Leclerc, la via del... perdono passa per la vittoria
Binotto dopo il trionfo di Monza ha cancellato l'episodio che ha "inquinato" le qualifiche del GP d'Italia. Il monegasco ha fatto emergere la sue indole da vincitore seriale, mettendo in scatto Vettel che ormai è la vittima di se stesso consapevole di avere di fronte un fuoriclasse.
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
“Charles oggi sei stato perdonato!”. Mattia Binotto, prima di lasciarsi andare ai complimenti che il monegasco ha sentito via radio durante il giro di rientro di un GP d’Italia soffertissimo, ma vinto, ha voluto mettere una pietra tombale sull’episodio che ieri ha condizionato le qualifiche di Sebastian Vettel.
Il 21enne monegasco si è visto cancellare dal team principal la “colpa” di cui si è macchiato ieri, quando non ha dato la scia al compagno di squadra, temendo di trainarlo in un giro nel quale il tedesco avrebbe potuto soffiargli la pole position.
Binotto, per quanto sempre pacato nei commenti e nei giudizi, è stato molto determinato nel pomeriggio di sabato: il manager reggiano non voleva che un episodio potesse minare il clima che si respira all’interno della squadra del Cavallino. Prima ha convocato Leclerc nel suo ufficio del motorhome per redarguirlo abbastanza duramente. Poi ha chiamato Sebastian Vettel per tranquillizzarlo. E, infine, ha preteso che i due piloti si chiarissero definitivamente di fronte a lui. Un’azione da capo. Giusta, giustissima.
E i due compagni di squadra si sono ritrovati sorridenti uno accanto all’altro per la foto celebrativa dei 90 anni della Scuderia Ferrari scattata prima che facesse buio.
Leclerc ha chinato il capo, dopo essere stato spietato come solo i fuoriclasse sanno essere. Perché è partito dalla pole e ha costruito una storica vittoria della Ferrari a Monza, riallacciando un filo con il “tempio della velocità” che si era interrotto nel 2010 con Fernando Alonso.
Ha tagliato la chicane alla Prima Variante, ma ha fatto in modo di non trarre vantaggio dalla sua azione: la direzione gara a Spa aveva detto che avrebbe ripristinato l’uso della bandiera bianco-nera per sanzionare il primo errore e ha mantenuto la parola, sebbene in Mercedes si aspettassero una sanzione di 5 secondi che avrebbe cambiato il corso della gara a favore delle frecce d’argento.
Il ragazzino comincia a raccogliere ciò che ha seminato: passa dal ruolo di predestinato a quello di fuoriclasse, senza passare dal via. La Ferrari aveva due set-ball da giocare con la SF90 e Charles non ha tradito le attese piazzando un uno-due davvero micidiale. E siamo certi che di qui alla fine della stagione cercherà ancora una zampata, magari contando sull’importante pacchetto di sviluppo che la squadra sta preparando per Singapore.
Leclerc entra nel firmamento delle stelle della F1, mentre Sebastian Vettel sembra aver iniziato una parabola discendente nella quale il tedesco è vittima di se stesso. Aveva promesso ai tifosi del Cavallino in Piazza Duomo che non avrebbe commesso un altro errore come l’anno scorso e, invece, ha perso il retrotreno della Rossa alla Ascari. E non è bastato il testacoda, perché ripartendo a cavallo del cordolo ha mandato in stallo il motore colpendo come un dilettante il povero Lance Stroll che se l’è visto pericolosamente entrare in traiettoria.
Sebastian subisce la giovanile sfrontatezza di Leclerc e in questo momento non sembra avere strumenti per arginare una superiorità che è sempre più straripante. Perché se Raikkonen era un compagno malleabile, il monegasco è il più ostico che ha incontrato in carriera. E se il “giro di Valzer” dello scorso anno era giustificato dalla voglia di vincere, quello di oggi è un segno di frustrazione.
Leclerc ha l’ego del vincitore seriale: anche il penta-campione Hamilton si è cotto le gomme nel tentativo di mettere il muso della W10 davanti alla Rossa. La nuova generazione avanza (Verstappen da ultimo, nonostante una sosta lunga per la sostituzione del muso ai box, ha concluso ottavo) e non vuole perdere tempo nel delineare nuove gerarchie.
In tutto questo diventa evidente che Leclerc con due vittorie scavalca Vettel nel mondiale piloti, agguantando il quarto posto a sole tre lunghezze da Verstappen, mentre Sebastian è a 13 punti. Anche i numeri materializzano una differenza che diventa sempre più macroscopica.
Ieri Binotto ha voluto sottolineare che la presenza del tedesco nel prossimo mondiale è un punto fermo della Ferrari. E allora il team principal deve ricostruire il puzzle del germanico rimettendo ogni tessera al suo posto perché adesso è troppo vulnerabile. Vedremo se il pacchetto di novità per le piste ad alto carico, tanto per cominciare, gli daranno più fiducia.
E magari non lo vedremo cercare di scappare via dalla foto di vittoria dopo un paio di scatti come se fosse un elemento estraneo a un gruppo in festa.
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