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Yamaha preoccupata dalla nuova SSP: “Si cambia qualcosa che funzionava”

A partire da quest’anno, sono ammesse in griglia di partenza della classe Supersport anche moto con una cilindrata significativamente maggiore rispetto ai soli 600 del 2021. Secondo Yamaha, si aggiusta qualcosa che non è rotto.

Dominique Aegerter, Ten Kate Racing Yamaha, Steven Odendaal, Evan Bros. WorldSSP Team

Dominique Aegerter, Ten Kate Racing Yamaha, Steven Odendaal, Evan Bros. WorldSSP Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Nell’autunno del 2021 è stato annunciato che il regolamento del campionato del mondo Supersport sarebbe cambiato profondamente a partire dalla stagione 2022. Fino allo scorso anno erano ammesse a competere nella classe intermedia delle derivate di serie solo le 600cc a quattro cilindri, le 675cc a tre cilindri e le 750cc a due cilindri. Dal momento che sono state prodotte sempre meno moto supersportive sono che si adattano a questo format, i vertici della serie hanno deciso di ammorbidire i limiti di cilindrata imposti fino al 2021.

Tuttavia, Yamaha non è affatto contenta di questa decisione. Il project manager Andrea Dosoli è infastidito dal fatto che la Yamaha R6 con 599 cc dovrà fronteggiare la Ducati Panigale V2 con 955 cc a partire da quest'anno. Per allineare i diversi concetti, ci sarà un sistema di controllo ride-by-wire unificato, in modo da equiparare le prestazioni della Ducati a quelle della Yamaha. “Se le nuove regole di equilibrio non funzionano, allora Dorna sarà il più grande perdente insieme a noi”, afferma Andrea Dosoli in un'intervista esclusiva con Motorsport.com. “La decisione non è stata presa a causa della situazione sportiva, le gare sono molto buone. È una decisione economica. Non siamo contenti di questa decisione”, afferma con convinzione in manager Yamaha.

Yamaha: “Perché riparare qualcosa che non è rotto?”

Secondo Dosoli, non dovrebbe essere cambiato alcun aspetto nel campionato del mondo Supersport: “Siamo preoccupati perché si sta cambiando qualcosa che in realtà funzionava molto bene. Qualche anno fa la situazione non sembrava buona, la griglia non era piena. Ma negli ultimi tre anni, il numero di piloti è aumentato, così come l’interesse per la classe. Ci sono tre costruttori in lotta per il podio e questo dimostra che la Supersport sta funzionando bene”.

Andrea Dosoli, Yamaha

Andrea Dosoli, Yamaha

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

“Inoltre, anche i team privati possono lottare per le vittorie", nota il manager Yamaha. Le possibilità per i piloti wild card sono limitate dal nuovo formato, perché nella maggior parte delle serie nazionale continua ad essere applicato il vecchio regolamento. “C'era la possibilità di correre con delle wild card. Se ci sono molte wild card, significa che c’è un interesse nella classe. A Misano ne abbiamo avute sette e questi sono segni che la classe stava lavorando bene. Vediamo che la classe sta lavorando bene non solo a livello internazionale ma anche nella serie nazionale. Abbiamo investito dei soldi dal 2017 sostenendo alcune squadre. Forniamo pacchetti competitivi, i giovani piloti hanno sempre avuto l'opportunità di passare alla classe successiva”.

Il programma junior della Yamaha sta crollando?

Un anno fa, Yamaha ha portato il campione del mondo Supersport Andrea Locatelli nel mondiale Superbike. L'italiano ha chiuso la sua stagione di debutto con una quarta posizione nella classifica generale, affermandosi di gran lunga come miglior esordiente. “I successi di Locatelli dimostrano che il sistema funziona”, nota Dosoli. “Quindi siamo preoccupati perché si sta cambiando qualcosa che in realtà funzionava bene”.

“Inoltre, la nostra struttura interna ne risente. Questa è una cosa che non possiamo accettare perché abbiamo investito molti soldi. Le ragioni del nostro coinvolgimento erano la promozione dei nostri prodotti, ma anche le opportunità di promozione per i giovani piloti", afferma Dosoli.

"Siamo preoccupati che queste nuove regole significhino che non possiamo capire correttamente quali piloti sono ammissibili”, è convinto il manager della Yamaha, che teme una stagione caotica. "Le squadre sono preoccupate. Non sanno se possono continuare ad essere competitive. Speriamo che la R6 continui ad essere il punto di riferimento".

Con il nuovo regolamento del mondiale Supersport, non c'è più bisogno di costruire moto da 600cc. È possibile che Yamaha sviluppi anche una moto Supersport con una maggiore cilindrata? “Siamo ancora sulla R6, che è una moto molto buona da guidare in pista", commenta Dosoli, sostenendo il concetto di 600.

Andrea Locatelli, BARDAHL Evan Bros. WorldSSP Team celebrates his World Championship

Andrea Locatelli, BARDAHL Evan Bros. WorldSSP Team celebrates his World Championship

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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