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Intervista

Ceccon esclusivo: "Voglio portare l'Alfa Romeo in alto nel WTCR, lo devo ai ragazzi di Romeo Ferraris"

Il bergamasco affronta la sua nuova avventura con la Giulietta del team di Opera, che ha lavorato tantissimo in inverno per dargli un'auto competitiva e ripetere le belle cose già mostrate lo scorso anno. Il legame è fortissimo e le motivazioni alte, come spiega in questa intervista con Motorsport.com.

Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Foto di: WTCR

Kevin Ceccon-Alfa Romeo, capitolo 2. Dopo il debutto a sorpresa al volante della Giulietta TCR costruita dagli uomini della Romeo Ferraris a metà 2018, il pilota bergamasco ricomincia nel FIA WTCR con le idee un po' più chiare su ciò che lo aspetta e cosa debba fare.

L'anno scorso era stato "strappato" all'azienda di famiglia e riportato nel mondo delle corse da Michela Cerruti e i ragazzi di Opera, che lo avevano catapultato nella massima serie turismo per la prima volta. Entrato in punta di piedi, Ceccon si è subito messo in mostra andando a punti, conquistando una pole position e anche la vittoria storica a Suzuka.

Oggi l'Alfa Romeo è diventata "Veloce TCR" grazie agli aggiornamenti e al durissimo lavoro svolto durante l'inverno dalla compagine lombarda, dunque il portacolori del Team Mulsanne ha fra le mani qualcosa con cui poter dire la sua, come spiega in questa esclusiva intervista rilasciata a Motorsport.com all'alba della stagione 2019.

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Kevin, partiamo dalla sessione di test collettivi di Barcellona: sei contento?
"Onestamente non abbiamo avuto un raffronto vero e proprio con gli altri perché di fatto ognuno svolgeva il suo lavoro. Alla Honda hanno affermato di aver spinto, penso anche le Audi, ma in generale si trattava di una due giorni per mostrarci ai giornalisti più che confrontarci realmente tra noi. Chi si è nascosto ha avuto i suoi buoni motivi per farlo, considerando che si volava immediatamente a Marrakech. Noi abbiamo un'idea di quelle che sono state le nostre prestazioni con le gomme, certamente un confronto con gli avversari sarebbe stato utile, però siamo contenti del nostro lavoro. Abbiamo solo avuto due problemini di piccolissima entità come due forature e un cuscinetto, nulla di grave. Siamo pronti, ma non posso dire al momento dove ci troviamo in griglia".

Hai citato le gomme, la Yokohama ha portato la nuova mescola; cosa è cambiato rispetto al 2018?
"Tantissimo, queste sono quelle che avevano studiato per il Nordschleife e sembra che ci sia un'usura maggiore, però è vero anche che la nostra vettura è un po' diversa rispetto alla 2018. Sarà molto importante gestirle e pare che funzionino a livelli di temperature diverse, penso che ci sia ancora un po' da lavorare. Quest'anno abbiamo 18 gomme nuove a disposizione e 8 usate dall'evento precedente, a fine weekend decidi quali tenere e poi restituisci quelle che non ti interessa tenere. A Marrakech le avremo tutte nuove, nell'arco dell'anno andrà fatto un lavoro dedicato agli pneumatici che sarà molto importante".

Detto che gli altri si sono nascosti, in pista hai provato a seguire qualcuno?
"Sì, ho dato un'occhiata anche ai nostri avversari e secondo me a pneumatici usati non siamo messi così male. A mio parere tutto starà nel capire quanta differenza si potrà fare a gomma nuova, che è quella con cui si fanno i tempi. Marrakech non sarà molto indicativa perché è una pista cittadina con muretti vicinissimi e asfalto sporco; è un tracciato lento, l'ho provato al simulatore però credo che fino all'Ungheria i veri valori non si vedranno".

Le altre piste del calendario le conosci?
"Non sono mai stato in Marocco, a Zandvoort, Vila Real e Nordschleife, mentre le altre le ho già viste. A Sepang ho corso quando ero in GP2, ma anche altri la conoscono. I cittadini mi piacciono molto, come ho sempre detto. Sono curioso di andare in Portogallo, non avendo mai gareggiato su quel circuito, mentre a Macao ero andato bene anche nel 2018".

Con questa nuova Alfa Romeo dove pensi di poter dire la tua?
"Più che nuova, direi che è un restyling della Giulietta 2018. Abbiamo modificato solo alcune parti e la distribuzione dei pesi per farla rendere al meglio. Credo che da metà stagione in avanti andremo bene, questa è la mia sensazione. Debbo ammettere che mi sto divertendo tanto, ho ritrovato il piacere di correre, cosa che in passato era venuta un po' meno a causa di poco tempo passato in macchina. In quel caso, quando ti metti al volante, non sei allenatissimo e hai tante cose in testa, mentre nel WTCR si sta tanto in pista e la vettura è piuttosto facile da portare al limite, cosa bellissima. Tutto ciò aumenta la confidenza".

La macchina ha mantenuto la stessa livrea, niente rosso...
"La livrea è stata scelta con il tricolore proprio per sottolineare che il progetto è tutto italiano. Mi piace molto la nuova colorazione, la trovo più aggressiva e sono stato d'accordo con il team quando ha deciso di mantenerla. Inoltre ho anche condiviso la decisione di tenere le stesse linee della vettura perché mantiene la filosofia del TCR di avere un legame con quelle stradali. La gente si può indentificare meglio nel modello, no? C'è sempre un collegamento con il prodotto di serie".

In squadra c'è anche un cinese, il tuo nuovo compagno Ma Qing Hua: come ti trovi con lui?
"Per ora parliamo inglese, poi abbiamo discusso se imparare io la sua lingua e lui l'italiano! Scherzi a parte, mi trovo molto bene e non ho mai avuto voce in capitolo sull'ingaggio del mio compagno di squadra, è una cosa che spetta al team. Penso che assieme possiamo crescere tantissimo, lui ha anche l'esperienza fatta nel WTCC in Citroën, per cui sono felice che sia qui".

Tu che vieni dalle monoposto hai trovato una nuova dimensione, il turismo fa per te?
"All'inizio è ovviamente tutto diverso e la cosa più differente sono i contatti, che nel turismo non provocano danni all'auto e sono d'obbligo per far capire agli altri che anche tu sei presente e pronto a combattere. In altre serie ti affacci solo per farti vedere, qui entri diretto appoggiandoti. E' proprio una concezione diversa, le gare sono brevi, battagliate e mai noiose".

Come va con il rispetto fra i piloti in pista?
"E' come nelle gare di go-kart. Quelli che stanno davanti si picchiano con rispetto, mentre dietro succede un po' di tutto. Qui è uguale. Penso di essermelo guadagnato, lo capisco da tante cose e situazioni. E' gratificante e dà onore. Personalmente non ci metto molto a trovarmi a mio agio, anche caratterialmente. Se debbo combattere non mi tiro indietro".

L'anno scorso hai detto che entravi in punta di piedi, oggi ti senti di puntare i piedi invece?
"Sinceramente no, con 7 Campioni del Mondo io non sono nessuno. Quando senti un Andy Priaulx che afferma di essere un rookie, non ho certo voce in capitolo per mettermi davanti a lui a parole. Voglio solo fare bene il mio lavoro e dare il massimo per questa squadra, che per tutto l'inverno ha lavorato tantissimo".

Per te è stato un inverno lunghissimo, dato che l'ufficializzazione del rinnovo è giunta tardi...
"In realtà prima dei test di Vallelunga ero già sicuro di restare in Romeo Ferraris, poi l'annuncio è arrivato più avanti per motivi di comunicazione e ritorno mediatico. Non avevo alcun motivo di cambiare, mi è stato chiesto se volessi continuare con l'Alfa Romeo e naturalmente ho detto sì. E' stato deciso una settimana dopo Macao, poi abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo progetto".

Per quella che è stata la tua carriera fino ad oggi, pensi che Romeo Ferraris sia la squadra che ha creduto più in te?
"Diciamo che in tutte le squadre in cui sono stato mi hanno sempre ben voluto, probabilmente anche per il mio carattere molto amichevole e socievole con tutti. Credo di aver lasciato ovunque buoni ricordi. E comunque non penso che sia giusto sputare nel piatto dove si è mangiato, ma non è il mio caso. Qua mi trovo benissimo, forse anche perché hanno capito che necessitavo di un'accoglienza particolare dato che ero spaesato, non conoscendo un'auto a trazione anteriore e il turismo. Conoscevo già Michela Cerruti e ho accettato la sua proposta con entusiasmo. Siamo cresciuti un sacco assieme, il morale era piuttosto basso nel team e con me sono arrivati i primi risultati dopo una marea di lavoro dei ragazzi, questo ha favorito il percorso assieme".

Quanto avete provato per aggiornare l'Alfa Romeo arrivando al modello Veloce TCR?
"In realtà non tantissimo, dato che il programma clienti ha costretto il team ad un lavoro incredibile. Io mi sono allenato fisicamente girando parecchio in bicicletta e un po' al simulatore, ma in pista l'unico vero test è stato a Vallelunga, con le gomme 2018 però. Rispetto al lavoro che hanno fatto quelli della Cyan Racing e Lynk & Co naturalmente abbiamo girato meno".

Il WTCR ha un format ricchissimo con due qualifiche e tre gare; servirà ragionare più che correre col coltello tra i denti?
"No, anzi! Proprio perché sono 30 gare all'anno da 10 giri l'una bisogna essere cattivissimi e raccogliere il più possibile, anche tenendo conto di eventuali incidenti che possono capitare. E' proprio per questo che mi piace il WTCR, ci si sportella pur di passare e non ci si fa nulla. Devi essere sveglio e non pensare molto, quando c'è uno spazio ti ci infili. Negli ultimi anni della mia carriera ho corso con monoposto, GT e prototipi, vetture che appena c'è una collisione sono inguidabili perché si rompono con nulla; è normale dover aspettare l'occasione, mentre nel turismo non c'è attesa. E' questo il bello".

Hai in testa altri desideri di pista?
"Non nego che mi piacerebbe provare a correre una 24h. In generale comunque mi adatto ad ogni situazione, se mi dai un tempo da raggiungere su un tracciato, è sicuro che giro e giro fino a quando non l'ho siglato. Qui mi sto divertendo moltissimo, per ora sono contento. Chissà se con l'Alfa Romeo ci sarà la possibilità di fare qualcosa di endurance, sarebbe interessante".

Tu che hai frequentato ambienti come Formula 1 e affini, sempre molto particolari e chiacchierati, nel paddock del WTCR come ti trovi?
"Per me è il massimo perché si spinge tantissimo sull'immagine, i social e l'interazione con il pubblico, che va assolutamente avvicinato. Vedo famiglie e bambini che altrove non possono nemmeno chiederti un autografo perché sei troppo distante. A questo sport servono anche personaggi curiosi e particolari. La F1 ha Lewis Hamilton, ad esempio, qui da noi c'è Tom Coronel; sono piloti che vengono amati dalla gente per le attività che fanno a livello mediatico e social, è giusto che sia così! I fan adorano tutto ciò e mi piace perché alla fine tutto il motorsport avrà più interesse, informazione e ritorno. Da pilota dico che non possiamo risultare inarrivabili, deve esserci il contatto col pubblico".

Per concludere: a fine 2019 sarai contento se...?
"A me piacerebbe vincere almeno una gara e fare una pole position, totalizzando più punti dell'anno scorso. Però onestamente non mi sono mai posto un obiettivo, preferisco vivere alla giornata e cercare di sfruttare al massimo ciò che ho a disposizione facendo bene il mio lavoro. Sicuramente il podio lo devo raggiungere, poi vediamo cosa succederà".

L'anno scorso hai superato le tue aspettative di un bel po'...
"Assolutamente sì, quando mi hanno chiamato ero molto motivato e certo di poter raggiungere la zona punti. Pole e vittoria onestamente no, non me lo sarei mai aspettato proprio per il motivo che non conoscevo nulla, il resto è stato manna dal cielo".

Il tutto senza avere il supporto di un team ufficiale Alfa Romeo...
"E' proprio per questo che prima sottolineavo quanto i ragazzi della Romeo Ferraris stanno facendo in fabbrica ogni giorno. Ed è per questo che li voglio ripagare con dei bei risultati. Diciamo che potrebbe essere il mio obiettivo dichiarato. La squadra ci sta mettendo l'anima, giorno e notte, con tantissime energie. Non so come potrebbe essere con il sostegno di un team ufficiale, ma cambierebbero anche le aspettative".

C'è meno pressione da questo punto di vista?
"No, ce nè molta di più. Quando sono arrivato non conoscevo il lavoro che svolgeva la Romeo Ferraris, mentre durante l'inverno ho visto coi miei occhi gente uscire dalle officine ad orari improponibili pur di ultimare il lavoro e darci tutto il materiale per fare bene. Mi sento debitore nei loro confronti, si sono spezzati la schiena per me ed è giusto che li ripaghi. Quando a Suzuka gli ho detto via radio di salire tutti sul muretto per festeggiare la vittoria, mi è uscito dal cuore. Hanno preso 500€ di multa perché non si può andare in massa lì, ma era giusto così. Non dico che i team ufficiali non abbiano a cuore il loro lavoro, ma qui è tutto diverso. Kevin Ceccon è la punta dell'iceberg, dai miei risultati dipende molto e valorizza il loro lavoro. Per questo c'è molta più pressione, ma non sono affatto preoccupato, anzi, molto motivato!"

Ma Qing Hua, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR, Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
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