne | McLaren MCL33 - Renault | 1'18"981 | 181 | Supersoft |
14 | Charles Leclerc | Sauber C37 - Ferrari | 1'18"993 | 139 | Hypersoft |
15 | Robert Kubica | Williams FW41 - Mercedes | 1'19"253 | 123 | Hypersoft |
16 | Pierre Gasly | Toro Rosso STR13 - Honda | 1'19"410 | 39 | Medium |
17 | Antonio Giovinazzi | Sauber C37 - Ferrari | 1'19"693 | 135 | Hypersoft |
18 | Oliver Rowland | Williams FW41 - Mercedes | 1'20"009 | 121 | Hypersoft |
19 | Jake Dennis | Red Bull RB14 - Renault | 1'20"440 | 75 | Medium |
20 | Sean Gelael | Toro Rosso STR13 - Honda | 1'20"763 | 133 | Soft |
21 | George Russell | Force India VJM11 - Mercedes | 1'21"478 | 123 | 2019 |
22 | Oliver Turvey | McLaren MCL33 - Renault | 1'23"070 | 58 | 2019 |
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