La tappa di
Sepang ha restituito un grande
Marco Melandri al
Mondiale Superbike. Le
Aprilia RSV4 hanno mostrato una superiorità importante sulle pieghe del tracciato malese, ma il pilota ravennate è stato bravissimo a portarsi a casa una doppietta, regolando in entrambe le manche il compagno di squadra
Sylvain Guintoli.
La vittoria arrivata nella seconda manche però forse è stata ancora più gustosa, perché la corsa si è decisa solamente all'ultima curva, dopo che Marco si è reso protagonista di una bella rimonta, resa ancora più difficile dal fatto che la distanza è stata accorciata a solamente 10 giri in seguito alla rottura del motore della
MV Agusta di Claudio Corti, che aveva inondato la pista d'olio.
La svolta di questa seconda gara sembrava essere arrivata nel corso del secondo giro, quando
Guintoli ha trovato il sorpasso ai danni di
Toni Elias tra la curva 7 e la curva 8, mentre
Melandri è andato lunghissimo una curva più tardi tentando la stessa manovra, finendo così per perdere due posizioni a favore delle
Kawasaki di Tom Sykes e Loris Baz.
Marco però non si è perso d'animo e dopo aver scavalcato le due
ZX-10R si è messo all'inseguimento del compagno di squadra a suon di giri veloci, arrivando nella sua scia nel corso della penultima tornata. L'ultimo giro quindi è stato davvero infuocato:
Melandri ha aperto le danze attaccando alla curva 9, ma è andato lungo, permettendo a
Guintoli di tornare davanti. L'italiano poi ci ha riprovato con successo alla curva 14, consentendo però a
Sylvain di prendergli la scia sul lungo rettilineo opposto.
Inevitabilmente quindi la lotta per la prima posizione si è risolta all'ultima curva:
"Guinters" ha provato a spingere al limite la sua staccata, superando all'interno la
RSV4 gemella. Il francese però è andato troppo oltre il limite ed ha dovuto allargare la traiettoria, lasciando un varco a
Melandri all'interno e spianandogli la strada verso la doppietta.
In ogni caso, anche il secondo posto è un risultato molto importante per
Guintoli, perché gli consente di recuperare altri 4 punti nei confronti di un
Tom Sykes che ha guadagnato il gradino più basso del podio nonostante una mano ancora dolorante: ora il britannico della
Kawasaki è davanti di 13 lunghezze, con
Rea, sesto in gara 2, che invece segue a -22. Con la doppietta di oggi poi potrebbe rilanciarsi anche
Melandri, che però resta a 54 lunghezze.
Detto del sesto posto di
Rea, davanti al britannico della
Honda si sono inseriti anche
Baz ed Elias, senza riuscire però ad impensierire
Sykes nella lotta per il terzo posto. Alle spalle di
"Johnny" invece troviamo due coppie con l'alternanza
Suzuki-Ducati: la prima è quella composta da
Eugene Laverty e Chaz Davies, seguita da
Alex Lowes e Davide Giugliano, la cui
1199 Panigale ha sicuramente accusato qualche problema, visto che nella prima parte di gara era nel trenino dei migliori.
Per quanto riguarda le
EVO, nella gara pomeridiana è arrivata la risposta di
Leon Camier, che con il 12esimo posto ha portato al successo la sua
BMW S1000RR, rifilando ben 7" alla
Kawasaki di David Salom, che si è dovuto difendere fino alla fine dall'altra
ZX-10R di Jeremy Guarnoni. Solo 15esimo
Niccolò Canepa, mentre la
Bimota di Ayrton Badovini continua ad essere trasparente per la classifica, non avendo ancora ottenuto l'omologazione. Peccato, infine, per la caduta di
Alessandro Andreozzi, che invece in gara 1 era andato a punti.
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