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Toprak mondiale: ecco il primo sultano della Superbike

In Gara 1 a Mandalika Toprak Razgatlioglu conquista il titolo mondiale, battendo definitivamente Jonathan Rea nel 2021. Con 13 vittorie e 28 podi, è il primo turco a vincere in Superbike, il secondo a portare il titolo a Yamaha e il terzo campione più giovane della storia. Ecco il "Sultano" del mondiale Superbike.

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Gold and Goose / Motorsport Images

Sei mondiali consecutivi, 110 vittorie, 213 podi...questi sono solo alcuni numeri di Jonathan Rea, ormai considerato Leggenda della Superbike ancora in attività. Ma anche i più grandi regnanti sono costretti a lasciare lo scettro, prima o poi. Ad interrompere i successi inanellati uno dietro l’altro è stato Toprak Razgatlioglu, il giovane pilota del vivaio turco, che aveva fatto parlare di sé già nelle categorie minori, per poi approdare alla classe regina delle derivate di serie fino a salire sul tetto del mondo.

Sì, la Superbike ha un nuovo campione: Toprak Razgatlioglu. Il pilota Yamaha conquista il suo primo titolo in questa classe, e diventa anche il primo pilota turco a vincere un titolo nel mondiale Superbike. L’impresa non era impossibile, ma sicuramente difficile. Nessuno prima d’ora era riuscito a fermare l’egemonia del binomio Rea-Kawasaki. Ci aveva provato Chaz Davies, poi Tom Sykes (allora compagno di squadra). Un tentativo era quasi riuscito ad Alvaro Bautista, mentre l’ultimo era stato Scott Redding, che al suo primo anno in Superbike aveva portato la lotta iridata fino all’ultimo appuntamento, anche se si trattava di una formalità puramente matematica.

Quattro sono i piloti che hanno provato a mettere un freno all’uomo dei record, ma uno solo ci è riuscito: il quinto, quello che sulla carena sfoggia il numero 54. La strada è stata lunga e tortuosa, ma la stagione del turco è stata impeccabile; non un errore, non un passo falso, non un gesto di stizza o nervosismo. Razgatlioglu è stato una macchina da guerra, praticamente perfetto. Ha perso tre opportunità non per colpa sua, in due occasioni è stato tradito dal suo mezzo (a Barcellona per un problema elettronico e a Portimao per il parafango rotto) e nell’altra è stato buttato fuori da un altro pilota (ad Assen per un’entrata fin troppo garibaldina di Gerloff).

Il ruolino di marcia di Razgatlioglu è impressionante, 13 vittorie, 28 i podi e mai un risultato peggiore del sesto posto (se si escludono gli zeri che non sono colpa sua). Certo, non è stata un’impresa facile per il turco, che si è dovuto confrontare con il più grande della storia della Superbike, i due hanno regalato duelli e spettacolo fino alla fine, portando la lotta iridata fino all’ultima curva e lasciando nell’incertezza più totale circa l’esito di questo mondiale. Quando in un’occasione la situazione si rovesciava per un pilota, la volta successiva tornava in vetta. Le cose cambiavano ad ogni gara, a distanza di poche ore la bilancia mondiale pendeva da una parte o dall’altra. E questo è merito non solo della classe di Rea, ma anche dell’incredibile talento di Toprak, che non ha reso facili le cose al pilota Kawasaki.

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Photo by: Yogie Gandanaya

Razgatlioglu, da allievo a rivale di Rea

Era solo questione di tempo però prima che quello che agli albori della sua carriera era definito un diamante grezzo diventasse una gemma splendente. Pupillo di Kenan Sofuoglu, ha iniziato a muovere i primi passi proprio grazie all’uomo simbolo del mondiale Supersport. Toprak viene da una famiglia circense e porta tutta la sua atleticità sulla pista. Qui si spiega lo spettacolare stoppie che ormai è il suo marchio di fabbrica, ma anche le incredibili acrobazie che compie in sella alla moto quando pennella le curve.

Cresciuto nell’orbita Kawasaki, ha debuttato sulla scena mondiale gareggiando nell’Europeo Superstock 600, che faceva da supporto alla Superbike. Notato da Manuel Puccetti, Razgatlioglu ha corso nella classe Superstock 1000 con la ZX-10R, per poi diventare un pupillo del team manager italiano, grande scopritore di talenti. E quello di Toprak è forse la scoperta e il regalo più grande che Puccetti potesse fare alla Superbike fino ad ora.

Timido e con grandi difficoltà ad esprimersi in inglese, il turco inizia la sua scalata nella grande famiglia Kawasaki e Jonathan Rea lo instrada. Da punto di riferimento qual è, il nordirlandese dà consigli e si offre di aiutare i giovani talenti in erba del costruttore giapponese (ne è un esempio anche Ana Carrasco). Chi avrebbe mai detto che un giorno quei consigli sarebbero diventati l’arma segreta per batterlo! Eppure è proprio così: arrivato in Superbike nel 2018 sempre con il team Puccetti, era già apparso come la grande rivelazione dell’anno, essendo riuscito a salire sul secondo gradino del podio in Gara 2 a Donington.

Nel 2019 viene confermato con Puccetti, che lo blinda ritenendolo una parte fondamentale della sua crescita. Toprak si migliora e con 13 podi e due vittorie (Gara 1 e la Superpole Race a Magny-Cours) inizia ad attirare l’attenzione di diversi costruttori, primo fra tutti Yamaha. La svolta del futuro di Razgatlioglu avviene alla 8 Ore di Suzuka, in cui Kawasaki non lo porta in pista e Kenan Sofuoglu, manager e mentore, decide di accettare l’offerta della Casa di Iwata.

Kenan Sofuoglu, Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Kenan Sofuoglu, Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La scommessa Yamaha che vale un mondiale

Nel 2020 il turco è un pilota Yamaha. La sfida è enorme e i dubbi sono molti. Toprak Razgatlioglu, cresciuto in sella a una Kawasaki, ha uno stile di guida aggressivo, a tratti selvaggio. La Yamaha invece è una moto che richiede pulizia, precisione. Una scommessa in cui non molti credono, ma che smentisce subito al primo round in Australia. Pronti, via, a stagione inizia subito nel segno di Toprak, che si impone in Gara 1 nello sgomento generale.

Il 2020 ha poi preso una piega diversa, per i motivi che ormai tutti conosciamo. Lo stop forzato per tutti, la mancanza di chilometri e di esperienza in sella alla R1 non hanno permesso a Razgatlioglu di familiarizzare a sufficienza con la nuova moto. Ma la scorsa stagione è servita da preparazione, da assaggio di quello che poi sarebbe stato l’anno seguente.

Era ancora Jonathan Rea l’uomo da battere nel 2021 e sembrava davvero che nessuno potesse riuscire a fermare il suo dominio. Ma Razgatlioglu sì. Toprak ci ha creduto dall’inizio, si è fidato del progetto Yamaha e ha gettato il cuore oltre l’ostacolo per dimostrare che la scelta di cambiare non è stata scellerata. Kenan ha avuto ragione, Toprak ha avuto ragione.

Il turco ha fatto vacillare Rea, ha messo in discussione il dominio del britannico e lo ha portato al limite, inducendolo all’errore. Mai una sbavatura, mai un passo falso da parte di Razgatlioglu, che ha pennellato le curve delle 13 piste battute dal mondiale Superbike con una perfezione impressionante.

Esperienza contro irruenza: nel 2021 Toprak Razgatlioglu interrompe il dominio fino ad ora incontrastato di Rea e della Kawasaki, segnando di fatto il ricambio generazionale di una Superbike che sta diventando sempre meno adulta: il turco è il terzo pilota più giovane della storia a laurearsi campione del mondo, dopo James Toseland e Troy Corser. A Mandalika finisce l’era di Jonathan Rea, battuto dal più grande rivale mai incontrato, Toprak Razgatlioglu.

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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