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Giugliano: "Un onore vedere Bayliss sulla mia moto"

Il recupero dalla tre fratture vertebrali procede bene per il ducatista, che dovrebbe rientrare ad Imola

Giugliano:

Sono passate un paio di settimane dall'incidente avvenuto nei test collettivi di Phillip Island che di fatto ha già messo la parola fine ad ogni sua velleità di puntare al titolo, con la frattura di tre vertebre che lo terrà lontano dalla sua Ducati 1199 Panigale per i primi quattro round del Mondiale Superbike, ma Davide Giugliano non si abbatte.

Il pilota italiano è tornato a parlare in un'intervista rilasciata a WorldSBK.com ed ovviamente è partito dalle sue condizioni: "Sto bene, mi sto riprendendo. Certo, non è una passeggiata recuperare da un infortunio di tipo vertebrale, però devo dire che in questi giorni sto sentendo i primi miglioramenti. In questo momento le uniche terapie sono il riposo e la magneto-terapia, tra una decina di giorni invece mi sottoporrò ad altri esami per valutare la situazione e per, eventualmente, iniziare il recupero vero e proprio e la fisioterapia".

Inizialmente sembrava che avrebbe dovuto saltare solamente le prime due gare in Australia, ma gli accertamenti fatti in Italia hanno delineato un quadro ben peggiore. Quella è stata sicuramente una bella doccia fredda da digerire, ma che gli ha fatto capire che in questo caso era meglio essere prudenti.

"Ovviamente la frustrazione è poi cresciuta ulteriormente con la notizia che avrei dovuto saltare ben più di due gare. Dopo ulteriori analisi a Roma, tra l’altro, ho scoperto che le fratture erano tre, non due: oltre alle vertebre L1 e L2, infatti, mi sono fratturato anche l’ultima delle dorsali, la D12. Vista la caduta e le possibili conseguenze, comunque, mi ritengo fortunato di esserne uscito con delle fratture ‘belle’. Sarebbe potuta andare molto peggio, in quanto ho sbattuto un po’ ovunque e l’airbag della tuta ha sicuramente aiutato a prevenire ulteriori fratture vertebrali" ha spiegato.

Le previsioni parlano di un possibile rientro ad Imola: "Spero anche prima! A parte gli scherzi, orientativamente dovrei tornare per Imola. Se dovessi farcela prima sarebbe tutto più bello, però è difficile velocizzare il recupero dalle fratture vertebrali. I tempi sono quelli. Ne sapremo di più tra una decina di giorni dopo gli esami".

Nel frattempo sulla sua bicilindrica è salito un "mostro sacro" della SBK come Troy Bayliss: "Un pilota generalmente non è mai felice di essere sostituito, un po’ per la frustrazione di non poter scendere in pista, un po’ per una sorta di gelosia nei confronti della propria moto. Ovvio che essere sostituito da uno come Troy non è male, dato che non si tratta di un pilota qualsiasi. Lui è un mito vivente per il Mondiale Superbike e per i ducatisti ed il suo ritorno alle corse, sebbene per due round, è un evento davvero incredibile. Ovviamente non fa piacere restare a casa a guardare gli altri correre, però di sicuro vedere Troy sulla mia moto è un onore".

Quando poi gli è stato chiesto un giudizio sulla prestazione offerta dall'australiano a Phillip Island, ha detto: "Troy è uno che dà comunque tanto gas a prescindere, è un pilota vecchia scuola, un po’ come mi reputo anche io, in un certo senso. Questo è ciò che ha fatto a Phillip Island, a prescindere dalla familiarità con la moto, della forma fisica e dalle difficoltà di tornare alle corse. Alla fine in gara non ha girato affatto male, si vedeva che aveva voglia di far bene ed ha dimostrato che un campione non dimentica come si fa ad andare forte".

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