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Intervista

Carey: "Ferrari leggendaria, ma per me è come tutti gli altri"

Il presidente della F1 in un'intervista esclusiva con il Corriere della Sera traccia le linee guida del cambiamento che Liberty Media vuole portare nei GP: "Stiamo spendendo troppo nella direzione sbagliata. L'attuale modello è insostenibile!".

Chase Carey, Chairman, Formula One

Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images

Sean Bratches, Managing Director of Commercial Operations, Formula One Group, Chase Carey, Chairman, Formula One
Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing, parla con Chase Carey, Chairman, Formula One
Emerson Fittipaldi, drivers Alejandro Soberon, President and CEO for CIE Group and President of Formula 1 Gran Premio de Mexico and Chase Carey, Chief Executive Officer and Executive Chairman of the Formula One Group
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08
Mercedes AMG F1 W08 sidepods detail
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, il motore
Logo Ferrari sulla SF70H
Ferrari SF70H: deviatore di flusso davanti alle pance
Chase Carey, Chairman, Formula One
Christian Horner, Team Principal Red Bull Racing, Niki Lauda, Presidente Non-Esecutivo Mercedes AMG
Chase Carey, Presidente, Formula One, guarda un ritratto di Michael Schumacher

Chase Carey mette i punti fermi su quello che dovrebbe essere il futuro della F.1. Il presidente del F1 Group nell’intervista esclusiva concessa a Daniele Sparisci del Corriere della Sera snocciola quali sono i passaggi fondamentali del cambiamento in corso nel mondo dei GP. E alcuni aspetti sono sicuramente destinati a scatenare la discussione, molto più dell’abolizione delle ombrelline in griglia di partenza…

Da più di un anno ha preso il volante della F1, ci spieghi le novità.
“Nella fase 1 la priorità era mettere in moto la macchina organizzativa per far crescere lo sport e il business, ed è stato fatto”.

“La seconda, per me la più importante, era portare energie fresche nell’ambiente. Ultimamente si sentivano troppe cose negative: ricordate quando Bernie diceva che non avrebbe speso soldi per vedere un Gp? Ora è tutto molto più aperto, c’è una grande attività sui social, i prezzi dei biglietti sono calati, abbiamo creato fan zone ovunque. Tutto questo accelera il cambiamento”.

Carey parla di cambiare l’aerodinamica e le piste…
“Dobbiamo migliorare lo show in pista. Questa aerodinamica non aiuta e stiamo cercando la soluzione per modificarla. Mi hanno detto che è anche una questione di circuiti, in alcuni non si passa”.

Volete il budget cap, ma non ha mai funzionato in passato…
“Perché prima era su base volontaria, e quindi non succedeva nulla a chi non lo rispettava. Ma partiamo da un altro punto: mi trovi qualcuno che dica che ha senso spendere le cifre di adesso. È assurdo. Rispettiamo il dna, la tecnologia, ma il nostro obiettivo è creare un grande sport non appoggiare team grandi, piccoli o nuovi, né Costruttori o  indipendenti. Stiamo spendendo nella direzione sbagliata. Negli ultimi dieci anni non credo che la F.1 abbia espresso il meglio”.

Però la gente rimpiange i V12 e la F.1 del passato. Con tante novità non si perdono le radici?
“Sui motori sono d’accordo: serve più rumore. Sul resto no: Hamilton è uno con poca personalità? E Verstappen? Migliaia vengono ai circuiti solo per vederli; accendono la fantasia, non sono già dei supereroi? La storia va rispettata ma non bisogna avere paura di cambiare».

Quanto è importante una Ferrari competitiva?
“La Ferrari è una leggenda e averla vista lottare per il titolo è stato fantastico. Ma io tifo per loro nella stessa misura in cui tifo per tutti gli altri. Ci sono anche altre grandi squadre oltre alla Ferrari. Anche la McLaren, se fosse competitiva, avrebbe un gran seguito”.

Il patto della Concordia scade nel 2020 e non sarà rinnovato. Che cosa succederà: tutti saranno trattati allo stesso modo?
“Non entro nel dettaglio. Ma il nostro obiettivo è creare uno sport sano per i tifosi e per le squadre. L’attuale modello economico è insostenibile per la maggior parte dei team. Se c’è una squadra in vendita nessuno la vuole comprare, nemmeno a un dollaro. Vogliamo che nuova gente entri, che sia protagonista. Non significa che dobbiamo rimpiazzare le scuderie esistenti ma riaccendere il desiderio di partecipare di chi è fuori».

Ci può essere una F.1 senza la Ferrari?
“La Ferrari ha un’importanza unica. Vogliamo che continui a essere parte di questo sport: vogliamo cambiare questo sport in meglio, non cambiare le squadre. Si possono raggiungere compromessi ma il principio più importante non è negoziabile: l’interesse dei tifosi viene al primo posto”.

Vi spaventa la crescita della Formula E?
“Ma per favore. È  uno “street party” con una missione nobile per l’ambiente: ma la gente non sa neanche chi ha vinto la gara”.

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