Tom Sykes ha dimostrato ancora una volta che c'è un motivo se è lui il campione in carica del
Mondiale Superbike. Dopo la trasferta australiana un po' deludente (ma va detto che Phillip Island non è mai stata tra le sue piste preferite), il pilota della
Kawasaki è tornato ad essere il solito schiacciasassi a
Motorland Aragon, dove si è portato a casa la Superpole e la vittoria di entrambe le manche.
Se nella
gara mattutina "The Grinner" ha avuto vita facile, riuscendo a scappare fin dalle primissime fasi, in quella pomeridiana ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per mantenere la sua
ZX-10R sul gradino più alto del podio. Maggiori difficoltà frutto anche di una scelta di gomme differente rispetto al resto dei big: lui ha montato ancora la dura al posteriore, mentre gli altri avevano tutti la morbida.
Nonostante questo,
Sykes è stato al comando praticamente per tutta la corsa, salvo per poche decine di metri a tre giri dal termine, quando
Loris Baz lo aveva scavalcato al tornantino, subendo il controsorpasso immediato. La stessa manovra poi l'ha provata anche
Marco Melandri, che questa volta è riuscito a gestire al meglio le gomme della sua
Aprilia RSV4: il ravennate però ha un po' esagerato con la staccato e così non solo non è riuscito a passare
Tom, ma si è visto sfilare anche dall'altra
Kawasaki di Baz.
Le "verdone", dunque, concedono il bis della doppietta di stamani e lasciano la Spagna al primo ed al secondo posto nella classifica iridata, con
Sykes che ovviamente è riuscito a completare il sorpasso ai danni del compagno, staccato di 4 punti, che comunque ha dimostrato di essere ormai maturo per lottare costantemente al vertice: per lui si tratta infatti del terzo piazzamento a podio consecutivo in questo primo scorcio di stagione.
Dopo il deludente 11esimo posto di gara 1, per
Melandri il terzo posto è comunque un risultato importante per il morale e per la classifica. Una volta giunto al parco chiuso
Marco, ha ammesso di non aver considerato che andando lungo all'ultimo giro avrebbe favorito il sorpasso di
Baz, ma ha anche spiegato che è ancora presto per fare calcoli e che quindi provare a vincere era la cosa migliore da fare.
Non ha retto il passo invece il suo compagno di squadra
Sylvain Guintoli, che quindi si è dovuto accontentare della "medaglia di legno", giungendo sul traguardo con circa 5" di ritardo. Il francese, che quindi ha perso la leadership in campionato (ora è terzo), ci ha messo un po' troppo a sbarazzarsi della
Honda di Jonathan Rea e quando ci è riuscito ormai i primi tre erano scappati.
Rispetto a gara 1 ha fatto un passo indietro quindi anche
"Johnny", che si è dovuto accontentare della quinta piazza. Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno, bisogna ammettere però che la sua
Honda CBR1000RR sembra finalmente aver fatto lo step necessario per battagliare costantemente per le posizioni di vertice. Step che sembra aver già fatto anche la
Suzuki, anche se qui si è visto meno rispetto all'Australia, perchè
Eugene Laverty si è reso protagonista di due pessime partenze, alle quali ha fatto seguire delle belle rimonte, chiudendo sesto anche in gara 2.
Decisamente all'indietro invece il passo della
Ducati a cavallo tra le due manche. Se nella prima
Davide Giugliano aveva lottato per il podio fino a poche curve dal termine, in quella del pomeriggio è stato terzo nelle prime fasi, ma via via la sua
1199 Panigale ha perso il ritmo ed alla fine l'italiano ha chiuso settimo. E' andata anche peggio alla Rossa gemella di
Chaz Davies, ko dopo appena quattro giri per una caduta.
Bella anche la lotta per l'ottava posizione, che alla fine ha premiato la
Honda di Leon Haslam ai danni dell'
Aprilia di Toni Elias, mentre quella per la decima piazza ha deciso le sorti della classe
EVO, tra le quali si è imposta la
Kawasaki di David Salom. Un risultato importante per lo spagnolo, che aveva ancora una mano malconcia a causa di una caduta avvenuta nei test della scorsa settimana. La battaglia con la
Ducati di Niccolò Canepa e con la
BMW di Leon Camier comunque è stata davvero serrata.
Nella lotta si era inserita subito anche la
Bimota BB3 di Ayrton Badovini, che aveva tagliato il traguardo davanti a
Camier, ma risulta trasparente ai fini della classifica, almeno fino a quando non riceverà l'omologazione. Se il buon giorno si vede dal mattino, la sensazione comunque è che in futuro i ragazzi del
Team Alstare si potranno togliere delle belle soddisfazioni con questa moto.
Con il 14esimo posto si è portato a casa i primi punti stagionali anche
Luca Scassa con la
Kawasaki del Team Pedercini, mentre
Michel Fabrizio e Claudio Corti sono stati costretti nuovamente al ritito. Stesso discorso che vale anche per la
Suzuki di Alex Lowes: il britannico è stato vittima di un brutto highside e si è allontanato dalla sua
GSX-R1000 zoppicando. Speriamo quindi che non si tratti di nulla di grave per lui.
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