Analisi Test Monza: il bolide Citroën, l'agile Volvo e la misteriosa Honda
Nelle prove collettive che le squadre hanno affrontato sul tracciato brianzolo, è emersa la conferma al top delle C-Elysée e l'enorme crescita delle S60, mentre le Civic hanno lavorato a parte. Sorrisi in ROAL, dubbi sugli altri team più piccoli.
Foto di: FIA WTCC
Dalla fine dello scorso anno, tutti hanno indicato la stagione 2017 del WTCC quella che sarà la più aperta e combattuta di sempre.
Il ritiro del team ufficiale Citroën, l'abbandono della LADA e il calo di iscritti hanno ovviamente lasciato un alone di incertezza sulla massima serie turismo (soprattutto per quanto riguarda il futuro), i cui protagonisti si sono riuniti per la prima volta a Monza per svolgere i test ufficiali.
Nelle giornate di martedì e mercoledì abbiamo visto in azione 12 vetture, con risultati e retroscena che hanno cominciato a delineare ciò che si potrebbe vedere nei 10 eventi dell'anno.
Cambia tutto per non cambiare nulla?
La prima cosa che è balzata all'occhio sono stati i tempi sul giro ottenuti da Rob Huff. Seppur la sua Citroën non sia quella ufficiale, pare proprio che la C-Elysée WTCC resti l'auto da battere.
Il pilota della ALL-INKL.COM Münnich Motorsport ha chiuso al comando tutte e quattro le sessioni disputate, risultando anche l'unico capace di scendere sotto il muro dell'1'53" con costanza e facendo giri veloci a ripetizione.
Detto che la vettura di "Huffy" è quella che guidava Yvan Muller lo scorso anno, è indubbio che la bravura del britannico unita al bolide de "Le Double Chevron" creino un binomio davvero temibile. Il nativo di Cambridge è assolutamente a proprio agio con questo mezzo, lo si è visto nitidamente per la naturalezza e la pulizia di guida che ha nell’affrontare ogni metro, ogni curva, ogni cordolo e ogni staccata.
Lo stesso discorso vale anche per i piloti della Sébastien Loeb Racing, spesso alle spalle di Huff, seppur staccati di diversi decimi. Tom Chilton è apparso più in forma di Mehdi Bennani, anche se l'inglese al termine della giornata di mercoledì non pareva così convinto della bontà di quanto fatto in pista. Diversa la posizione di John Filippi, ancora indietro rispetto ai compagni di squadra, ma il francesino è stato uno dei più attivi in pista completando davvero tante tornate.
Quanto è cresciuta la Volvo!
In casa Polestar Cyan Racing l'inverno è stato davvero intensissimo, con tanti km accumulati nei test di sviluppo che hanno portato la S60 TC1 ad essere veramente una vettura bellissima e da tenere d'occhio.
I dati accumulati in pista nel 2016 sono stati trasformati in fatti, che uniti all'aiuto di un collaudatore di lusso come Yvan Muller stanno pian piano facendo decollare gli svedesi. Thed Björk e Néstor Girolami hanno girato su tempi non esaltanti, ma è indubbio che il lavoro fosse mirato a provare altre cose che non ad ottenere una prestazione particolare sul giro secco.
Questo lo si è visto chiaramente nel comportamento dell'auto sul tracciato brianzolo: i fortunati che si sono appostati in alcuni punti della pista avranno sicuramente potuto notare con che agilità la S60 TC1 si muoveva alla prima variante e alla mitica "Ascari", dove il mix frenata-ingresso-cambio di direzione-accelerazione è apparso come una sinuosa danza priva di sbavature.
Sulle velocità non c'è nulla da dire, dato che tutte e tre le Volvo hanno avuto una media costante attorno ai 180km/h, con punte alla speed trap di oltre 250km/h, dunque assolutamente in linea con quanto fatto vedere da Huff. E ricordiamo che in pista non c’era Nicky Catsburg (impegnato a Sebring per la 12h), uno che ha un piede e un’intelligenza mica da sottovalutare.
Il mistero Honda: Civic, giù la maschera!
Anche in casa Honda si è preferito lavorare a parte, piuttosto che cercare un confronto vero e proprio con gli altri. La conferma è arrivata dalle parole che lo stesso Alessandro Mariani, team principal della squadra italo-giapponese, ha pronunciato nell’intervista concessa a Motorsport.com.
Le Civic WTCC sono inizialmente state rallentate da un problema al collettore di scarico, poi hanno proseguito alternando ed invertendo i piloti sulle tre vetture, che per l'occasione erano state sistemate in modo diverso per lavorare su aerodinamica, motore e assetti vari.
Come detto, i tempi non sono stati assolutamente competitivi con gli altri, ma ci sono un paio di elementi da tenere in considerazione. Monza non è la pista più favorevole all'auto giapponese, preparata dagli uomini della JAS Motorsport, per via del problema congenito che la Civic ha sempre avuto nella resistenza aerodinamica sui tracciati rapidi. Eppure le velocità di punta sono state davvero positive, pur sapendo che si stava lavorando non sulla prestazione, ma su altro.
Il secondo elemento è che l'agilità della Honda nei tratti lenti resta uno dei suoi grandi punti di forza, dunque, basandoci su quanto affermato da Mariani e su quanto visto in pista, se il margine su cui poter giocare è ampio ecco che anche il duo Monteiro-Michelisz sarebbe assolutamente in piena lotta per il titolo, mentre Michigami sta proseguendo la sua crescita con molta pazienza e impegno.
I sorrisi di ROAL e Coronel, il dubbio RC Motorsport
A Monza i team privati più piccoli scarseggiavano. L'unica squadra presente ad entrambi i giorni di prove è stata la ROAL Motorsport, mentre RC Motorsport ha girato solamente martedì.
Quest'ultima compagine è appena arrivato nel WTCC, c'era pochissimo personale i box e la LADA Vesta TC1 affidata a Yann Ehrlacher è ancora priva di sponsor. A primo impatto è parso un team in fase di ispezione su quanto lo aspetta, mentre si attende con ansia di sapere il nome del secondo pilota, annunciato come un professionista molto esperto del settore (da escludere però Gabriele Tarquini) che siederebbe sulla seconda Vesta.
Detto ciò, il giovane Ehrlacher, nipote di Yvan Muller, non ha affatto sfigurato e dopo un inizio un po' timido si è tolto la soddisfazione di concludere con il terzo crono assoluto della giornata. Ma c'è ancora tanto da fare e la strada appare un po' in salita.
Tornando alla ROAL, nei box di Roberto Ravaglia si respira la solita aria di tranquillità e divertimento. Il carisma di Tom Coronel aiuta a vivere a cuor leggero un'esperienza che vede il team veneto e l'olandese chiaramente non fra i favoriti.
La Chevrolet Cruze RML TC1 è un'auto priva di aggiornamenti e con potenziale ridotto rispetto ai colossi che la circondano, però il bravo Tom ha girato bene e chi lo sa che non possa regalarsi anche qualche successo nelle Opening Race, come accaduto nel 2016.
Presenti gli assenti giustificati
Infine bisogna parlare di chi non c'era. A Monza in pit-lane passeggiavano Dániel Nagy ed Aurélien Panis, in attesa che le rispettive Honda Civic vengano assemblate dagli uomini della Zengő Motorsport.
Il team ungherese sta attendendo il motore dalla Mugen, con qualcuno che sarebbe pronto anche a scommettere in una sua assenza dalle prime gare della stagione, come accaduto già un anno fa nella vicenda che vide proprio Nagy dover aspettare addirittura le gare di Vila Real per debuttare.
Esteban Guerrieri si è invece presentato tirato a lucido alla serata organizzata per gli addetti ai lavori: dopo le fantastiche prestazioni ottenute nell'evento di Termas della passata annata, l'argentino tornerà sulla Chevrolet RML Cruze TC1 della Campos Racing con la chiara intenzione di confermare quanto di bello mostrato in patria.
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