Sfogo di Melandri: "Dopo 2 giri la Ducati non si guida. Così è un disastro!"
Intervistato al termine di Gara 1 della Superbike Marco Melandri si è sfogato ai microfoni per la situazione difficile che sta incontrando, impossibilitato ad andare all'attacco con la sua Ducati.
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Gold and Goose / Motorsport Images
Grande sconfitto di Gara 1 della Superbike è il pilota ufficiale Ducati Marco Melandri. Nonostante sia sempre in grado di lavorare bene durante le prove libere e durante le qualifiche, quella di Assen è l'ennesima gara che vede il pilota italiano arrancare e non essere per niente in grado di attaccare, ennesima gara costantemente in difesa e non entusiasmante.
La causa di questo è da ricercare nel rapporto che c'è tra lui e la sua Panigale R. Se infatti la moto va bene (molto) con Davies e Forès, con i quali si dimostra piuttosto semplice e collaborativa, lo stesso no lo si può dire con il #33, con il quale litiga e sbacchetta come se lo volesse scaricare per terra. Il punto è che all'interno del team il problema pare sia chiaro, ancora non è stato chiarito cosa lo vada a creare, se la posizione in sella del pilota, se la sua statura, se il suo peso o se piuttosto una questione aerodinamica.
Il non sapere cosa crei il problema non mette i tecnici in condizione di risolverlo, obbligandoli a cambiare l'assetto della moto al termine di ogni sessione in pista nella speranza che la cosa migliori, un approccio di tipo "trial and error" che non sta avendo i risultati sperati ed anzi frustra non poco il pilota ravennate.
Al termine di Gara 1, chiusa in sesta posizione a quasi quindici secondi di distacco, Melandri si è lasciato andare ad un comprensibile sfogo: "Non è che non troviamo la strada, per andare forte sappiamo come fare, sappiamo che assetto usare, il punto è che la moto dopo due giri non si guida. Continuiamo a buttare via weekend e gare perché continuiamo a cambiare assetto turno dopo turno per cercare di migliorare e così è un disastro".
"Io dopo due giri oggi facevo tutti i rettilinei in piedi, dopo tre giri non respiravo più, ero in affanno, mi bruciavano le gambe. La moto poi non girava più perché abbiamo cambiato la distribuzione dei pesi... andare avanti così è impensabile pensare di lottare in questo campionato. Mi serve un aiuto importante, io faccio del mio meglio, più di così non posso fare, non faccio le magie".
Una dichiarazione tutt'altro che leggera quella del campione romagnolo nella speranza che riesca, lui ed il suo team di tecnici (guidato dall'esperto Aligi Deganello) a trovare il bandolo della matassa.
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