Comincia a delinearsi lo scenario che
ha portato la FIA a bandire i portamozzi con i fori della Red Bull Racing prima del Gp del Canada. Stando ad una fonte molto attendibile vicina alla Federazione Internazionale,
sarebbe stata la McLaren a presentare a Charlie Whiting una richiesta di chiarificazione regolamentare all'inizio della settimana .
Ovviamente l'oggetto della discussione erano i freni e il sistema di raffreddamento.
Secondo gli esperti di Woking bisogna rispettare il regolemento tecnico della F.1 nell'articolo 11.4 nel quale si definisce che tutti i condotti che sono adiacenti al freno sono da considerarsi dei condotti di raffreddamento e, quindi, non possono muoversi.
Sulla Red Bull RB8 ci sono dei fori, che Adrian Newey ha abilmente spiegato frutto di un impegnativo lavoro di alleggerimento, ma sono stati praticati anche nella zona del mozzo che ruota.
Alla contestazione puntuale della McLaren, Charlie Whiting ha risposto con una mail che è stata mandata in copia a tutte le squadre, nella quale il commissario tecnico FIA prendeva atto che i mozzi della Red Bull Racing non rispettavano le norme e, pertanto, andavano tolti prima di Montreal.
Appare in maniera fin troppo evidente, dunque, che non c'è alcuna variazione politica nel modo di pensare della Federazione Internazionale che è stata indotta a cambiare nuovamente le norme da una sollecitazione esterna. Ci si domanda, allora, quale legittimazione possono avere gli uomini della FIA se puntualmente vengono sconfessati.
È vero che Adrian Newey è molto bravo nel saper leggere ed interpretare le norme, però è imbarazzante vedere come l'ente che è predisposto ai controlli debba puntualmente essere smentito dalle scelte fatte: anche il sistema frenante della Red Bull Racing era stato dichiarato legale e ha corso, come il buco nel fondo, fintanto che non c'è stata l'azione della McLaren.
Chissà cosa ne pensa il presidente della FIA, Jean Todt...
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