Analisi F.1: si studia il diffusore per sporcare la scia di chi segue?
Per le monoposto 2017 è difficile stare vicine alla macchina davanti perché la perdita di carico aerodinamico mette in crisi le gomme e il sorpasso diventa improbo. Ecco perché c'è chi crea dei vortici per aumentare le turbolenze.
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08, passes Sergio Perez, Sahara Force India F1 VJM10
Andrew Hone / Motorsport Images
La FOM ha acquistato da tempo il modello per la galleria del vento della Manor per fare degli studi aerodinamici: Ross Brawn, infatti, da direttore della F.1, ha formato un gruppo di lavoro costituito da ingegneri che stanno analizzando quali caratteristiche dovranno avere le monoposto per evitare che una macchina in scia a quella che la precede abbia una perdita di carico tale da non permettere il sorpasso.
Gli americani di Liberty Media, quindi, hanno varato un programma di lavoro in galleria del vento che è finalizzato proprio a definire quali devono essere i vincoli aerodinamici per tenere le monoposto più vicine e migliorare lo show.
Insieme a Pat Symonds, che è andato in pensione dopo aver chiuso la sua avventura in Williams, sta cooperando da consulente anche Nicholas Tombazis, l’ex chief designer della Ferrari, che alla Manor aveva disegnato proprio la macchina che va nel wind tunnel con il modello in scala al 40%.
È curioso notare che tutto questo avviene dopo appena un anno in cui le macchine a gomme larghe e con maggiore carico aerodinamico sono state approvate dalla FIA con il consenso di tutti, ma è giusto che si cerchi di trovare la via migliore per facilitare i sorpassi senza doverli “drogare” con il DRS.
Giampaolo Dallara, il principale Costrutture di macchine da corsa al mondo, una sua idea chiara se l’è già fatta:
“In F.1 c’è un paradosso: sulle nuove monoposto si è mantenuto lo scalino del fondo per non avere wing car e poi si cerca il carico aerodinamico con soluzioni complicatissime e costose utili a generare dei vortici per ripulire le scie turbolente delle gomme larghe”.
“Sarebbe più semplice cercare la downforce con la parte inferiore della macchina, anziché sopra. Si avrebbero monoposto molto meno sensibili alla scia e, quindi, le monoposto potrebbero correre più vicine. Noi che produciamo macchine di diversi monomarca con caratteristiche molto diverse, le differenze le vediamo con chiarezza…”.
Ingegnere, ma allora sorge un dubbio: non è che si disegnino dei diffusori posteriori che oltre a garantire il carico aerodinamico, generano volutamente delle forti turbolenze con dei vortici che sporcano il flusso di chi segue?
“Se fossi regolarmente davanti sarebbe logico pensarlo…”.
Emanuele Pirro, vincitore di cinque 24 Ore di Le Mans con l’Audi, e oggi commissario sportivo della FIA in alcuni GP, è ancora più categorico:
“Ovviamente ogni squadra cerca di produrre il miglior diffusore per la propria macchina affinché garantisca il massimo carico aerodinamico con la minore resistenza all’avanzamento, ma è indubbio che in galleria del vento si studino anche soluzioni atte a tenere a distanza gli avversari. Non sono affatto stupito. È così…”.
Insomma in F.1 non si limitano a cercare di andare il più forte possibile, ma se possono fanno anche in modo che chi segue debba patire una perdita di carico tale da impedire il sorpasso rovinando anche le gomme anteriori.
Ne sanno qualcosa i tecnici della Pirelli che hanno dovuto deliberare pneumatici che fra le loro caratteristiche hanno la capacità di ritrovare il grip perduto una volta che tornano a lavorare in aria… pulita dopo essere stati in scia.
Il tema è importante: sarà interessante vedere come verrà risolto dai tecnici chiamati da Ross Brawn. Ricordandosi che alla fine le regole le dovrebbe scrivere la FIA e non il promotore del campionato che si è messo avanti con i lavori per proteggere il suo business…
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