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BMW Italia punta al titolo EVO con Sylvain Barrier

Andrea Buzzoni ha fatto il punto della situazione in una breve intervista concessa a WorldSBK.com

Con il ritiro del factory team, Sylvain Barrier si appresta a diventare il pilota di punta della BMW nel Mondiale Superbike. Il due volte campione del mondo della Superstock 1000 farà il suo esordio nella classe regina in sella ad una S1000RR EVO gestita dalla BMW Motorrad Italia. Il direttore Andrea Buzzoni ha quindi parlato delle aspettative per questo nuovo programma in una breve intervista concessa a WorldSBK.com, che vi riproponiamo integralmente: In cosa consiste questo nuovo progetto? Che obiettivi avete? "Come BMW Italia portiamo avanti un pilota che è con noi dal 2011 e con cui abbiamo vinto tanto ed al quale siamo legati. E’ un progetto di qualità, piccolo e compatto e basato su due pilastri: uno è il pilota e l’altro è la squadra, che raduna le eccellenze a livello di risorse umane che BMW Italia in questi quattro anni ha coltivato e portato avanti. Mi riferisco in particolare al Direttore Tecnico e Sportivo, ovvero Dino Acocella, di provenienza STK, ma dal 2011 in avanti impegnato quasi esclusivamente nell’ambito Superbike, quindi la figura ideale per gestire al meglio questa nuova avventura nella classe EVO. Ci sarà inoltre Rossano Innocenti come Crew Chief, il quale in sette anni di impegno nella Coppa FIM Superstock 1000 ha vinto ben sei titoli, tre con Ducati e tre con BMW Italia. Questo progetto vede inoltre il ritorno di BMW Italia alla sua configurazione originale, pur mantenendo uno stretto contatto con Monaco di Baviera, che ci utilizza come fonte di informazioni tecniche che dalla pista possono essere riversate sui prodotti futuri di tipo sportivo. In pianta stabile nel team ci sarà uno dei ragazzi di Berti Hauser, che dal 2014 è il direttore tecnico del settore Motorsport di BMW Motorrad. L’obiettivo è quello di vincere il titolo EVO, anche se sappiamo che gli avversari saranno molti, praticamente almeno la metà della griglia SBK". Quanto si concilia la formula EVO con questa nuova avventura? "Sotto il profilo tecnico credo che saremo avvantaggiati dalla formula EVO perché abbiamo un prodotto che eccelle. La classe EVO permette dei grandi risparmi sotto l’aspetto del R&D (ricerca e sviluppo) di motore ed elettronica, che notoriamente è legato a doppio filo con la casa madre. Non esiste a mio avviso una struttura racing privata in grado, con gli attuali regolamenti Superbike, di sviluppare motore ed elettronica a livello dei team ufficiali, per una questione di mezzi, competenze ed investimenti. La EVO rende quindi più agevole un progetto imperniato su pilota, moto derivata dalla serie e squadra. Da un punto di vista delle performance, come visto nella due giorni di test di Portimao, a livello di motore ed elettronica si possono fare degli affinamenti, ma non ci sono delle praterie di miglioramenti in questi due aspetti, mentre sarà cruciale il lavoro sulla ciclistica per tirare fuori il potenziale dalla moto e portare le sue prestazioni ad avvicinarsi a quelle Superbike. In uscita di curva le Superbike restano inavvicinabili, mentre in percorrenza siamo lì". Sylvain è un pilota che si è dimostrato già molto veloce, ma come lo vedi riguardo alle partenze di gara, forse il suo tallone d’Achille, e sulla maggiore distanza di gara rispetto alla STK? "Sulle partenze ho visto piloti ben peggiori (ride, ndr), nel senso che non è sicuramente il suo punto forte, però diciamo che nel 50% dei casi Sylvain la partenza la azzecca. Sicuramente è un punto sul quale bisogna lavorare. Sul fronte della maggiore lunghezza della corsa e delle due gare in un giorno solo, direi che sono molto fiducioso, perché Sylvain da un punto di vista fisico ha sempre fatto dei programmi di allenamento da pilota Superbike, soprattutto da due anni a questa parte. E’ inoltre seguito da James (Toseland, ndr), quindi sono tranquillo".

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