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Intervista

Nella tana del Cinghiale: Tarquini raccontato da amici e rivali

Annunciato il suo addio alle corse a tempo pieno, Gabriele Tarquini si appresta ad affrontare una nuova vita dopo tantissimi anni di carriera ed esperienze. Motorsport.com ha parlato con alcuni dei suoi più stretti amici e accerrimi rivali per conoscere aneddoti e restroscena che vi proponiamo in esclusiva.

Gabriele Tarquini, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse, Hyundai Elantra N TCR

Gabriele Tarquini, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse, Hyundai Elantra N TCR

Francesco Corghi

Gabriele Tarquini ha annunciato la settimana scorsa che al termine della stagione 2021 si ritirerà dal mondo delle corse a tempo pieno. Una notizia che prima o poi sarebbe dovuta arrivare, come lui stesso ha ammesso, ma che inevitabilmente apre scenari di racconti e storie di una carriera lunghissima.

Nel 2022 il "Cinghiale" compirà 60 anni e alla sua 'verde età', di cose da dire ne avrebbe per comporre un libro di centinaia di pagine. Ma curioso e divertente può essere anche il punto di vista di chi ha avuto a che fare con lui.

Motorsport.com ne ha approfittato per raccogliere un po' di materiale dai personaggi di ieri ed oggi del mondo delle corse turismo, quello dove l'abruzzese si è distinto maggiormente lasciando tracce non solo sportive.

D'altra parte, tutte le figure intervistate hanno concordato sul fatto che il mondo dei motori non perde un personaggio di spicco dal punto di vista caratteriale e dell'apparire, ma un vero e proprio punto di riferimento tecnico e umano, come viene sottolineato dai racconti che vi proponiamo in esclusiva.

Gabriele Tarquini, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse Hyundai Elantra N TCR

Gabriele Tarquini, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse Hyundai Elantra N TCR

Photo by: WTCR

"Quattro aggettivi" - Gabriele Rizzo

Dopo i programmi TV 'Quattro Ristoranti', 'Quattro Matrimoni', 'Quattro Hotel' e via discorrendo, possiamo anche inserire noi un poker, partendo dall'attualità.

Gabriele Rizzo, Team Principal della BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse e attualmente il capo al muretto di Tarquini in quella che è l'ultima stagione nel WTCR al volante della Hyundai gestita dalla scuderia di Cherasco, ha conosciuto il suo omonimo tanto tempo fa, quando era ancora in età universitaria, dunque con tutto il tempo per conoscere e imparare da uno molto più grande di lui.

"Per definire Gabriele userei quattro aggettivi. 'Eterno' è il primo, visto che abbiamo iniziato a lavorare assieme nel 2003 in Alfa Romeo; all'epoca ero un ragazzino, lui aveva già alle spalle 25 anni di carriera ed era considerato un riferimento per la categoria. Dopo ne ha fatti altri 20 e ci siamo ritrovati di nuovo in BRC nel progetto Hyundai".

"Il secondo è 'feroce'. Lui ha questo soprannome di 'Cinghiale' che arriva dagli inizi della carriera, ma quando l'ho conosciuto aveva abbinato la ferocia ad una maturità dovuta all'esperienza che creano una combinazione tostissima per tutti i suoi rivali in gara, ovviamente restando nella correttezza del regolamento sportivo".

"Come terzo dico 'competente', ma nel vero senso letterale del termine. E' un collaudatore sopraffino dal punto di vista della sensibilità, abbinato alla sua conoscenza tecnica e all'esperienza è riuscito a diventare un pilota abile e completo nello sviluppare le macchine".

"Infine il quarto: 'insostituibile'. Ha dato l'addio e ancora non me ne capacito. Anzi, non riesco ad emozionarmi del tutto perché non ho ancora in testa la situazione nella quale lui non sarà più con noi in gara o in un test. Vedremo cosa succede, ma per la mia esperienza e per la squadra è una cosa che andrà metabolizzata con tanta pazienza, non sarà facile".

Gabriele Tarquini, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse Hyundai i30 N TCR

Gabriele Tarquini, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse Hyundai i30 N TCR

Photo by: WTCR

"Un amico come me" - Norbert Michelisz

Norbert Michelisz è tutt'ora il compagno di squadra di Tarquini in Hyundai-BRC e ha beneficiato del suo aiuto per laurearsi Campione del WTCR nel 2019. Ma la loro collaborazione sportiva risale a diversi anni fa e questo è diventato molto più che un semplice lavoro.

"Gabriele si ritira: finalmente, era ora! (ride il pacato 'Norbi', che poi riprende il suo aplomb, ndr). Nel corso degli anni ci siamo avvicinati sempre più e ho imparato a conoscerlo. Sinceramente non mi ero azzardato a chiederglielo, ma già l'anno scorso sentivo nell'aria che c'era la possibilità che lo facesse. Però volevo che fosse lui a dirmelo, anche se non immaginavo che avrebbe continuato per un altro anno, dopo un 2020 piuttosto duro per noi".

"Credo però che abbia fatto la scelta giusta nel momento giusto. Ora deve essere orgoglioso di quello che ha fatto. Sono sicuro che ci ha pensato bene. Sono molto contento per lui, sa che comunque potrà continuare a correre ogni tanto. Ma la cosa importante, almeno a mio parere, è che continui a sorridere come sta facendo ora".

"Ci siamo conosciuti ormai tanti anni fa, quando entrambi correvamo con le Seat, ma in team diversi. All'inizio non c'era un grande rapporto, ma quello che ho sempre apprezzato di lui era il fatto di poter parlare serenamente ogni volta che si verificava un problema in pista. Non è assurdo, ma solitamente è raro, soprattutto nelle corse turismo, dove i contatti e gli incidenti sono sempre presenti, e spesso si pensa a se stessi più che agli altri".

"L'ego delle persone è smisurato a volte e in parecchi pensano di essere tre spanne sopra tutti. In diverse occasioni ci siamo trovati a discutere, ma in maniera tranquilla e pur avendo opinioni opposte riguardo a incidenti ed episodi. Credo che questa sia la cosa più bella".

"Negli anni abbiamo imparato a conoscerci, ognuno col suo carattere diverso. Onestamente sono contento che abbia capito che sono un ragazzo onesto e che non ho problemi a rapportarmi con le persone in maniera pacata, ma chiara e pulita. Gabriele credo che da questo punto di vista sia il più simile a me, nel paddock. E non è così scontato, specialmente fra compagni di squadra".

"Negli ultimi tre anni credo che siamo cresciuti tanto nel nostro rapporto, cosa molto importante anche per la Hyundai, che così ha potuto ottenere risultati. Di solito si dice che il tuo compagno di squadra è anche il tuo primo avversario, ma per come è il nostro rapporto non ho mai avuto problemi ad aiutarlo e non ho accusato il colpo quando mi è toccato farlo. Stessa cosa per lui con me".

"Per come sono fatto io caratterialmente, fatico a farmi nuovi amici per via della diffidenza, specialmente se parliamo di piloti. Ma lui lo è diventato e penso che anche io sia entrato nel suo giro di amicizie, il che per me è un onore e orgoglio".

Gabriele Tarquini, Norbert Michelisz, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse

Gabriele Tarquini, Norbert Michelisz, BRC Hyundai N LUKOIL Squadra Corse

Photo by: BRC Racing Team

"100% di vittorie" - Andrea Adamo

Il grande capo di Hyundai Motorsport è uno dei più vecchi conoscenti di Tarquini. Andrea Adamo era ingegnere di Alfa Romeo ed Honda-JAS quando il nostro eroe correva con le vetture del Biscione e le giapponesi. Questo lo ha portato a volerlo in Hyundai per il progetto TCR, diventato grazie a loro vincente.

"Conosco Gabriele da 26 anni e di aneddoti ne ho una miriade, ma soprattutto tanti ricordi. E' difficile dirne uno in particolare. Abbiamo lavorato praticamente una vita assieme, coi marchi Alfa Romeo, Honda-JAS e Hyundai".

"Se dovessi citarne uno più bello per ciascuno di essi, con Alfa Romeo sicuramente il titolo Europeo a Monza, davanti a tanta gente in un evento ben organizzato, dove c'erano piloti di un certo tipo e livello a giocarsi la corona. E le tribune erano stracolme, con gente che ha impiegato oltre due ore per arrivare in autodromo dall'uscita dell'autostrada".

"Con Honda-JAS direi il trionfo nel FIA WTCC a Sonoma 2013: in quella occasione lo seguii io dal muretto per vari motivi, dunque è il nostro record di vittorie pilota-ingegnere, siamo al 100%!"

"Venendo invece alle stagioni trascorse in Hyundai, penso che la vittoria a Zhejiang 2017 al debutto con la nuova i30 N TCR sia stata particolare ed emozionante. Quel weekend andammo in Cina per metterci a confronto per la prima volta contro i nostri rivali. L'auto ancora non era omologata ufficialmente, volava talmente tanto con il Cinghio sopra che fra Gara 1 e Gara 2 le diedero 40kg di zavorra. Quindi pensate cosa avrebbe potuto fare se avesse avuto l'omologazione!"

Andrea Adamo, Gabriele Tarquini, Honda Civic, Honda Racing Team J.A.S.

Andrea Adamo, Gabriele Tarquini, Honda Civic, Honda Racing Team J.A.S.

Photo by: FIA WTCC

"Le domande del Santone" - Nicola Baldan

Ad Adria le gare del FIA WTCR hanno visto in pista anche Nicola Baldan, ultimo in ordine cronologico nel paddock del Mondiale ad avere a che fare con Tarquini. Per conoscere la Hyundai Elantra N, il veneto ha svolto un test a Cremona con il collega veterano, che lo ha dovuto rassicurare...

"Quello che mi ha impressionato è vedere un pilota ormai al termine della sua carriera, ma con ancora una passione da ragazzino e che non molla un colpo, mettendo il massimo impegno in tutto quello che fa. Sono rimasto colpito perché appena arrivato ai box lo guardavo come fosse un dio, o un santone".

"Invece mi ha rincuorato, mettendomi a mio agio e addirittura spronandomi a fargli domande sull'auto e tutto ciò in merito. Era la prima volta per me a lavorare insieme, l'avevo solo incontrato un'altra volta, ma scambiando solo due parole. Ci ho messo quasi un paio d'ore per abituarmi al fatto che ero con Gabriele Tarquini".

"Ha una umiltà incredibile, ha continuato per tutto il tempo a dirmi: 'Mi raccomando, chiedimi tutto quello che vuoi, sono qui apposta per te a darti una mano con dubbi e perplessità su quanto ti sto dicendo'. Come fosse un vero libro aperto. Umiltà, professionalità e disponibilità che magari non ti aspetti da un Campione del suo calibro. Un pilota che se avesse fatto meno della metà di ciò che ha raggiunto nella sua carriera sarebbe stato comunque un grande".

"E' stato bellissimo e divertente. Alla fine ci siamo fermati a chiacchierare e gli ho domandato come fossero i rapporti coi suoi accerrimi rivali dopo così tanti anni. Mi ha risposto che c'è grande rispetto e nel corso delle stagioni sono migliorati sempre più, condividendo un mondo per tanto tempo, quindi dove è inutile poi tirarsi dietro scorie e litigi".

Nota a margine: a conferma di ciò, appena spento il microfono, dietro di noi è apparso Tarquini in persona che ha subito chiesto a Baldan come si fosse trovato in pista, spiegandogli che una modifica appena provata all'ammortizzatore della sua Hyundai si era rivelata azzeccata rispetto alle regolazioni base condivise in precedenza.

Gabriele Tarquini, Pietro Speronello, Nicola Baldan e Andreas Gummerer, Hyundai Elantra N TCR

Gabriele Tarquini, Pietro Speronello, Nicola Baldan e Andreas Gummerer, Hyundai Elantra N TCR

Photo by: Nicola Baldan

"La mia 'scusa' " - Tom Coronel

Uno dei grandi veterani del paddock WTCR è Tom Coronel, soprannominato "The Showman". A differenza dell'olandese però, a Tarquini non piace apparire sempre in video e nei social per fare spettacolo. Due caratteri diversi che hanno in comune una passione: le corse.

"Già nel 2009 eravamo compagni di squadra in Seat, da lì si è instaurato un bel rapporto che ci porta a sentirci anche durante l'inverno, quando non corriamo. E' sempre stato fonte di ispirazione per me, che sono fra i veterani del campionato, ma la cosa positiva è che lui ha 10 anni più, dunque significa ho ancora un futuro in questa serie! Inoltre, se pensiamo che 3 anni fa ha vinto il Mondiale, magari ce la posso fare anche io fra 7! Di conseguenza, era un po' il motivo e la scusa per continuare a correre. Il problema è che ora la mia scusa si ferma perché è vecchia, quindi vediamo cosa accadrà anche a me in futuro".

"Comunque non credo che sia una questione di età. Io stesso ho fatto molte più gare di lui in carriera, così come di Muller o Huff. Quello che mi è sempre piaciuto di lui è l'onestà e la correttezza nello stile di affrontare le gare, pur restando uno duro. E' uno che non si è mai piegato agli episodi del tipo 'Mi hai buttato fuori, ora ti mando a muro io!' ".

"Non si è mai lamentato o vendicato di qualcosa, ma è sempre stato aperto e onesto nelle discussioni, il che ha garantito sempre un'ottima relazione fra noi. In pista non ci facciamo regali e si lotta, ma se una persona è pulita e leale lo vedi anche fuori e fra noi è sempre stato così".

"Ad essere sincero, sono tutt'ora sorpreso del fatto che sia ancora in pista. Anzi, credevo si ritirasse tre anni fa quando vinse il Mondiale; quello secondo me era il momento giusto per farlo, ma è ovviamente la mia opinione. Del resto, se ti piace quello che fai, è naturale portarlo avanti. E' questione di passione, carattere e spirito. Per quanto riguarda me, penso che mi fermerò solo quando morirò! Ma ammetto che sarà strano non vederlo con noi l'anno prossimo".

Gabriele Tarquini, Castrol Honda World Touring Car Team Honda Civic, Tom Coronel, ROAL Motorsport BMW

Gabriele Tarquini, Castrol Honda World Touring Car Team Honda Civic, Tom Coronel, ROAL Motorsport BMW

Photo by: FIA WTCC

"La trasparenza in persona" - Jordi Gené

Nel 2021 la Cupra Racing ha riportato in pista Jordi Gené, altro veterano che il mondo delle corse turismo l'ha vissuto fin dagli albori. E anche lo spagnolo ha avuto modo di lavorare nell'allora Seat Sport con Tarquini, imparando tanto.

"Personalmente sono due le cose che mi sono sempre piaciute di Gabriele. La prima è l'onestà, perché è uno con il quale poter parlare sempre chiaro, senza maschere sul volto, nonostante in pista si corra e combatta aspramente. E l'altra è il fatto che con lui ho imparato tantissimo, nonostante avessi già diversi anni di gare alle spalle quando fummo compagni di squadra".

"Vedere come pensa e prepara le gare, oltre al rapporto con gli ingegneri e gli altri piloti, per me è stato un bellissimo aiuto e un vero e proprio piacere. Una persona chiara e cristallina".

"Mi dispiace che si ritiri quello che è un punto di riferimento per tutti, un pilota intelligente che sa quando rischiare e quando no, come leggere la gara. In questo è unico, così come il lottare con lui, è sempre stato durissimo, ma il massimo della goduria".

Gabriele Tarquini, SR - Sport, Seat Leon 2.0 TDI e Jordi Gene, SR - Sport, Seat Leon 2.0 T

Gabriele Tarquini, SR - Sport, Seat Leon 2.0 TDI e Jordi Gene, SR - Sport, Seat Leon 2.0 T

Photo by: FIA WTCC

"Il miracolo" - Rob Huff

In tanti sono cresciuti guardando le gare alla TV, qualcuno è anche riuscito a farne parte. Rob Huff era incollato allo schermo quando da ragazzo sognava di indossare casco e tuta. E indovinate un po' chi c'era fra i concorrenti che lui ammirava...

"Gabriele si ritira, quindi sono molto contento! Scherzi a parte, quando ero più giovane guardavo il BTCC ed lì era già il numero uno, una ispirazione per me che volevo già diventare un pilota delle corse turismo. Il problema è che quando mi ci sono trovato contro, non è stato altrettanto bello! Ma l'abbiamo fatto per 20 anni e alcune battaglie sono state stupende, altre magari un po' meno, ma come credo sia normale".

"Di fatto non è un personaggio, ha il suo carattere ed è uno che lascia molto parlare gli altri e non vuole imporre per forza il suo punto di vista. Non è una cosa molto comune fra noi e l'apprezzo molto. E poi il fatto che sia riuscito a vincere il WTCC nel 2009 e il WTCR quasi 10 anni dopo credo sia una impresa incredibile".

"E' una spinta per tutti noi che vogliamo continuare a correre, consapevoli che il corpo umano ha inevitabilmente un decadimento prima o poi. Ma vederlo vincere ancora ed essere così veloce mi dà proprio l'idea che sia una sorta di piccolo 'miracolo' italiano".

"E' stato veramente un pilota fantastico e ha aiutato moltissimo il mondo del Touring Car a crescere e ad arrivare al livello che è oggi. Mi dispiace molto che se ne vada, ha uno stile aggressivo ed unico, ha vinto gare e titoli, credo che senza di lui il campionato sia più triste in generale.

 

"Lavora con me" - Yvan Muller

L'alter ego di Tarquini nella massima serie turismo - anche per sua stessa ammissione - è uno solo: Yvan Muller. L'alsaziano aveva già appeso il casco al chiodo nel 2016, poi ha capito che era solo questione di riposarsi un attimo ed oggi è punto fermo in Cyan Racing Lynk & Co. Oltre che il più vincente della categoria, potendo vantare di aver battuto il più... longevo.

"E' un vero peccato sapere che Gabriele si ritira, è una grande persona e pilota, oltre che amico. Abbiamo trascorso tanti anni e storie insieme, ma credo anche che a 59 anni sia giusto fermarsi. Non deve essere dispiaciuto della cosa, ma contento di aver corso per così tanto tempo".

"Nel 2008 ho vinto il WTCC contro di lui, l'anno dopo lo ha conquistato lui contro di me. Entrambi da compagni di squadra in Seat. Ho un ricordo particolare del finale di stagione 2009 perché prima di partire per Macao ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto: visto che la lotta è fra noi due, allora facciamo qualsiasi cosa assieme, fino a domenica".

"Abbiamo preso lo stesso aereo e albergo, siamo andati negli stessi posti a mangiare. Addirittura abbiamo avuto due incidenti in Qualifica e ci siamo ritrovati nella medesima camera d'ospedale per i controlli di rito! Insomma, una settimana totalmente io e Gabriele".

"Le storie sarebbero tante, ma parliamo comunque di un grandissimo con cui ho passato una vita. E' incredibile quello che ha fatto da pilota. Lo rispetto molto, la cosa veramente brutta è che io sono più giovane di lui, ma con il suo ritiro divento il più vecchio! Ma magari potrei chiedergli di farmi da ingegnere l'anno prossimo: visto che ancora non ho deciso se proseguire o meno nel 2022, potrebbe essere una bellissima storia!"

 

"Golf? Che disastro!" - Jaime Puig

Il capo del duo Muller-Tarquini era Jaime Puig. Ad oggi lo spagnolo è ancora al vertice di Cupra Racing, nuovo nome di Seat Sport, e ricorda con un sorrisone i bei tempi passati assieme ai propri ragazzi.

"Gabriele è stato uno dei piloti migliori che abbia avuto Seat Sport. Avevamo sentito parlare benissimo di lui e riuscire a prenderlo è veramente stato un gran colpo. Nel 2008 era con noi quando vinse il suo compagno, Yvan Muller, ma fece un lavoro straordinario per contribuire alla conquista del nostro primo titolo Mondiale. Nel 2009 è diventato lui Campione, in una stagione ancora più difficile".

"Un pilota che in gara era durissimo da affrontare, ma una persona che tolti casco e tuta era piacevolissima con cui passare del tempo. Andavamo a cena assieme praticamente sempre, ci trasmetteva ottimismo e la più genuina voglia di vivere. Non solo a me, che alla fine ho solo qualche anno in più di lui, ma a tutti i suoi compagni e colleghi, che al tempo erano più giovani".

"Di episodi divertenti ne abbiamo passati tantissimi. Ad esempio, lui è appassionati di golf, mentre io non ne so una... mazza! Eppure continuava a volere che giocassimo con lui. Monteiro e Gené se la cavavano anche, ma io e Muller eravamo un disastro! E invece insisteva, a me pareva di giocare ad hockey! A parte il Mondiale vinto assieme, sono i momenti trascorsi al di fuori delle piste che mi porto dentro particolarmente, anche perché dico sempre che una squadra la si forma e unisce soprattutto così".

"Sono davvero orgoglioso di quello che ha fatto e dato a noi, ma soprattutto di aver avuto l'onore di poter lavorare e vivere dei momenti di vita assieme. Una persona fantastica, un amico del quale porterò sempre un grandissimo ricordo. E sono tutt'ora perplesso che si ritiri, ma magari si darà all'elettrico, che è la nuova era delle corse".

Jaime Puig, SEAT Sport, e Gabriele Tarquini, SEAT Leon WTCC, Lukoil Racing Team

Jaime Puig, SEAT Sport, e Gabriele Tarquini, SEAT Leon WTCC, Lukoil Racing Team

Photo by: FIA WTCC

"Traffico e lavori bloccati per lui" - Mads Fischer

Il reparto Customer Racing di JAS Motorsport è diretto ora da Mads Fischer. L'ingegnere danese è al lavoro con il team di Arluno fin dall'epoca Alfa Romeo, poi diventata Honda, dunque con Tarquini ha avuto a che fare praticamente subito. Nel bene e nel male...

"Nel 1995 facemmo la prima gara assieme nel DTM, poi anche nel 1996. Con Honda-JAS lavorò anche dal 1999 al 2001, per tornare a fine 2011 per lo sviluppo del programma WTCC. Diciamo che non sono più così giovane nemmeno io, ma sono veramente cresciuto con lui e pensare che non ci sarà più il 'Cinghio' mi lascia davvero perplesso. Fa proprio male".

"Con Gabriele non ho mai litigato o discusso malamente. Di episodi ce ne sono tantissimi, uno bello e divertente risale al 2000, quando correva nel BTCC ed io ero responsabile della squadra. In un evento bisognava effettuare il pit-stop a metà gara per sostituire le gomme anteriori. Io sono al muretto, mi giro e vedo che sta rientrando, ma i meccanici non sono pronti. Il che crea un caos totale perché bisognava fare in fretta; io stesso mi fiondo fra loro, l'addetto alle pistole delle gomme non riesce a farle andare perché nella confusione si erano staccate. Insomma, un disastro totale!"

"A fine gara Gabriele torna ai box incazzatissimo e chiede perché non eravamo stati pronti al cambio gomme, sostenendo che ci aveva comunicato via radio il suo ingresso in pit-lane. Gli ho detto che non avevamo sentito nulla, ma lui era convintissimo di aver spinto il pulsante giusto per avvisarci. Eppure i dati non dicevano così, ma anche oggi rimane fermo sulla sua versione".

"Nei pit-stop fra l'altro era dell'idea che servisse allenarsi anche durante la settimana. La sede JAS era a Cusago allora; chiedemmo il permesso ai Vigili di chiudere tutte le strade della zona industriale, creando una postazione di cambio gomme in strada. Lui girava con la Accord e sostituiva pneumatici, in continuazione. La gente ha iniziato ad uscire dai capannoni delle aziende di fianco, i loro dirigenti hanno chiamato la Polizia perché il traffico era bloccato e perché i dipendenti avevano smesso di lavorare per venirci a vedere!"

"Ma con lui è sempre stato così, è uno ultra-competitivo. Se chiedeva i due decimi in più e tu glieli davi, poi ne voleva altri 4! Non si è mai accontentato, per questo dico che, spingendosi sempre più in alto, ha fatto crescere anche la JAS".

"Nel paddock è un pilastro, un punto di riferimento. Toglierlo significa perdere un pezzo di storia del Turismo, perché è sempre stato una persona molto importante, almeno per me. Qualsiasi problema tu avessi, potevi chiedergli e domandare, lui la risposta te la dava, come fosse un parente".

"Anche quando è passato alla Hyundai, Gabriele è rimasto Gabriele come persona. Sempre con il sorriso e mai col muso, e per me che vengo dalla Danimarca è stato un grande aiuto ad integrarmi nel vostro paese. Diciamo che ora si può godere la vita senza dover girare per il mondo avanti e indietro, ma sono sicurissimo che non è certamente finita la sua vita da pilota".

Alfa Corse JAS: Michael Bartels, Gabriele Tarquini e Jason Watt

Alfa Corse JAS: Michael Bartels, Gabriele Tarquini e Jason Watt

Photo by: ITR eV

"Occhi iniettati di sangue" - Tiago Monteiro

L'avventura Seat e quella Honda-JAS nel FIA WTCC ha visto Tarquini avere un compagno di squadra ex-F1 come lui: Tiago Monteiro. Il portoghese è uno dei migliori amici-piloti del 'Cinghiale' e ne ha vissute talmente tante che...

"...potrei parlare per due ore! Siamo molto amici e me l'aspettavo, in un certo senso, ma chiaramente quando è arrivata l'ufficialità è stato uno shock. Abbiamo passato praticamente 9 anni insieme, tra Seat e Honda. Ricordo quando arrivai dalla F1 che c'erano lui, Yvan Muller, Jordi Gené, Rickard Rydell... insomma i migliori e con la maggiore esperienza. Ho avuto modo di imparare molto velocemente in questa situazione, ma in Gabriele ho trovato un mentore e un amico fuori dalla pista. Mi ha aiutato tanto anche nella vita. Per cui ovviamente mi farà strano non vederlo in pista come avversario, anche se non credo che si fermerà del tutto".

"Ricordo benissimo quando abbiamo vinto il titolo, ma ce ne sono alcune particolari e divertenti. Quando abbiamo cominciato a lavorare assieme mi disse: 'Quello che ho imparato, voglio restituirlo in un qualche modo', e così iniziò ad insegnarmi diverse cose. Mi colpì moltissimo perché tutti conoscevano il suo carattere molto aggressivo in pista. Tenevo un libricino dove segnavo ogni cosa".

"Un giorno eravamo a Mosca e partivamo davanti, io dietro a lui che era in Pole. Alla prima staccata ho frenato più tardi per superare quello che mi stava a fianco, ma sono finito per andare addosso a Gabriele! E' andato larghissimo perdendo parecchie posizioni. Per radio mi sono subito scusato col team, mi hanno risposto di stare tranquillo e pensare alla gara. Intanto lui era incazzato nero, continuava a domandare al suo ingegnere chi è che l'aveva tamponato, ma nessuno gli rispondeva!"

"Conclusa la gara ero intenzionato ad andare subito a scusarmi. Nel Parco Chiuso mi sono avvicinato e ho incrociato il suo sguardo: aveva gli occhi iniettati di sangue, per cui ho tremato, abbassando la testa e filando via molto velocemente! La sua faccia era chiara: non era il momento di parlargli. In effetti mi hanno poi consigliato di non farlo per una ventina di minuti, ma alla fine le cose si sono sistemate. Il nostro Team Principal, Alessandro Mariani, mi disse: 'Se fosse stato un qualsiasi altro pilota, probabilmente ti avrebbe ammazzato'. Non l'avevo fatto apposta, ma mi è andata bene che fosse Gabriele!"

"Anche fuori dalla pista abbiamo passato bei momenti, come le vacanze. A lui piace navigare, a me abbastanza, avevamo anche pensato di prendere una barca assieme, ma poi ci ho rinunciato perché sarebbe stata fissa a Giulianova e quindi un po' scomoda per me da raggiungere. Però ci siamo accordati per andare in Sardegna assieme una volta. Mi ha dato un appuntamento per incontrarci in Sicilia e fare poi l'ultimo pezzo di navigazione assieme".

"Sapevo solo il giorno, figuratevi la situazione per me, che era già un caos arrivare da Porto! Ci ho messo quasi 24 ore, ho dovuto prendere due aerei, taxi e barca per raggiungerlo. Intanto lui non mi ha più detto nulla per diversi giorni, sono arrivato distrutto al luogo dell'appuntamento, con le difficoltà di non sapere l'italiano e non trovare nessuno che parlasse inglese. Lo chiamo e finalmente mi risponde: "Sei già lì? Ok, fra mezz'ora arrivo!". E io avevo girato per 24 ore per essere puntuale! Ma poi abbiamo attraversato il mare, vedendo delfini e nagivando di notte, è stato stupendo".

"A conferma della nostra amicizia solida c'è anche l'episodio di quando mi ha sostituito in Honda nel 2017. Quando fu chiaro che non potevo tornare a correre dopo l'incidente, avevamo qualche opzione, ma ho detto subito che l'unico che avrei voluto era Gabriele. Ne parlai con Mariani, poi chiedemmo ad Honda se era d'accordo, visto che Tarquini era già sotto contratto con Hyundai. Andò tutto in porto e utilizzò anche i miei guanti. E' stato un periodo molto complicato e mi ha aiutato moltissimo, come un fratello maggiore. Mi fido al 100% di lui, sa ogni cosa della mia vita, sono molto fortunato di averlo conosciuto".

"Ci continueremo a vedere anche per cose nostre, mentre in pista mi mancherà molto. A meno che non abbia voglia di farmi da ingegnere, visto che ne avrò bisogno! Ma sicuramente il lavoro non gli manca, magari se vuole imparare a fare il manager gli affido mio figlio, visto che nella mia società ho già 12 piloti e non posso seguire anche lui".

Tiago Monteiro, Honda Civic Super 2000 TC, Honda Racing Team Jas e Gabriele Tarquini, Honda Civic,

Tiago Monteiro, Honda Civic Super 2000 TC, Honda Racing Team Jas e Gabriele Tarquini, Honda Civic,

Photo by: FIA WTCC

"Intelligenza fuori dal normale" - Alessandro Mariani

Come citato da Monteiro, il Team Principal di Honda-JAS nel FIA WTCC era Alessandro Mariani. Oggi l'AD dell'azienda lombarda è meno presente sulle piste, ma da dietro la scrivania dirige le operazioni. Come ai primi tempi, quando in un ufficio deserto approdò un furibondo Tarquini.

"Assieme a Gabriele abbiamo trascorso 8 anni, il pilota più longevo per JAS Motorsport e anche per Honda, con cui ha corso per 10 anni alla fine. Divertentissimo quando fu mandato da noi. La sede era appena stata costruita, non c'era nulla e in tre mesi furono assunte 65 persone, organizzato due sale prova e punti di gestione e revisioni per cambi e motore delle Alfa DTM. Ci conoscevamo solo di vista e fama dai tempi della F1; arrivò nel mio ufficio che all'epoca era vuoto, quindi non potevo nemmeno raccontargli qualcosa del passato".

"Mi disse subito: 'Sono un tipo molto franco e voglio esserlo anche con te: mi girano le palle ad essere qui con voi, avrei preferito il team ufficiale di Torino, ma Giorgio Pianta mi ha messo qui. Sono comunque un professionista e quindi mi darò da fare!'. Rimasi un attimo sbigottito, poi gli assicurai che eravamo persone per bene e di grande impegno, pronte a cercare di mantenere le promesse. Fra l'altro c'era un altro piccolo problema: con noi doveva correre anche Stefano Modena, odiato totalmente da Gabriele! Pianta mi disse che si fidava di me, quindi insomma..."

"Organizzamo due squadre, una con Tarquini e Jason Watt, l'altra con Modena e Michael Bartels. Capitò però che per un problema al serbatoio, due vetture andarono a fuoco nelle prime due gare. Ero disperato! Convocammo una riunione sotto una delle tende Alfa Romeo e lì sia Modena che Gabriele fecero fronte comune capendo la situazione. Lavorarono assieme benissimo e a metà stagione decidemmo di metterli nello stesso team, quando ci diedero le auto nuove in livrea rossa, visto che il loro rapporto era cresciuto incredibilmente. E arrivò la prima vittoria nel DTM con l'Alfa Romeo a Silverstone, agosto 1996, una giornata particolare. E anche l'annata andò molto bene".

"Vi svelo un retroscena: il legame tra Honda e JAS Motorsport è nato grazie a Gabriele, che fece da garante proponendo il nostro nome ai giapponesi come partner tecnico. Da ridere fu una gara a Donington, dove era presente il grande capo della Casa giapponese. Gabriele era in testa e all'ultimo giro andammo tutti al muretto pronti per esultare e festeggiare, portando con noi anche il capo. Al penultimo tornante Tarquini via radio chiama e dice: 'Ho rotto il motore!'. Era uno scherzo, ma avreste dovuto vedere la faccia di questo giapponese!".

"Fra me e lui ci furono anche parecchie discussioni, specialmente perché è uno con un cervello davvero sopraffino. Sa costruire la frase in modo da aver ragione, sempre! Nel 1999 gli mandai anche una mail da avvocato e lui disse: 'Sei furbo, per mettermi all'angolo usi la logica sulla carta!'. Però le litigate erano brevi, come in un episodio a Suzuka. Gli chiesi di cedere la posizione a Tiago Monteiro per cercare di andare a prendere quello chi gli stava davanti. Non digerì la cosa per niente e mi mandò a quel paese in diretta mondiale, visto che le comunicazioni radio venivano trasmesse dalla TV!"

"Alla fine dissi a Monteiro di farlo ripassare, ma terminata la gara non ci parlammo, così come a cena, alla quale era presente un grosso personaggio di Honda. Dopo mangiato era tutto passato e si rideva e scherzava come prima. I giapponesi avevano una grandissima stima di Gabriele, lo apprezzavano molto per la lealtà, che è una loro caratteristica come popolo. Finì quando decisero che era troppo vecchio, una scelta che non era sostenuta dai fatti, visto che vinceva ancora. E infatti anche Gabriele si arrabbiò".

"Tarquini è una persona di una intelligenza fuori dal normale, potrebbe fare qualsiasi lavoro. Ha un carattere molto, ma molto spigoloso: però è talmente diretto e preparato che non puoi metterti al suo stesso piano, sa benissimo come argomentare le sue tesi. Se vai allo scontro perdi, ma se vuoi collaborare, diventa facilissimo trovare il punto d'intesa. E poi ha un senso della fisica innato e naturale, pur non essendo ingegnere".

"Un anno prendemmo parte al BTCC con la terza macchina, contro le due Honda fisse di Tom Kristensen e James Thompson. Quest'ultimo fece i test invernali, ma in stagione vincemmo più di loro due! Alla prima gara gli altri ci superavano con una facilità estrema, ero disperato. Gabriele ci diede una serie di indicazioni, compreso un pezzo nuovo da fare. Era il caster, volai in Italia e alla gara dopo lo feci montare. Arrivammo secondi per 0"5, mentre le altre due Honda erano ancora disperse. Aveva avuto l'intuizione di capire cosa non andava e una volta messi sul sentiero giusto, la logica ci portava a fare ulteriori miglioramenti".

"Ho avuto la fortuna di lavorare con tutti i piloti italiani degli anni d'oro, ma dal punto di vista della capacità di messa a punto e sintesi, lui è stato unico. Fra l'altro è furbo perché dice subito quale problema è da risolvere in meno tempo, poi va sempre più in dettaglio a romperti le scatole. Ma se arriva a parlarti degli specchietti, vuol dire che la macchina è a posto. Ed è in grado di sistemarla per il weekend in corso, per quello successivo e anche per l'anno dopo!"

Alessandro Mariani, team Principal Honda Racing Team JAS e Gabriele Tarquini, Honda Civic WTCC, Ho

Alessandro Mariani, team Principal Honda Racing Team JAS e Gabriele Tarquini, Honda Civic WTCC, Ho

Photo by: FIA WTCC

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