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Tarquini: "La Civic ha diversi concetti futuristici"

Il pilota italiano è entusiasta della nuova avventura con la Honda iniziata a Vallelunga

Tarquini:
Gabriele Tarquini non è solo un pilota. Non è solo un campione. È anche un grande motivatore che a cinquant’anni suonati mostra l’entusiasmo di un ragazzino. È stato il collettore che l’anno scorso ha fatto incontrare Honda e JAS Motorsport, riproponendo un abbinamento che si era già tolto molte soddisfazioni con la Honda Accord alla fine degli Anni ’90. Basta guardare il casco celebrativo che il “Cinghio” ha usato a Vallelunga per capire: backtothefuture è la scritta che ha diviso la calotta in due dello Stilo integrale. Il ritorno al futuro è descritto mirabilmente: sul lato destro è riprodotta la Accord impegnata nell’Europeo Turismo del 1999, mentre sulla parte sinistra appare la Civic del WTCC 2013 con uno slogan: JAS e Gabriele Tarquini, history repeat. È qualcosa di più di un auspicio? “Innanzitutto è una grande soddisfazione personale. Credo di essere stato il primo pilota a cui sia JAS, sia Honda hanno pensato quando hanno deciso di avviare il programma nel WTCC con la Civic. Ho lavorato con JAS e Honda per tanto tempo e insieme ci siamo tolti delle belle soddisfazioni: conosco bene l’ambiente e le persone e credo che questo, almeno all’inizio, possa essere un bel vantaggio per me”. Stai correndo con la Seat che sta valutando l’idea di rientrare ufficialmente nel WTCC: perché alla fine hai scelto il programma Honda? “Mi appassiona di più la proposta Honda. Con la Seat ho avuto una lunga storia, anzi la più lunga relazione sportiva da quando corro: sono stati sette anni molto belli e devo ammettere che anche dagli spagnoli ho avuto grosse soddisfazioni, però la Honda rappresenta una nuova sfida che è molto eccitante. La Civic è una macchina da sgrezzare, da affinare e so che c’è molto lavoro da fare per renderla vincente, ma c’è un grosso potenziale sul quale possiamo operare. Se ci sarà la Honda nel WTCC è perché vuole essere vincente!”. Si tratta del primo programma ufficiale Honda a livello internazionale dopo il ritiro dalla F.1 nel 2008: questa scelta ha una valenza non solo tecnica e sportiva, ma anche politica… “Non c’è dubbio, ma c’è anche un altro aspetto che merita di essere messo in rilievo. L’annuncio Honda ha anche un importante valore emotivo. Non dimentichiamoci che è arrivato poco dopo un paese devastato dal terremoto e dalla tsunami, per cui rappresenta per il Giappone la voglia di riabbracciare una certa normalità. Per noi europei rappresenta è una sfida di un marchio importante che vuole vincere”. La Civic ha i contenuti tecnici per essere vincente subito? Con l’uscita della Chevrolet dal WTCC è legittimo aspettarsi che sia la Casa giapponese a prenderne il posto? “Beh, guardando la storia recente del WTCC o più in generale dei vari campionati turismo, posso dire che non è affatto una cosa facile, anzi. Ogni marchio ci ha messo del tempo per diventare competitivo: la stessa Chevrolet, che sta dominando la scena negli ultimi tre anni, all’inizio era… ridicola con la Lacetti. E anche la Seat faceva sorridere al debutto, così com’è stato difficile l’arrivo della Ford nel campionato 2012 con la Fiesta Super2000. Non penso che si possa vincere subito. Il programma è partito solo da qualche mese, per cui non c’è stato molto tempo per pensare al telaio e al motore. Penso che le tre gare del 2012 facciano parte del programma di sviluppo, mentre il piano triennale inizierà nel 2013”. Tiago Monteiro, quindi, dovrà fare esperienza nelle ultime tre gare del WTCC del 2012, ma l’obiettivo è di essere in lotta per il titolo l’anno prossimo… “Certo, cercheremo di essere competitivi, però vincere mi sembra tutto sommato difficile”. La Civic che ha girato a Vallelunga è una vettura laboratorio o è già la macchina che debutterà a Suzuka? “La macchina ha alcuni concetti che sono futuristici. Questa Civic è stata pensata in fase di progetto per essere un salto in avanti nella categoria. Come tutti i programmi totalmente nuovi la vettura sarà da affinare e richiederà del tempo, in particolare nei controlli elettronici del motore. C’è da fare un grosso lavoro che inizia solo in questi giorni. Diciamo che abbiamo iniziato una corsa contro il tempo…”. L’anima della Civic è il motore quattro cilindri 1.6 litri turbo: un global engine… “E’ l’elemento nuovo, visto che è il frutto del lavoro iniziato da un foglio bianco e bisogna dire che i giapponesi non ci hanno messo molto per sfornare questo global engine dotato di iniezione diretta. La Chevrolet si è concessa un anno di test prima di entrare nel WTCC, noi questo tempo non lo abbiamo, ma cercheremo di fare del nostro meglio seguendo un programma di test che è già stato definito per arrivare al debutto di Suzuka. Nell’inverno, invece, ci dedicheremo allo sviluppo del programma del prossimo anno. Il motore non è un’unità di serie, ha soluzioni innovative con tanta elettronica nella gestione del turbo”. Qual è l’aspetto della macchina da seguire con più attenzione? “E’ presto per dirlo, quello di Vallelunga è stato poco più di uno shake down dopo quello di Vairano: abbiamo fatto delle verifiche funzionali dei singoli parametri del motore e iniziato qualche minima regolazione di telaio. Appare evidente che non abbiamo guardato il cronometro, ma abbiamo cercato di girare con una certa regolarità per risolvere i piccoli problemi che abbiamo dovuto risolvere”. Il motore, dunque, è solo al primo step… “L’impegno della Honda R&D è totale: posso solo dire che la versione del quattro cilindri che abbiamo utilizzato a Vallelunga non ha ancora gli accessori montati in via definitiva. Tutto è in rapida evoluzione dopo i test al banco che erano stati fatti in Giappone. Ed è in queste fasi che si impara a conoscere i singoli parametri della macchina, di come è fatta: per me il lavoro di collaudo è fondamentale per scoprire le caratteristiche di ogni parte della vettura. Può sembrare un impegno gravoso, ma permette di metabolizzare ogni singolo particolare”. Il lavoro di sviluppo degli ingegneri Honda è molto meticoloso… “E’ scientifico. Si analizzano tutti i parametri e si verifica il funzionamento di tutte le sonde e dei sensori prima di controllare se i parametri del motore sono in linea con le scelte di progetto. Nel primo giorno abbiamo avuto un piccolo inconveniente con l’idroguida a comando elettrico. C’erano due ingegneri dedicati non solo alla soluzione del problema, ma a definire la messa a punto di un particolare che ha possibilità di sviluppo molto interessanti”. L’elettronica è molto sofisticata… “La gestione del telaio ha un’elettronica limitata per regolamento, mentre quella del motore è avanzatissima. Ci sono sistemi molto diversi che devono dialogare fra loro senza errori. La centralina del motore è giapponese, mentre quella del turbo è britannica: bisogna trovare i giusti linguaggi perché tutto funzioni a meraviglia. Questo di Vallelunga, quindi, è stato uno shake down prolungato nel quale i tecnici hanno potuto valutare i singoli elementi della Civic, per definire quali sono i particolari che vanno rivisti e quelli sui quali si può iniziare la fase di sviluppo”. Il progetto è partito, ma Tarquini dove vuole arrivare? “Intanto mi piace essere qui per seguire la nascita e lo sviluppo del programma. L’idea è di restare legato alla Honda più a lungo possibile. Sono consapevole che, data la mia età non più freschissima, non posso pensare ad un contratto decennale…”. E ride di gusto…

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