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Tarquini: "Sarebbe bello vincere il titolo con la Honda"

Il 51enne pilota abruzzese ci svela come sono andati i test con la nuova Civic e le sue ambizioni...

Tarquini:
A volte ritornano, è proprio il caso di dirlo! Era il 1999 quando il binomio Honda - Jas Motorsport, con Gabriele Tarquini al volante di una Honda Accord, otteneva un ottimo quarto posto nel Campionato Superturismo Tedesco. Altri tempi, altre vetture, altre persone, ma la trait d'union tra la casa Giapponese e l'azienda milanese, a distanza di 14 anni, è la stessa e porta il nome di Gabriele Tarquini. Nella stagione 2013 del WTCC il “Cinghio” sarà alla guida della nuova e quasi futuristica Honda Civic, la vettura con la quale la Honda ha deciso di tornare in prima persona nel motorsport, dopo aver abbandonato la Formula 1 nel 2008. Un impegno importante che dovrà portare nel minor tempo possibile i suoi frutti. Al Motorland Aragon di Alcaniz Gabriele Tarquini e Tiago Monteiro hanno appena completato una prolifica tre giorni di test, dividendosi tra la messa a punto di differenziale, sospensioni, motore ed elettronica. A circa un mese dalla prima gara del WTCC, in programma a Monza il 23 e 24 marzo, Gabriele ha raccontato ad OmniCorse le sensazioni che la Civic gli ha trasmesso. Tra qualche giorno compirà 51 anni, ma dalle sue parole sembra ancora un ragazzino che dietro ad un volante si diverte e vuole far bene. Una filosofia di vita che ai giapponesi proprio non dispiacerà… "Dopo le tre gare effettuate da Tiago nella scorsa stagione, quest'inverno abbiamo ricominciato a provare intensamente per prepararci al meglio in vista di Monza. È chiaro che la vettura necessita ancora di sviluppi e test, ma le sensazioni sono positive. Prima dell'inizio della stagione abbiamo ancora in programma due sessioni di prove sul circuito brianzolo, che ci saranno senz'altro utili anche per confrontarci con gli altri team. Ad Alcaniz è andato tutto per il meglio, siamo riusciti ad effettuare il lavoro programmato e non abbiamo avuto rotture di alcun genere, ma non avevamo riferimenti in quanto siamo stati i primi a girare con una WTCC sul tracciato spagnolo". La Civic è una vettura che ha subito impressionato per l'avanzato livello di elettronica di cui dispone e questo forse è l'aspetto più temuto… "Nel corso di questi ultimi mesi è stato fatto un gran lavoro per sviluppare a dovere tutto il pacchetto elettronico e c'è ancora tanto da fare. Indubbiamente è la componente che necessita di più lavoro, ma anche quella dalla quale ci aspettiamo grandi risultati sia in termini di guidabilità che di potenza del motore. C'è da migliorare e quindi è normale che ci sia un po' di apprensione, ma durante i test non ci ha dato noie e questo è già un grande passo avanti". Che sensazioni hai avuto dal motore quattro cilindri turbo, che hai potuto provare nel suo ultimo step di sviluppo? "Il motore sta andando abbastanza bene e devo dire che i tecnici della Honda hanno fatto un ottimo lavoro per arrivare nella miglior condizione possibile al primo appuntamento di Monza. Ho avuto modo di provare la versione definitiva, che rispetto alla precedente presenta notevoli aggiornamenti sia sotto il profilo hardware che software. I risultati ottenuti ad Aragon sono senza dubbio quelli sperati, ma hanno bisogno di essere validati su un tracciato dove è possibile avere riferimenti degli altri team". Che differenze hai notato nella metodologia di lavoro e nell'approccio alla preparazione della vettura rispetto al team che avevi nella Seat? "Sono entrambi team molto professionali e appoggiati da una Casa ufficiale, con una differenza sostanziale: l'aspetto geografico. La Honda ci sta dando un supporto incredibile dal punto vista dell'elettronica e dei motori ed inoltre si appoggia alla Jas Motorsport per la telaistica. Ci sono quindi due anime all'interno del team: una rappresentata dai giapponesi, che ci hanno seguito perennemente nel percorso di avvicinamento alla prima gara e un'anima tutta italiana che si è occupata dello sviluppo dello chassis e del gruppo sospensioni. La difficoltà, soprattutto all'inizio, è stata integrare queste due figure e per me è stata una sensazione nuova che con gli altri team non avevo mai vissuto. Alla Seat, ma anche all'Alfa Romeo nel passato, si faceva tutto all'interno della squadra e quindi, pur se con persone diverse, si seguiva un'unica metodologia di lavoro. Qui è leggermente diverso, ma devo dire che la fase di ‘mixing’ tra i giapponesi e gli italiani è andata a buon fine". Questo è il primo impegno ufficiale della Honda dopo il ritiro dalla Formula 1 nel 2008, che obiettivi vi siete posti? "Non è semplice rispondere a questa domanda ed è una valutazione difficile da fare. La vettura, rispetto alle tre gare dello scorso anno, è cresciuta sia come motore che come telaio. Realisticamente penso che si possa essere vicino al vertice già da Monza: spero di essere da subito a ridosso del podio e di poter vincere il prima possibile, in modo da poter essere in lotta per il titolo nel corso della stagione. Questo, però, è un fattore che dipenderà molto dagli sviluppi futuri della macchina che riusciremo ad effettuare e dalla competitività dei nostri avversari". E le ambizioni del "Cinghio" quali sono? "A me piacerebbe lottare ancora per il titolo, anche se analizzando quanto hanno fatto le ultime squadre che si sono affacciate nel WTCC viene da pensare che ciò non sarà facile. La Chevrolet per arrivare a vincere ci ha messo qualche anno, così come l'avventura Seat è stata caratterizzata da due fasi, una di predominio negli ultimi anni e una molto difficile e sudata al debutto. È chiaro che la Honda cercherà di accorciare queste tempistiche e di renderci subito competitivi ed in grado di lottare per la vittoria finale. Io ho già avuto un'esperienza con la Honda Accord e non sono riuscito a conquistare il titolo, sarei molto felice di ripartire da lì e stavolta di portarlo a casa…".

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