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Farfus esclusivo: "Mi dò una gara di tempo per essere competitivo nel WTCR!"

Il brasiliano è nuovamente al via della massima serie turismo a 10 anni dall'ultima partecipazione nel WTCC. Dopo le stagioni in GT e DTM ora vuole mettere a disposizione la sua esperienza per Hyundai e BRC, come spiega in questa intervista con Motorsport.com.

Nick Catsburg, Augusto Farfus, Hyundai BRC Team

Foto di: BRC

Augusto torna a casa. Dopo 10 anni passati in giro per il mondo con la BMW, Farfus è nuovamente fra i protagonisti della massima serie turismo, ora FIA WTCR.

Era il 2010 quando il brasiliano lasciò l'allora WTCC intraprendendo nuove sfide con la Casa bavarese, che lo ha fatto correre tra GT e DTM fino al 2018, quando quest'ultimo programma è stato chiuso proprio dal 35enne nativo di Curitiba per cercare nuove sfide.

Una di queste gliel'hanno data Hyundai Motorsport e il BRC Racing Team, offrendogli il volante della i30 N TCR per la FIA World Touring Car Cup, dove si ritroverà in squadra con Nicky Catsburg, Norbert Michelisz e il Campione Gabriele Tarquini.

In occasione della presentazione ufficiale svoltasi a Cherasco, abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Farfus, sorridente e motivato per ciò che il 2019 gli propone.

Augusto, dopo tanti anni ritorni alle origini...
"E' vero, l'ultima stagione nel WTCC risale al 2010 e qui è dove tutto è cominciato. Molta gente che lavora nel BRC Racing Team era già nel Mondiale all'epoca e li conoscevo, lo considero come un ritorno a casa. Sono contentissimo perché adoro questo tipo di gare, corte e dove si dà il massimo, ricche di contatti e lotte. Appena si è concretizzata questa possibilità non me la sono fatta sfuggire".

Di tempo ne è passato, Augusto ora che pilota è?
"Torno con un'altra mentalità, all'epoca ero molto giovane e avevo una lettura diversa delle gare. Ora sono più preparato e ho tanta esperienza, per cui sono molto curioso di arrivare a Marrakech e vedere a che livello potrò giocarmela".

Quanto è cambiato invece il campionato rispetto a quando lo avevi lasciato?
"Le macchine devo dire che tutto sommato sono abbastanza simili, il concetto di vettura turismo non è cambiato e le trovo da un certo punto di vista semplici. Qui alla fine è il pilota a far la differenza. Invece è molto diversa la preparazione dei team e delle gare, praticamente siamo passati dal giorno alla notte. Vedo che anche le preparazioni nei test sono più accurate, così come l'affinare le auto. C'è un approccio strategico dove non basta vincere solamente le gare, ma bisogna pensare a tutto il weekend e al campionato. Non si parte a testa bassa dando gas, serve ragionare. Una volta non era così".

Nel frattempo hai intrapreso percorsi diversi, fra GT e DTM...
"Sì, sono stati fondamentali per la mia crescita e l'esperienza. Ora posso dare molto di più alla squadra con tutto ciò che ho imparato. Sono serie diverse con altro tipo di regolamento, ma alla fine riesco a metterci del mio e sono certo che potrò fare un ottimo lavoro".

Continuerai con i programmi BMW?
"Sì, assolutamente, di fatto è il mio impegno principale. Sono molto grato a loro per avermi dato la possibilità di correre anche nel WTCR, che non ha impegni concomitanti con il GT. BMW è la mia casa e continuo il mio legame con essa. Il WTCR è un programma alternativo, ma non meno importante e difficile. Si tratta di due priorità diverse, ma l'impegno che metterò sarà lo stesso".

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Quando hai chiuso con il DTM si era già presentata la proposta di correre nel WTCR?
"Non ancora. Ho scelto di mia volontà di lasciare il DTM perché dopo 6 anni sentivo il bisogno di cambiare aria. Nei primi anni sono stato molto competitivo, le ultime due stagioni non sono andate così bene. E' una serie fatta di alti e bassi, dove tanti possono essere i protagonisti fra una gara e l'altra, ma anche da un anno all'altro. Le motivazioni quando ti metti al volante ci sono sempre, qui si trattava proprio di affrontare qualcosa di nuovo".

Questo perché con il GT eri sempre più impegnato?
"Il programma WEC ed endurance cresceva tantissimo per BMW e io sono diventato uno dei loro piloti di riferimento per la categoria. L'accordo di fermarsi col DTM è stato raggiunto assieme perché non riuscivo a dare le giuste attenzioni ad entrambi i campionati. Non era giusto, ma in BMW sono stati davvero disponibili e hanno capito".

E qui è saltata fuori l'opzione WTCR...
"Esatto. In tutti questi anni mi sono sempre sentito con Gabriele Rizzo, che oggi è il team principal di BRC e all'epoca del WTCC lavorava in Alfa Romeo. C'erano tantissime altre persone con cui avevo mantenuto i rapporti, ma il problema era trovare il tempo libero per affrontare altri impegni perché spesso i calendari avevano coincidenze. Quest'anno ci sono riuscito, sarà molto dura, ma sono contentissimo di essere qui".

In inverno hai avuto modo di provare la Hyundai, come sono andati i test?
"Bene, in termini di velocità e prestazioni sono rimasto molto contento. Non abbiamo fatto confronti, anche perché spesso le condizioni non erano uguali per tutti. Mi hanno dato una grossa mano Tarquini e Michelisz, che conoscono la i30 N dal 2018, per cui abbiamo potuto provare dei nuovi dettagli suggeriti da Gabriele e "Norbi". Per capire il livello dove siamo bisogna aspettare Marrakech, ma in realtà non sono per nulla preoccupato. Anzi, sono tranquillissimo".

Quante gare ti dai di margine per essere competitivo?
"Una! Già nel primo weekend l'obiettivo è essere in lotta con i migliori, poi sono onesto e dico che non sarà semplice. Ma questo è quello che voglio".

Marrakech però è una pista particolare, la conosci?
"Purtroppo no, non ci sono mai andato. Partirò svantaggiato perché tutti gli altri invece la conoscono, ma onestamente non sono preoccupato. So che ci prepareremo bene facendo le nostre riunioni e studiando le migliori strategie. Saremo pronti".

Altre piste del calendario che non conosci?
"Slovakia Ring, Vila Real e Ningbo, per cui di fatto è il 40% del calendario. Marocco e Portogallo però sono cittadini, mentre Slovacchia e Cina sono piste più tradizionali, dunque non penso che su queste avrò grossi problemi".

Tu che corri nel GT conosci bene i problemi che si possono avere con il Balance of Performance, i quali hanno afflitto anche le Hyundai nel 2018 a volte. Come pensi di gestire questa cosa?
"Purtroppo la parola BoP non piace a nessuno, ma fa parte del gioco. Quello del WEC è addirittura diverso perché si basa su una marea di parametri. Ma se vogliamo delle categorie con più costruttori è necessario trovare il giusto livello per tutti, altrimenti avremmo solo campionati monomarca. Tutti si lamentano, ma ormai è una abitudine. Non penso che nel WTCR sia così incisivo come con le GT3 e le GTE, ma meglio avere 10 auto diverse in griglia a lottare piuttosto che un numero maggiore tutte uguali".

Nick Catzburg, Augusto Farfus, BRC Racing Team Hyundai i30 N TCR
Nick Catsburg, Augusto Farfus, Gabriele Tarquini, Norbert Michelisz, BRC Racing Team
Nick Catsburg, Augusto Farfus, Gabriele Tarquini, Norbert Michelisz, BRC Racing Team
Max Maximenko, Augusto Farfus, Nick Catsburg,  Gabriele Tarquini, Norbert Michelisz, Hyundai BRC Team
Augusto Farfus, Max Maximenko, Nick Catsburg, Hyundai BRC Team
Nick Catsburg, Augusto Farfus, Gabriele Tarquini, Hyundai BRC Team
Augusto Farfus
Nick Catsburg, Augusto Farfus, Hyundai BRC Team
Nick Catsburg, Augusto Farfus, Massimiliano Fissore, Gabriele Tarquini, Hyundai BRC Team
Nick Catsburg, Augusto Farfus, Gabriele Tarquini, Norbert Michelisz, Hyundai BRC Team
Augusto Farfus
Atmosfera alla presentazione
Hyundai i30N, BRC Racing Team
Hyundai i30N, BRC Racing Team
Hyundai i30N, BRC Racing Team
Hyundai i30N, BRC Racing Team
Presentazione  Hyundai BRC Team
Presentazione  Hyundai BRC Team
Presentazione  Hyundai BRC Team
Presentazione  Hyundai BRC Team
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