Ferrari: tre ragioni per guardare al Canada con una certa fiducia
Vettel ha guadagnato 3 punti ad Hamilton con un secondo posto che potrebbe risultare utile nella lotta per il titolo. Inoltre la Ferrari torna a casa avendo chiuso l'affaire batteria e con la consapevolezza di poter montare il motore 2 evo a Seb.
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Andrew Hone / Motorsport Images
Sebastian Vettel non ha sfoggiato proprio un sorrisone alla fine dei 78 giri del Gran Premio di Monaco. Forse Seb aveva fatto la bocca ad un successo che per qualche giro (complici i problemi alla MGU-K di Ricciardo) sembrava essere li da prendere, ma in realtà c’è molto di positivo nel suo weekend del Principato.
E c’è molto di positivo anche per la Ferrari, che si avvierà in Canada per la prossima tappa di campionato con importanti certezze in più rispetto alla vigilia monegasca.
La power unit numero 1 di Vettel finirà nel retrobox del Cavallino, a disposizione per le prove libere. Il suo lavoro in qualifica e gara è terminato senza problemi, e questa è la prima buona notizia.
In archivio sono finite anche le discussioni con la FIA in merito alla querelle “batteria”, così come i dubbi sorti nel weekend di Barcellona, dove la SF71H si è messa a litigare con le gomme Pirelli in versione ‘sottile’. In più Vettel ha strappato tre punti a Lewis Hamilton, ed ora il margine che lo separa dal campione del Mondo è di 14 punti.
C’è chi ha ancora fresco il ricordo della cavalcata del 2017, quando le due Ferrari a Monaco non ebbero rivali e ottennero una doppietta dall’alto di una superiorità assoluta. Ma era una Ferrari che su altre tipologie di piste (tra cui Monza) si ritrovò alle prese con grossi problemi.
L’ambizione della SF71H è quella di poter puntare al podio su ogni circuito, ed i conti sul fronte punteggio si faranno a fine stagione.
“Questo weekend di gara, rispetto a un anno fa, è apparso più difficile sin dall'inizio – ha spiegato Maurizio Arrivabene - ma grazie al lavoro di tutta la squadra, la SF71H è migliorata progressivamente, fino a garantire la seconda posizione in qualifica; che tuttavia, in un circuito come questo, non ha permesso di ottenere, in gara, un risultato anche migliore. Come tutti, avevamo studiato una strategia a una sola sosta, che richiedeva di risparmiare la gomma nel primo stint, in modo da poterla sfruttare negli ultimi giri. Dove però, visto l'intervento della Virtual safety car, non è stato possibile attaccare”.
Su un altro tracciato Vettel avrebbe già in archivio la terza vittoria stagionale, ma non a Monaco, dove una monoposto tre secondi al giro più lenta diventa un muro impossibile da superare.
“Ho cercato di avvicinarmi alla macchina di testa, per tentare qualcosa – ha spiegato Seb - ma è chiaro che se ti avvicini così tanto le gomme ne risentono. In alcune curve la potenza non serve, e Ricciardo andava più veloce di noi, riuscendo sempre a mantenere un distacco che io non ho mai potuto davvero colmare. Tenevo il suo passo e penso che forse, se non avesse avuto problemi, per noi sarebbe stato peggio. Purtroppo non c'erano molte possibilità di fare diversamente”.
Quando Ricciardo ha iniziato ad accusare i problemi alla MGU-K si è pensato che Vettel potesse provare l’attacco alla Red Bull, ma anche sulla Ferrari non tutto è stato impeccabile sul fronte della performance, come chiarito da Vettel:
“Ovviamente ho visto il problema, e mi è stato confermato anche via-radio. In quel momento ho iniziato a spingere, ma come ho detto faticavo a rimanere in scia. Ho usato il DRS un paio di volte ma su questa pista il suo aiuto è davvero minimo. Penso che facessimo anche fatica a far funzionare bene le gomme”.
“Poi, quando c'è stata la Virtual Safety Car – ha concluso Vettel - ho trovato davanti una McLaren che usciva dai box e ho impiegato molto tempo a rimettere le mie gomme in temperatura. Credo che questo sia stato il problema principale che mi ha fatto perdere diversi secondi. C'è voluto un giro e mezzo per riprendere il ritmo e, a quel punto, era troppo tardi".
"Comunque mancano ancora tante gare e credo che dovremo capire i nostri problemi. Abbiamo una buona macchina, ma possiamo migliorarla”.
In Canada per Vettel arriverà la power unit numero 2, che nel suo caso coinciderà anche con la seconda specifica pianificata dai tecnici di Maranello per la stagione.
Poco appariscente invece la prestazione di Kimi Raikkonen, che in gara (come in qualifica) non è stato l’Iceman che lo scorso anno si propose in versione leader.
In gara avrebbe potuto provare a mettere un po' di pressione a Hamilton, ma in realtà Kimi ha amministrato la quarta piazza badando più a non concedere chance di attacco a Bottas.
“Oggi in gara non è successo praticamente niente – ha spiegato Raikkonen - è stata una corsa piuttosto noiosa. Sappiamo che su questa pista, dopo che tutti si sono fermati ai box, chiunque sia davanti fa il ritmo: e non importa se è quattro secondi al giro più lento, non c'è modo di passare, a meno che qualcuno non commetta un grosso errore, o non vada in crisi di pneumatici. Si finisce col mettersi in fila per tutta la gara".
"Con la gestione delle gomme, non ho avuto problemi, anzi erano piuttosto buone: solo un po' di graining con il primo set, per il resto sono andate bene. Avere Bottas dietro non mi ha mai preoccupato, avevamo il passo per avvicinarci anche alla macchina davanti, ma senza poterla passare. Per tutta la gara abbiamo fatto il massimo, ma non siamo riusciti a sfruttare la nostra velocità. È chiaro che il quarto posto ci va stretto; ma, come sempre, cerchiamo di imparare da ogni gara".
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