Un proverbio dice: "
Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna". E' più o meno quello che deve aver pensato oggi
Eugene Laverty, quando ha deciso di mettere mano al portafoglio per far arrivare in Australia il suo medico di fiducia, con l'obiettivo di fargli valutare la frattura del terzo metacarpo della mano sinistra rimediata ieri a
Phillip Island, durante i test privati del
Mondiale Superbike.
In un primo momento il pilota irlandese aveva manifestato la sua intenzione di rientrare in patria per un consulto con il
dottor Michael Kerr, ma poi ha capito che era meglio non sballottare troppo la sua mano, quindi ha preferito pagare di tasca sua il viaggio all'osteopata.
"
Sarei potuto volare a casa per vedere Michael, ma un volo di 24 ore mi avrebbe stancato e avrebbe potuto rallentare il mio recupero, quindi ho deciso di chiedere a Michael di venire qui e sono felice che lui abbia accettato" ha detto
Eugene.
Laverty è stato vittima di una caduta ad altissima velocità a causa di un problema con l'impianto frenante della sua
Aprilia RSV4. O almeno questa è la dinamica che Eugene ha ricostruito su
Twitter: "
Sono caduto perchè per un avvallamento le pastigline del freno hanno perso l'allineamento all'ingresso della curva uno, non sono riuscito a rallentare e quindi mi sono buttato giù dalla moto".
In ogni caso il portacolori dell'Aprilia spera ancora di non dover saltare la gara di apertura del campionato: "
La mano fa male ed è un po' gonfia, ma sono fiducioso di poter recuperare in tempo per correre. Per questo voglio con me qualcuno di potermi fidare e Michael mi aveva già seguito quando avevo subito un infortunio simile a Knockhill nel 2006".
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