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Caso F1: i vaccinati in Bahrain sono senza green pass

Gli addetti ai lavori della F1 che in marzo si sono vaccinati in Bahrain non hanno ricevuto l'indispensabile documento che è necessario avere dal 6 agosto per accedere ai luoghi chiusi. Sebbene al rientro nel Paese d'origine abbiano comunicato di essere stati sopposti alla profilassi anti COVID-19 non sono ancora stati muniti del prezioso codice QR.

Carlos Sainz Jr., Ferrari SF21

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Tra gli argomenti più discussi dell’estate 2021 c’è indubbiamente la questione ‘green pass’, destinato a diventare un lasciapassare sempre più indispensabile non solo per chi è costretto a viaggi frequenti, ma anche per svolgere normali attività quotidiane.

In questa situazione, non certo secondaria, molti addetti ai lavori della Formula 1 si sono ritrovati in una sorta di limbo, da cui sperano di poter uscire al più presto.

Lo scorso mese di marzo le autorità del Bahrain, paese che ha ospitato i test pre-campionato ed il primo Gran Premio 2021, hanno offerto la possibilità di vaccinarsi a tutti coloro che operano nel paddock Formula 1, un’opportunità colta al volo da un’alta percentuale di addetti ai lavori considerando i continui spostamenti che si apprestavano ad affrontare con l’avvio della stagione.

Tornati nei rispettivi paesi di residenza, tutti coloro che sono stati sottoposti alla doppia dose di Pfizer hanno comunicato alle autorità sanitarie l’avvenuta vaccinazione, ma senza ricevere il green pass come coloro che avevano eseguito la stessa procedura in patria.

“È una situazione strana – ha commentato uno dei vaccinati in Bahrain – le varie autorità nazionali, non solo in Italia, hanno attivato una procedura automatica che scatta quando viene effettuata la prima dose, intendo nel paese d’origine, ed in quel momento si avvia una serie di passaggi che portano all’emissione del green pass".

"Nel nostro caso la vaccinazione è stata effettuata in un paese straniero, ovviamente l’abbiamo comunicato al rientro nella nazione d’origine, ed è stato anche registrato. Ma a quanto pare la procedura è davvero... difficile! Un collega di un’altra nazione europea si è sottoposto ad una seconda vaccinazione nel suo paese per riuscire finalmente ad avere il green pass…”.

La Formula 1 al momento si basa ancora sul sistema a bolle verificato con tamponi da effettuare prima e durante i weekend di gara, un’organizzazione capillare che funziona perfettamente, ma non è da escludere che tra le nazioni che ospiteranno le tappe della seconda metà di stagione ci possa essere una rigorosa richiesta del green pass per ottenere l’accesso.

Alle conseguenze nelle attività lavorative si sommano quelle legate alla vita privata, ma al momento nessuna delle richieste alla autorità competenti avviate negli ultimi mesi ha portato alla risoluzione del problema burocratico, lasciando ancora in stand-by molte squadre e addetti ai lavori, tra cui in Italia Ferrari e Pirelli.

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