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Lacrime e sangue, il calvario di Monteiro: "Dio solo sa quanto ho sofferto per tornare a vincere!"

Il successo di ieri davanti ai suoi tifosi di Vila Real chiude un cerchio per il portoghese, che dal settembre 2017 ha sofferto ogni pena per riuscire a tornare al volante di una vettura da gara.

Tiago Monteiro, KCMG

Tiago Monteiro, KCMG

Honda Racing

Con la vittoria di ieri, Tiago Monteiro ha definitivamente fatto un bel dito medio alla morte e a tutto ciò che ha passato dal settembre 2017 ad oggi.

L'affermazione è molto forte, chiaramente, ma d'obbligo dato che il portoghese è riuscito nell'impresa di tornare alla vittoria da quando è rientrato nel FIA WTCR proprio sul tracciato di casa, Vila Real, chiudendo un cerchio che si era aperto alla curva 1 di Barcellona, quando in un test privato con la Honda ha perso il controllo dell'allora Civic TC1 WTCC piombando a folle velocità contro le barriere.

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Da lì è cominciato un calvario fatto di dolori lancinanti, riabilitazione e lunghissima attesa nel poter risedersi al volante di una vettura da corsa, cosa accaduta ufficialmente nell'ottobre 2018 a Suzuka, quando i medici gli hanno dato l'ok per guidare la Civic Type R TCR nelle gare del WTCR in Giappone.

"Dio solo sa quanto ho sofferto in questi ultimi due anni, mi sono posto tante domande, se potevo tornare e se fossi stato ancora capace di guidare a certi livelli - spiega il portoghese - L'inizio di stagione è stato molto duro, a Marrakech ero andato bene, poi sono incominciate le difficoltà. In 22 anni di corse ho avuto tanti alti e bassi, ma è proprio per questo che amo combattere e con Honda, KCMG e JAS abbiamo messo tutto assieme lavorando duramente e con impegno nonostante tutto. Quello di oggi è stato un grande lavoro di squadra, sono orgoglioso di fare parte della famiglia Honda da sette anni e penso che la vittoria sia tanto mia quanto loro".

Le emozioni sono cominciate in mattinata, quando nella Seconda Qualifica è arrivato l'accesso alla Q3 e il secondo posto alle spalle del suo compagno Attila Tassi. Al via di Gara 3 l'ungherese ha mantenuto la posizione, poi la sua Honda ha riportato un problema e Monteiro ne ha approfittato.

"Immagino che sia molto frustrante per Attila, in qualifica ha fatto un lavoro fantastico con un grande giro, io ho provato a dare il massimo, ma in pole c'è andato lui. Purtroppo per lui si è verificato un problema meccanico, altrimenti avrebbe potuto vincere la sua prima gara. Sarei stato ugualmente felice di arrivare secondo o terzo, ma evidentemente qui avevo qualcuno a vegliare su di me, una stella che mi ha sostenuto. Capisco Attila, ma è una grande talento difficile da battere e avrà tante altre occasioni".

Il ragazzo di Porto ha dato il via a quella che è stata una cavalcata trionfale davanti al suo pubblico, ma è stata durissima gestire anche le emozioni di un uomo che - lo si può dire - è risorto sportivamente e umanamente con il successo di ieri, lasciandosi andare in pianti e urla appena tagliato il traguardo.

"E' stato tutto molto intenso ed emozionante, solitamente mi sento a posto fino alle ultime curve e non penso molto a ciò che mi circonda, ma qui gli ultimi due giri ho cominciato ad avere in testa di tutto. Pensavo alla vittoria e a cosa sarebbe successo dopo. Ho perso la concentrazione, vedevo gente in piedi urlare e sventolare bandiere, ma dovevo guardare la strada. E' stata durissima, il mio compagno si era appena ritirato per problemi e anche io avevo avuto qualcosa che non andava nei primi due giri. Non si sa mai cosa può succedere, dovevo solo cercare di portare a termine il lavoro e l'ultima tornata è stata da brividi".

"Non c'è molta gente che sa cosa ho passato, solo alcuni amici carissimi, i dottori e il team. Qui c'erano parecchie di queste persone. E' stata durissima fisicamente e mentalmente, ero in un tunnel con tante incognite. A volte ti chiedi perché stai facendo tutto questo, ma volevo lottare e provarci fino alla fine. Non mi sono mai arreso, come ho fatto parecchie volte nella mia carriera. Ci sono stati momenti duri, però vivo per questo, è la passione della mia vita oltre che un lavoro. Da quando sono rientrato ci sono state difficoltà e posso ancora incrementare il ritmo, conoscere meglio la macchina e lavorare meglio con il team. Debbo anche lavorare su di me, un pilota può sempre crescere lavorando alacremente. Per il resto, sarà dura svegliarsi domattina e lasciarsi alle spalle tutto ciò, sto vivendo un sogno stupendo!"

"Il supporto dei miei tifosi è stato incredibile, per tutto il weekend e per ogni pilota, non solo per me. Mi ritengo fortunato a poter correre qui, davanti alla mia gente. Peccato per quanto è accaduto in Cyan Racing, la morte del meccanico ha colpito tutti e gli dedico la vittoria".

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