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Intervista

Björk: "Con Lynk & Co voglio vincere già più di una gara. E magari il titolo WTCR..."

Al debutto con la nuova macchina cinese, il pilota svedese ha ricominciato il lavoro con Cyan Racing riportando l'esperienza fatta nel 2018, dove ha capito cosa serve per arrivare al titolo della massima serie turismo dopo i rinnovamenti.

Thed Björk, Cyan Racing Lynk & Co 03 TCR

Foto di: WTCR

Anno nuovo, vita nuova. E ritorno a casa. Per Thed Björk il 2019 del FIA WTCR è la stagione del rientro in azione con Cyan Racing, la squadra che lo aveva portato a laurearsi Campione nel FIA WTCC al termine del 2017 assieme a Volvo Polestar.

Dopo un'annata passata a capire le differenze tra una TC1 (la Volvo, appunto) e le TCR guidando la Hyundai della Yvan Muller Racing, lo svedese si è tuffato nel progetto che la squadra del suo paese ha intrapreso con la Lynk & Co 03, macchina cinese che debutterà in pista quest'anno dopo mesi e mesi di test di sviluppo.

"Abbiamo lavorato tantissimo sullo sviluppo e io ho cercato di dare il mio contributo sfruttando l'esperienza e ciò che ho imparato lo scorso anno guidando la Hyundai, una macchina molto forte - ha detto Björk - E' difficile fare un confronto con essa, è stata costruita veramente bene secondo i regolamenti TCR. Noi abbiamo girato tanto in inverno, speriamo di essere pronti, al momento non sappiamo ancora dove siamo perché tutti si sono un po' nascosti. Certamente affrontiamo una sfida molto grande".

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"Fra l'altro la Hyundai era molto semplice da guidare, almeno secondo il mio stile. La Lynk & Co 03 lo è altrettanto, seppur molto diversa in parecchie parti. Però abbiamo visto che con le TCR in alcune piste si può andare forte e in altre soffrire, dipende sempre dalle caratteristiche. Per questo dico che bisognerà essere molto consistenti nell'arco dell'anno, prendere punti in tutte le gare e sfruttare ogni occasione".

Non ci sono grandi differenze tra passato e presente, ma gli stimoli che si hanno nel condurre un mezzo fin dai suoi primi km e poi portarlo in gara sono ovviamente particolari.

"Quando ero in Volvo la TC1 era nata seguendo un progetto tutto nuovo, ma lì si trattava di un programma ufficiale. Nel 2018 ho guidato la Hyundai da cliente, per cui ricominciare da capo su una nuova auto è bello. E ti dà anche la possibilità di crescere. Sono contento di avere in squadra Yvan Muller perché con la sua esperienza possiamo salire tutti di livello".

Il 2018 è servito per apprendere diversi aspetti di un campionato rinnovato non solo nei regolamenti tecnici, ma anche in quelli sportivi. Tutta esperienza riportata dai ragazzi della Cyan Racing sulla Lynk & Co.

"L'anno scorso sono riuscito ad essere competitivo dopo alcune gare perché non avevamo avuto modo di provare tanto, mentre stavolta le prove si sono svolte per alcuni mesi tra Valencia, Barcellona, Algarve ed Estoril, dovevamo essere già pronti e ci abbiamo provato. La squadra ha fatto un grande lavoro, non so se siamo esattamente al punto che volevamo, vedremo. Tra l'altro la competizione è salita un bel po' quest'anno, ma un conto è confrontarsi in pista nei test e un altro è farlo nel weekend di gara".

"Quello che è stato fatto l'anno scorso con la YMR ci darà una grande mano oggi, abbiamo imparato tantissime cose fra regolamenti, BoP e gestione del campionato. E il livello si è innalzato, dunque dobbiamo essere pronti".

"Durante l'anno sono tante le cose che fanno la differenza. Me ne sono reso conto nel 2018 guidando la Hyundai, che era la macchina più forte. Noi dobbiamo prendere punti ovunque e cogliere ogni occasione. Se siamo in grado di vincere, non dobbiamo farcelo sfuggire, il campionato si vince così. Abbiamo lavorato tantissimo con tempi ristretti, per questo dico che in pista vanno colte le chance".

Come citato dal nordico, il Balance of Performance avrà una sua valenza specifica durante la stagione, come si era già visto nel corso della passata stagione.

"E' difficile dire cosa ci possiamo aspettare dal BoP, sicuramente avrà un suo peso specifico e infatti la nostra macchina non è tra le favorite da questo punto di vista. A Marrakech ne sapremo di più, ma c'è da dire che nel 2018 su certe piste ha influito più che in altre. Dipende da tante cose. Noi siamo nuovi e ci aspettavamo di avere un po' più di zavorra, ma fa parte della nostra sfida, non sono preoccupato e voglio pensare solo a fare bene il mio lavoro. Alla fine vinceranno il miglior pilota e il miglior team, vediamo".

Nel WTCC Cyan Racing si era impegnata molto con una macchina costruita in casa, la Volvo, mentre oggi è sbarcato un marchio cinese nella massima serie turismo. Con grandissime ambizioni, per altro.

"Quando sono arrivato nel WTCC nessuno mi conosceva e anche io mi sono dovuto adattare. Ho vinto il titolo nel 2017, poi il programma si è interrotto, come ben sappiamo. Il mio obiettivo era vincere almeno 3 Mondiali, diciamo che ora ricomincio la rincorsa, consapevole che ho davanti una bella montagna da scalare".

"L'approccio dei cinesi è certamente diverso rispetto a quello di noi europei e svedesi. Per me è bello perché si conoscono nuovi modi di lavorare, però ci hanno dato totalmente fiducia nel lavoro di sviluppo e me ne sono accorto. In Cina vogliono fermamente diventare protagonisti nel motorsport facendo vedere che sono bravi anche loro a costruire macchine. Si sono potuti avvalere della conoscenza di Volvo e quando il programma WTCC è stato chiuso c'era la voglia di Geely Group di rimettersi in gioco con una nuova avventura e sfida".

A questo punto c'è da chiedersi se la Lynk & Co sarà in grado di imporsi già nel 2019. Da questo punto di vista, Björk ha una sua precisa idea di come sarà la situazione.

"Penso che siamo pronti per vincere diverse gare, non sarà semplice perché siamo al primo anno, ma il nostro obiettivo è il titolo. Non so se ce la faremo subito, ci proveremo ovviamente. Prima di tutto, però, sarà una sfida contro noi stessi. Dobbiamo vedere se la macchina è competitiva e affidabile, se porteremo a termine le gare e se il team lavora bene. E' tutto nuovo, a partire dalla 03 TCR, dunque sappiamo cosa ci aspetta. Gli altri conoscono già le piste e le loro vetture, noi abbiamo tante incognite da scoprire".

"E' ovvio che nel nostro campionato bisogna essere aggressivi e veloci, ma serve anche saper ragionare, precisione e tattica. Non credo che la gente voglia spingere e basta, quando uno si trova davanti, la cosa migliore è gestire senza strafare e cercare di scappare via per forza".

La griglia del WTCR è stata ribattezzata "SuperGrid" dagli organizzatori, dato che è ricca di Campioni del Mondo, fra cui proprio il 38enne di Vrestorp. Segno che il nuovo concetto di corse turismo adottato dalla FIA si sta evolvendo sempre più.

"Secondo me il TCR è un concetto fantastico di corse turismo che ha un suo sistema nazionale ben funzionante, per poi arrivare a noi che siamo la punta delle serie internazionali. Certamente sarei curioso di vedere cosa succederebbe se il nostro campionato tornasse ad essere un Mondiale FIA vero e proprio coi costruttori presenti in prima linea, ma il motorsport si sta evolvendo tanto e non so dove potrà arrivare fra 10 anni. In sole due stagioni il WTCR ha fatto passi da gigante".

"Magari arriveranno le auto elettriche. Sono molto curioso di scoprire queste innovazioni ibride, penso che prima o poi le avremo anche noi e mi piacerebbe capire come sviluppare questi concetti. D'altra parte, il turismo è legato al prodotto di serie, che ultimamente sta pensando anche a questi sistemi, per cui penso sarà un passaggio naturale avere gare turismo elettriche un giorno".

Infine una parola per il suo compagno di squadra più giovane, Yann Ehrlacher, che abbassa la media d'età fra lui, Yvan Muller ed Andy Priaulx.

"Yann è uno che spingerà moltissimo perché ha le capacità per farlo. E' vero che siamo tre esperti, ma lui non si tirerà certamente indietro".

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