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WTCR: niente Cina, Lynk & Co tuona contro Eurosport!

La condizioni attuali non consentono gli spostamenti a Ningbo, ma Geely Group e il marchio che corre nella massima serie turismo ne hanno aprofittato per lamentarsi del BoP.

Santiago Urrutia, Cyan Performance Lynk & Co Lynk & Co 03 TCR

Santiago Urrutia, Cyan Performance Lynk & Co Lynk & Co 03 TCR

WTCR

Zhejiang Geely Holding Group e Lynk & Co China sono partiti all'attacco contro Eurosport Events, cogliendo l'occasione della cancellazione delle gare di Ningbo per lanciare un missile contro l'organizzazione del FIA WTCR.

La massima serie turismo sarebbe dovuta andare in Cina il weekend del 5-7 novembre, ma le attuali condizioni legate agli spostamenti e alla pandemia non consentiranno lo svolgimento dell'evento, con anche Macao a serio rischio.

In compenso, la Casa cinese che schiera le proprie 03 TCR nel campionato tramite i team Cyan Racing e Cyan Performance, ha colto la palla al balzo per fare esplodere la bomba, tanto per cambiare riguardante il Balance of Performance.

Il tutto nasce, secondo il Costruttore per il quale corre il Campione in carica Yann Ehrlacher, dal fatto che la nuova Hyundai Elantra N non ha ricevuto zavorre e può sfruttare il 100% della propria potenza, che è la medesima della Honda Civic Type R di JAS Motorsport, la quale ha omologato aggiornamenti beneficiando di una riduzione di peso pari a 20kg.

Di contro, le Lynk & Co che hanno vinto i titoli Piloti e Costruttori nel 2020, hanno il 97,5% di potenza e un maggiore peso rispetto alle vetture rivali. E questo non è piaciuto ai diretti interessati.

Essendo la sede della Casa vicino alla pista di Ningbo, Geely Group ha sempre supportato l'evento cinese del WTCR, ma in queste condizioni non si dice disposta a farlo ulteriormente.

“E' palese che non ci siano motivi di continuare a promuovere il FIA WTCR in Cina a livello commerciale, viste le attuali regole sportive cui è sottoposta la serie", ha detto Victor Yang, Vice Presidente di Zhejiang Geely Holding Group.

“Non ci fidiamo più delle organizzazioni che gestiscono TCR/WTCR, quindi sospendiamo ogni supporto e collaborazione con Eurosport Events e Mitime Group per quanto riguarda le gare di Ningbo".

“Questo era un evento importante per Lynk & Co, che avrebbe avuto modo di mostrare a tutti i propri programmi sportivi e le prestazioni della 03 stradale. Visto che però non c'è equilibrio sulla griglia, non c'è neppure motivo di investire per le gare del WTCR solo perché ci sono i nostri team clienti e fan, che vedrebbero solamente una agonia da parte nostra in quello che è il paese di casa col più grande mercato".

Trascorse solamente le due gare del Nürburgring Nordschleife, dove ogni valore in campo è relativamente attendibile vista la natura della pista, ma già è guerra.

L'aspetto buffo della vicenda è che stavolta a tuonare è il Costruttore che da sempre è stato indicato come il più ambiguo da parte di tutti gli addetti ai lavori.

In primis perché Cyan Racing non è definibile team cliente di Geely Group/Lynk & Co, dato che è la squadra di riferimento del marchio, che le ha affidato sviluppo e quant'altro sulle 03 TCR.

Inoltre va detto che il regolamento TCR prevede che la macchina omologata abbia una produzione avviata del modello, sia per quanto riguarda il prodotto da piste che per quello di serie stradale. Cosa che attualmente non è così, poiché in concessionaria non c'è e nei campionati TCR nazionali ne gareggiano solo alcune in Cina e una in Scandinavia.

La Hyundai, tramite il suo capo Andrea Adamo, non si è mai sottratta dal puntare il dito su queste vicende, arrivando addirittura nel 2020 alla coraggiosa scelta di non correre in Germania per protesta.

E' da leggere infine come una discreta mossa opportunista quella di lamentarsi del BoP e non finanziare le gare di Ningbo, quando è evidente che in quel paese - oggi - non ci siano le condizioni per svolgere una gara.

Resta da capire cosa vorrà fare la FIA assieme ad Eurosport Events e WSC Ltd (proprietario del marchio TCR), che al di là dei fattacci legati al BoP si ritrovano a dover riorganizzare il calendario 2021.

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