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Zak Brown: “La F1 è pronta a ripartire, ma è destinata ad avere un intoppo”

Zak Brown crede che un campionato di 14 o 15 gare su 10 circuiti sia la ripartenza realistica per la Formula 1 di quest’anno. Ma il team principal della McLaren sostiene che si debba fare un lavoro migliore per quanto riguarda le contingenze, come un’ulteriore caso di Coronavirus tra i membri del team, come già successo e che ha impedito lo svolgimento del Gran Premio d’Australia a Melbourne.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11 EQ Power+, davanti a Carlos Sainz, McLaren MCL35

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11 EQ Power+, davanti a Carlos Sainz, McLaren MCL35

Mark Sutton / Motorsport Images

Parlando in esclusiva con Motorsport.com per la rubrica #thinkingforward che riguarda i leader dello sport, Brown afferma che l’inizio della stagione all’inizio di luglio con due gare in Austria e due a Silverstone, in ambienti controllati, aiuterà a riacquisire fiducia e slancio per proseguire con un calendario dig are fino a metà dicembre.

Brown afferma: “Otto gran premi sono sufficienti per convalidare il mondiale, ma sono ottimista e ne faremo più di otto. La Formula 1 sta pensando ad un calendario di 16 o 18 gare, magari su 18 su 15 piste, ma in questo senso sono più pessimista, direi che se ne potranno fare 14 o 15 su 10 circuiti. Penso che disputeremo un paio di gare in Austria ed un paio a Silverstone. Se dovessimo avere problemi con i viaggi, credo che si potrebbe avere un raddoppio di altre gare. Non credo sia questa l’intenzione, ma mi sento di dire che in qualche modo avremo un intoppo”.

“Anche se l’Austria e forse Silverstone sono pronti a far correre a porte chiuse, non sappiamo se arriverà una seconda ondata di virus. Se volessimo andare in Asia o in America, forse in quel momento, quando prenderemo l’aereo per volare Oltreoceano, il rischio aumenterà. Si parla di più gare in Europa, il calendario prevedeva solo 16 gare. Quindi per me 14 o 15 gare rappresenterebbero un campionato completo”. 

Brown crede che le circostanze isolate del Red Bull Ring in Austria lo rendono un posto ideale per ricominciare a correre, anche perché ha una base militare vicino al circuito, dove i charter possono atterrare ed essere controllati e nelle vicinanze non ci sono luoghi troppo abitati.

L’Austria inoltre ha già annullato molte restrizioni, la scorsa settimana i negozi hanno aperto nuovamente.
“Vediamo come queste prime quattro gare possano svolgersi in modo serrate – prosegue – e se riusciamo a portarle a termine, penso che si ricreeranno slancio e fiducia, quindi credo che si tratti di un buon piano e sono ottimista”.

Brown è il capo del team che ha dovuto fronteggiare più di tutti la crisi del management, dato che proprio la McLaren ha portato alla cancellazione dell’appuntamento inaugurale a Melbourne dopo che un membro del team era risultato positivo al Covid-19. Ammette di aver imparato molto da questo accaduato; la squadra giusta, un processo decisionale ed una comunicazione chiare sono gli elementi più importanti. Tuttavia il caos generato durante il giovedì ed il venerdì del fine settimana di gara, ha mostrato che lo sport non aveva pienamente pensato ai possibili scenari.

“Le persone sono spaventate e cercano una leadership. Vogliono sapere cosa dovranno fare, penso che in questo senso il nostro team abbia fatto un ottimo lavoro. Quando abbiamo deciso di ritirarci dal GP d’Australia, ci stavamo avvicinando al weekend di gara, quindi era uno scenario a cui non eravamo preparati. Si pianifica, si prova ad anticipare: se succeed qualcosa, cosa facciamo? Non deve succedere qualcosa che ci porta a dire ‘cosa dovremmo fare?".

“Credo che se si guarda l’Australia, alla fine la gara è stata annullata. Nel complesso, sembrava che le principali parti interessate non fossero molto allineate con al piano in corso, era una sorta di 'Oh McLaren si è ritirata, cosa facciamo?’. Forse le squadre e tutti avrebbero dovuto essere più preparati al ritiro di un team. Le squadre hanno passato il giovedì sera fino alle tre del mattino ed erano divise su cosa avrebbero dovuto fare. Questo è ciò che succede se ci si trova in una situazione non ben preparata con tutte le parti interessate chiave intorno a sé”.

Tuttavia, Brown crede che il modo in cui FIA e Liberty Media stanno gestendo la crisi globale fa sì che la Formula 1 sia più forte in future. Liberty ha raccolto 1.4 miliardi di dollari in caso di un periodo prolungato senza gare o altri rischi economici e ha fornito supporto ai team.

“Continuano a pagarci. Hanno assistito qualche team, non so con certezza quali, ma credo che sia buono per le squadre che potrebbero aver bisogno di aiuto. Penso che stiano facendo di tutto per tornare a correre e questo ci tutela economicamente”.

“Sono molto colpito da Jean Todt. La FIA sta prendendo delle buone decisioni e Jean, in particolare, sta spingendo molto per il budget cap. È necessario e lo era anche prima di questa situazione”.

Fino a quando tutti gestiremo bene la crisi e affronteremo il problema senza evitarlo, allora credo che ci saranno delle opportunità. Penso che sia pericoloso mettere la testa sotto la sabbia se crediamo che tutto si risolva da sé. Questo è pericoloso”.

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