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Tarquini fiero: "Mi sento il padre di questa Civic"

Al pilota italiano sono bastati tre weekend per portare al successo la Honda: ora serve la continuità

Tarquini fiero:
Dopo due pole position consecutive a cavallo tra Marrakech e lo Slovakia Ring, ieri Gabriele Tarquini è riuscito nell'impresa di dare la definitiva consacrazione alla Honda Civic nel WTCC, portandola al successo nella prima delle due gare disputate sul tracciato alle porte di Bratislava. Ma non è tutto, perchè anche nella seconda manche è riuscito ad agguantare il gradino più basso del podio, sfoderando una grande rimonta dal decimo posto in griglia. Dunque, alla Casa giapponese sono bastate tre gare (cinque se si contano anche le ultime due del 2012) per riuscire a guardare tutti dall'alto al basso. Davvero una bella impresa... Le sue parole dopo questa prima affermazione sono state quelle di un papà molto fiero: "La fine della prima gara è stata un momento davvero emozionante. Questa macchina è un po' come una bambina: io sono suo padre, Tiago (Monteiro, ndr) l'ha accudita per qualche gara ed ora è tornata da me. E' molto importante per me: mi spiace per gli altri due piloti della Honda, ma penso davvero di essere il padre di questa Civic". La Civic fa grandi progressi, anche se forse manca ancora un po' di motore rispetto alla Chevrolet: "E' una vettura fantastica da guidare: ha un'ottima gestione dell'usura degli pneumatici, si comporta bene in frenata ed anche il motore è buono. A livello di accelerazione e potenza ci manca ancora qualcosa rispetto alla Chevrolet, ma sapevamo che su una pista più "normale" saremmo stati più competitivi rispetto alle prime due gare". Le aspettative comunque erano buone per la trasferta slovacca, anche se non è ancora il caso di soffermarsi troppo a godere di questo importante risultato: "Questa è una pista sulla quale avevamo già effettuato anche dei test e sapevamo che saremmo andati bene. Ci siamo migliorati di sessione in sessione ed oggi in gara, con le temperature molto alte, la macchina si è comportata davvero bene dall'inizio alla fine. Se vogliamo continuare così però sappiamo che dobbiamo lavorare duramente sia in Giappone che in Italia per essere competitivi".

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