Si chiude un'epoca. La Honda vince il primo e ultimo mondiale della classe 800 della Moto Gp. Casey Stoner arpiona la decima vittoria stagionale a Valencia, legittimando il secondo titolo iridato con una beffa a Ben Spies proprio sulla linea del traguardo, quando sembrava che avesse ormai sprecato i dieci secondi di vantaggio che si era costruito nei primi giri, finché una pioggia subdola e quasi invisibile non ha rimescolato le carte.
Andrea Dovizioso conferma il terzo posto nel mondiale (miglior piazzamento in carriera nella classe regina) sulla pista di Daniel Pedrosa: resta sul podio iridato anche se non ha vinto nemmeno una gara nella stagione. Peccato che non ci abbia creduto fino in fondo perché il romagnolo avrebbe potuto arpionare il successo con la RC212V prima di prendere armi e bagagli per trasferirsi alla Yamaha, rompendo un legame che durava con il colosso giapponese da 10 anni.
Eppoi le lacrime di commozione di Loris Capirossi: in punta di piedi esce di scena un grande pilota. Tre volte campione del mondo (due in 125 e una in 250), 9 vittorie in Moto Gp, 42 podi, 13 pole. L'imolese abbandona senza grandi clamori, ormai relegato in fondo al gruppo. Esce quasi dalla porta si servizio, eppure rinuncia per una volta in carriera al numero 65 per onorare il 58. Marco Simoncelli.
Il “minuto di casino” chiesto da papà Paolo per commemorare SuperSic è stato il momento più toccante e indimenticabile del week end. Il “silenzio” dei motori urlanti resterà nell'animo dei piloti che vi hanno partecipato: campioni, vecchi marpioni e giovani talenti. Tutti alla pari. Certo faceva effetto vedere il casco bianco-rosso sulla Honda numero 58 parcheggiata in griglia.
E chissà che emozione deve aver provato Kevin Schwanz, idolo giovanile di Sic, nello sfilare con la RC212V di Marco. Casey Stoner, di solito molto parco di parole e di emozioni da esternare, ha riassunto in una frase ciò che rimarrà di Valencia: “La tragedia di Marco ci ha fatto sentire tutti più vicini”.
Il destino che ci riserva gioie e dolori lancia dei messaggi: come commentare il successo di Michele Pirro in Moto2 con la Moriwaki del team Gresini? È il primo successo dell'italiano nella serie cadetta e a Valencia non avrebbe dovuto esserci se Fausto avesse rinunciato alla trasferta, come voleva fare inizialmente in segno di lutto. E, invece, questa vittoria cristallina del pilota di San Giovanni Rotondo, il paese di San Pio, è stata costruita dalla pole e difesa dal primo all'ultimo giro.
Quando Michele ha tagliato il traguardo il pianto di Fausto al muretto è stato liberatorio: sa che per lui Valencia rappresenta un nuovo inizio. Una ripartenza. Ci sarà ancora un futuro nel motomondiale.
E la caduta alla prima curva innescata da Bautista? Un altro segno del fato? Lo spagnolo della Suzuki ha fatto strike stendendo le tre Ducati di Rossi, Hayden e De Puniet in staccata. Si è educatamente scusato con tutti, ma vedere Valentino stretto nella morsa di due moto come in una tagliola ci ha fatto sudare freddo. Sono le corse, ma non si deve abbassare la guardia.
Il Dottore se la cava con una tuta stracciata. Non vedeva l'ora di chiudere la stagione orribilis con la Ducati. Un giorno di riposo e poi sarà già 2012. E si proverà a voltare pagina...
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