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Lopez: "Torno a Marrakech con più pressione"

L'argentino iridato con la Citroen scrive per OmniCorse.it: prima e dopo ogni gara ci racconterà i segreti del WTCC

Lopez:

Cari amici di Omnicorse.it, è con molto piacere che oggi comincio a collaborare con questo sito dedicato al motorsport e che ha sempre messo in risalto il WTCC. Scriverò, cercando di raccontarvi le mie sensazioni e i miei pensieri prima e dopo una gara. Quelle cose che lo spettatore magari non riesce a cogliere stando davanti agli schermi o leggendo su siti e giornali. Vi spiegherò come sono andate le mie gare, ma anche cosa succede dietro le quinte del WTCC, di una squadra grande e professionale come la Citroen e del mio rapporto con i miei compagni di squadra. Io finalmente Campione del Mondo in mezzo a due personaggi che di mondiali ne hanno vinti a bizzeffe. Insomma vorrei raccontarvi le corse cercando anche fra quegli aspetti di cui si parla meno.

A MARRAKECH LA PRIMA VITTORIA CON CITROEN: RICORDI INDELEBILI
Oggi ad esempio, siamo alla viglia di Marrakech. La pista che lo scorso anno mi vide debuttare nel WTCC. Ci sono ricordi che restano indelebili. Su quel circuito è iniziato il mio cammino verso il titolo mondiale grazie ad una vittoria totalmente inaspettata. Facciamo però un passo indietro. Innanzitutto va detto che prima di firmare con la Citroen ho passato qualche momento di apprensione. Avevo fatto i test con la C-Elysée. Ero andato bene. I vertici della squadra erano contenti e mi assicuravano che avrei corso per la squadra. Dal canto mio avevo già rifiutato diverse offerte per correre nel Turismo argentino, quindi aspettavo con fiducia. La telefonata però non arrivava mai e in pratica c'è stato un momento, alla fine del 2013, dove non potevo più tornare in Argentina e non avevo ancora firmato per la Citroen. In pratica ero a piedi. Poi le cose si sono sistemate. La firma è arrivata e la mia avventura con la Citroen nel WTCC è cominciata ufficialmente.

YVAN MULLER ERA L'UOMO DA BATTERE
Sono arrivato in squadra e sono stato accolto davvero in maniera meravigliosa. Non voglio usare le parole che usano tutti, ma mi hanno sempre fatto sentire a casa, nonostante la squadra fosse francese e di piloti francesi ne aveva ben due. E che piloti! Avendo cominciato a correre in pista, sapevo benissimo chi era Yvan Muller anche perché ci avevo già corso contro nella prima gara fatta dal WTCC in Argentina. Il campione, l'uomo da battere.

SONO UN TIFOSO SFEGATATO DI SEBASTIAN LOEB
Con Sébstien Loeb, il discorso invece era molto diverso. Io sono di Cordoba. Di li passa il Rally di Argentina e tutte le persone sono fanatiche di questa disciplina. Me compreso. Tutti adorano Loeb e anche io ero (e sono) un fan sfegatato. Averlo in squadra però l'ho considerata un'opportunità, non una cosa che incutesse timore. Questo, come il fatto di correre un team ufficiale, sono cose che ho sempre voluto. Per vincere bisogna avere la macchina più forte e battere i migliori. Ovvio, se fossi arrivato terzo, nessuno avrebbe avuto nulla da dire. Ero un debuttante contro campioni affermati. Con questo spirito, ma ben consapevole di dove volevo arrivare, ho corso tranquillo. Solo verso il settimo round 2014, ho capito realmente che il mondiale si poteva vincere. Fino ad allora ho vissuto con gioia come in un bellissimo sogno.

HO VOLUTO SFATARE CHE SONO PILOTA VELOCE MA INCLINE ALL'ERRORE
Dopo i test è arrivato il momento della gara. Nelle prove invernali ero andato molto bene, ma debuttare su un circuito cittadino che non avevo mai visto non era certo il massimo. È chiaro che ogni pilota vuole vincere, ma in quel frangente mi sono detto che dovevo fare bene, evitando però di strafare e distruggere la vettura. Un terzo posto, alla prima uscita su un circuito difficile, mi avrebbe soddisfatto. La cosa che più mi stava a cuore era sfatare quella nomea che si era creata su di me ai tempi della F.3000 e della GP2. Ovvero quella di un pilota veloce, ma troppo incline all'errore. Dopo le Formule io sono tornato in Argentina a testa bassa. Laggiù, però, ho imparato tantissimo e sono maturato, diventando un pilota completo. Io sapevo questo, ma se avessi commesso un errore al ritorno delle gare in Europa quella nomea forse sarebbe tornata in auge. Dovevo far cambiare idea a tutti. Dovevo dimostrare di essere un pilota veloce, capace di fare punti, ma anche quello che aveva imparato a non sbagliare più.

CORRERE CON LA CITROEN, SQUADRA STRA-FAVORITA
Assieme a questi pensieri va aggiunto che tutti ci davano per stra-favoriti, ma in realtà noi non sapevamo quale era il reale potenziale della vettura in condizioni di gara. Il fine settimana poi è cominciato al meglio, ma molto sinceramente, la vittoria mi ha quasi preso in contropiede. Per me è stata una sorpresa assoluta e mi ha dato una gioia che nessuno può immaginare.

TORNO IN MAROCCO CON PIU' PRESSIONE
Quest'anno le cose sono bene diverse. Abbiamo già fatto una gara. Il campionato è iniziato nel migliore dei modi. Sono in testa al mondiale ma, rispetto allo scorso anno vado in Marocco con una pressione maggiore. Tutti si aspettano da me la vittoria o quantomeno che io finisca tra i primi. Da fuori può sembrarlo, ma non è mai facile confermarsi. La pista è sempre la stessa, ma tutto quanto sta attorno a me è cambiato. Gli avversari faranno di tutto pur di stare davanti, quindi dovrò dare sempre il 110%. La strada che porta a vincere il campionato è lunghissima ed in ogni tappa bisogna sempre segnare punti che alla fine potrebbero fare la differenza. Io ce la metterò tutta come sempre, sapendo che da oggi avrò qualche tifoso in più. Confido nel vostro supporto…

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