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Lopez: "Che brividi con i muretti sfiorati a 240 km/h"

L'argentino della Citroen analizza l'insolita gara di Vila Real dove ha vinto dalla pole position

Amici di Omnicorse, con la gara di Vila Real è finita la prima parte della stagione. Adesso ci sarà una pausa di due mesi e poi il rush finale con gli ultimi quattro appuntamenti. È stata una prima parte che per me si è chiusa in maniera molto positiva visto che anche questa volta sono riuscito a guadagnare punti sui miei avversari diretti. Il vantaggio, che ora è salito a cinquantacinque punti, mi ha davvero soddisfatto e mi consente di guardare con minor pressione alle ultime gare. Ma veniamo a questa gara.

VILA REAL MI HA SPAVENTATO DOPO LA RICOGNIZIONE
L’ultima volta che ci siamo sentiti vi ho detto che non sapevamo bene cosa aspettarci, in quanto nessuno di noi aveva mai visto il circuito nella veste definitiva. Giovedì quando ho fatto la ricognizione a piedi, mi sono quasi spaventato. A dire il vero questa non è la parola esatta, diciamo che sono rimasto impressionato in quanto non lo pensavo così veloce e con i muri così vicini. Ho subito capito che avrei dovuto portargli rispetto, perché come vi ho spiegato l’altra volta su una pista come questa avevo già avuto un brutto incidente. Non voglio ripetere più quell’esperienza e quindi affronto questi tracciati con la guardia alzata.

IN PISTA E’ UN TRACCIATO MENO TERRIBILE DEL PREVISTO
Una volta in pista però le cose sono andate in maniera decisamente diversa. Non l’ho trovata così terribile, anzi, mi sono sentito subito bene, anche se ho capito immediatamente che un errore lo si sarebbe pagato molto caro. Ad esempio, c’era una doppia curva a sinistra che affrontavo a 240 Km/h un po’ scarico aerodinamicamente. Ecco, in quel punto sarebbe stato meglio non sbagliare. Insomma non ero rilassato. Il test del venerdì, comunque, è andato bene. Ho finito al primo posto con un bel distacco. Nelle libere 1 Yvan invece ha migliorato molto, mentre io stavo usando gomme molto vecchie. Nel turno successivo, però, sono riuscito a migliorare ancora la C-Elysée.

SONO RIMASTO SORPRESO DAL TEMPO DELLA POLE
In qualifica invece, dopo ogni tornata, tornavo ai box e mi dicevo che avrei potuto fare meglio in una curva piuttosto che in un'altra. Insomma mi mancava sempre qualcosa in un punto diverso del circuito. Poi nell’ultimo giro della Q3 sono riuscito a mettere tutto insieme ed è venuto fuori un tempo che mi ha sorpreso. Mi aspettavo 1’58” alto, invece è venuto fuori 1’58”515 rifilando mezzo secondo a Loeb e guadagnando cinque punti ad Yvan. Il fatto che nella Q3 non ci fosse il mio diretto rivale per il titolo l’ho colto come un ottimo segnale. Una grande occasione per incrementare subito il vantaggio in classifica. Qualcuno può prendere una cosa come questa come un’ulteriore pressione, altri come una cosa positiva. Io ho colto il lato buono della cosa, ed ho fatto il massimo che potevo, come faccio sempre. Non è che ho tirato fuori quel tempo li perché non c’era Yvan.

NON HO CERCATO LE FURBATE CHE HANNO SCATENATO LE POLEMICHE
Alla fine, quindi, ho digerito il circuito anche se, personalmente, farei la sede stradale un po’ più larga in prossimità della chicane, creando così situazioni favorevoli ai sorpassi. In questo modo si eviterebbero un sacco di problemi e polemiche, come poi è successo. Su piste particolari come queste, chi non è riuscito ad ottenere tempi veloci nelle qualifiche ha comunque ottenuto un vantaggio nella seconda gara proprio perché, da dietro, i più veloci non avevano possibilità di rimontare. Alla fine abbiamo visto macchine lente portare a casa punti pesanti. Questo mi rimanda un po’ alle polemiche che ci sono state dopo le prove. La cosa non mi riguarda perché non sono stato coinvolto. Hanno riguardato di più Ma Qing Hua e Yvan Muller. Però il tutto nasce perché ci si trova si fronte a circuiti che consentono situazioni particolari come quella di pensare al decimo posto piuttosto che a essere veloci in qualifica. Il regolamento lo consente, e su piste così capita. Forse bisognerebbe cambiare quello.

NON MI E’ PIACIUTO VEDERE MA IN POLE GIRANDO IN OLTRE 3'
A me non è piaciuto molto vedere Ma ottenere la pole girando in oltre 3 minuti e vincere poi la seconda gara. Bisognerebbe fissare un limite anche nella Q2 (adesso il 107% c’è solo per la Q1 ndr) così che tutti debbano andare veloci per forza. Resto comunque convinto che tutti, ma proprio tutti, abbiano provato a partire decimi una volta visto che non riuscivano ad essere veloci. E alla fine c’è anche da fare i complimenti a chi ci è riuscito perché comunque è stato il risultato di una tattica.

UNA VITTORIA IMPORTANTE PRIMA DELLA SOSTA ESTIVA
Poi è arrivata la gara. Non sapevo bene come sarebbe stato lo start. Dove partivamo noi c’erano delle macchie scure di olio dei camion che normalmente passano sulla sede stradale. Era sporco perché di solito in uscita dalla chicane non si passava dalla piazzola della pole. Però è andata bene e sono scattato davanti anche se non ho potuto rilassarmi neppure un secondo perché i muri erano realmente vicini. Inoltre faceva un caldo infernale nell’abitacolo e anche da questo punto di vista è stata dura. Non è mai facile. Alla fine ce l’ho fatta e sono davvero molto felice della vittoria. Prima di gara 2 ho guardato i risultati della prima corsa ed ho notato che dopo la terza curva nessuno ha più recuperato posizioni proprio per l’impossibilità di sorpassare. Lo start sarebbe stata quindi molto importante. Mi sarebbe però bastato non perdere troppi punti. Ho fatto una bella partenza. Ho passato Valente poi ho mollato per l’incidente delle Lada con Monteiro. Ero settimo e provavo ad attaccare Seb, quando ho visto la Lada arrivare larga alla chicane. Tarquini si è infilato mentre Michelisz, Loeb e Catsburg hanno voluto passare in tre in un posto dove è difficile transitare da soli. Ho capito che sarebbe finita male e, quindi, mi sono tenuto a distanza ed è andata bene visto che ho guadagnato due posizioni. Mi sono trovato al posto giusto nel momento giusto.

ORA GUARDO A MOTEGI CON PIU’ TRANQUILLITA’
Ho così recuperato dei punti ed ora mi ritrovo con un vantaggio importante che mi consente una maggiore tranquillità. Gli altri saranno costretti ad attaccare ancora di più e forse parte degli errori fatti in Portogallo sono stati dovuti proprio al dover recuperare. Adesso stacco e vado in Argentina per qualche giorno. Quando tornerò cominceremo a guardare a Motegi. Sicuramente faremo qualche test in modo da non perdere l’allenamento e arrivare in Giappone preparati. È la parte decisiva della stagione e non ci sarà spazio per nessun tipo di errore.

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