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SBK | Razgatlioglu fatica, il mondiale è una questione tra Rea e Bautista?

Il round dell'Estoril conferma le forze in campo del mondiale Superbike, con i soliti primi tre che fanno la differenza sugli altri. C'è però un campionato nel campionato, Alvaro Bautista e Jonathan Rea stanno staccando in classifica Toprak Razgatlioglu, che fatica a tenere il ritmo dei due davanti a sé e paga un importante gap tecnico.

Toprak Razgatlioglu, Pata Yamaha WorldSBK, Alvaro Bautista, Aruba.it Racing Ducati, Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WSBK

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Estoril, terza prova del mondiale e teatro di una nuova sfida di un campionato Superbike che si conferma combattuto e ricco di incognite. A partire dal meteo, che ha giocato un ruolo chiave soprattutto la domenica. I tre contendenti al titolo però non si sono lasciati intimorire e hanno dato spettacolo regalando battaglie incredibili che hanno lasciato sospeso fino alla bandiera a scacchi.

Alvaro Bautista lascia il Portogallo da leader del mondiale, con 17 punti di vantaggio sul diretto rivale Jonathan Rea. Si ripropone così il duello del 2019, quando i due si contendevano il titolo con lo spagnolo che dominava e il pilota Kawasaki costretto a soccombere. Quest’anno però la storia è molto diversa e i due sembrano essere decisamente sullo stesso livello, regalando infatti gare molto combattute in cui il vincitore si decide all’ultima curva.

Non è stato diverso all’Estoril, dove i due hanno fatto la differenza su tutti gli altri, con l’ago della bilancia che questo fine settimana però pende verso Rea. Il nordirlandese si è infatti aggiudicato due gare su tre, battendo un nuovo record: con il trionfo in Superpole Race (replicato poi in Gara 2), il sei volte campione del mondo è diventato il pilota con la striscia di vittorie più lunga della storia, ben 12 anni, 11 mesi e 1 giorno, superando Noriyuki Haga di appena un giorno.

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WSBK

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WSBK

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Il pilota Ducati dunque si presenta all’appuntamento di casa del suo team come uomo da battere, mentre Rea arriva a Misano da inseguitore. Il round che segna l’arrivo dell’estate, quello della riviera romagnola, è sempre molto atteso dai piloti non solo per l’atmosfera ma anche per le conferme in pista. Davanti ai tifosi Ducati, Alvaro Bautista dovrà dare un’ulteriore prova della solidità mostrata fino ad ora che gli consente di essere al comando della classifica generale e continuare a sognare in grande.

È infatti un Bautista diverso quello che affronta il 2022 con la quattro cilindri. Più consapevolezza, maturità e conoscenza del campionato sono sicuramente i fattori chiave che influiscono in questo processo di progressione. Il binomio Bautista-Ducati ora sembra funzionare davvero, con un dominio non eccessivamente drastico, ma sicuramente più concreto. Il weekend dell’Estoril inoltre ha dato prova allo stesso pilota delle proprie capacità nel corpo a corpo, punto debole secondo lui rispetto ai suoi due grandi rivali.

Certo, nelle due gare della domenica il portacolori Aruba si è piegato a Rea, ma ha dato prova di poter combattere ad armi pari. L’Estoril però è feudo del pilota Kawasaki, che ancora una volta dimostra di volersi riprendere a tutti i costi lo scettro ceduto lo scorso anno. Il sei volte campione del mondo, preciso nel momento decisivo della qualifica, ha commesso qualche errore di troppo in Gara 1, riscattandosi poi nelle due gare successive con delle prestazioni da fuoriclasse.

Alvaro Bautista, Aruba.it Racing Ducati

Alvaro Bautista, Aruba.it Racing Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Stiamo rivivendo in qualche modo il duello già visto nel 2019, con la differenza che quest’anno sembra esserci un grande assente: Toprak Razgatlioglu. Il turco si presenta ai nastri di partenza di questa stagione da campione del mondo, è l’uomo da battere se si vuole prendere la corona della Superbike, ma almeno in questa prima fase di stagione l’impresa non sembra così impossibile.

La difesa del titolo da parte del pilota Yamaha però appare sempre più difficile. Se Aragon e Assen erano due piste poco congeniali alle caratteristiche della R1, Razgatlioglu cercava il riscatto proprio in Portogallo. L’Estoril doveva essere un round amico, da lì sarebbe ripartito il suo mondiale, il turco arrivava sulla pista lusitana con l’obiettivo di centrare il primo successo della stagione, ma se ne va ancora una volta a bocca asciutta.

Nel palmarès di Razgatlioglu quest’anno manca ancora la vittoria, era molto vicina in Gara 1, ma è sfuggita per un errore all’ultimo giro (il turco ha salvato una caduta ormai certa con una manovra circense alla Marc Marquez). Tutto sommato il round dell’Estoril è andato meglio rispetto ai precedenti, avendo conquistato una seconda posizione (come in Superpole Race ad Assen) che gli ha consentito di non perdere troppo terreno dai primi due.

Questo non è però né l’obiettivo né il reale potenziale di Toprak, che ha mostrato di essere il solito piloti aggressivo e pronto a combattere fin quando il mezzo glielo permetteva. Il campione del mondo in carica paga al momento un gap tecnico rispetto a Ducati e Kawasaki che non gli consente di esprimersi pienamente per poter entrare costantemente nella lotta. Razgatlioglu è comunque terzo nella classifica generale, ma accusa un ritardo di ben 35 punti da Rea, secondo, e addirittura 52 punti dal leader Alvaro Bautista.

Toprak Razgatlioglu, Pata Yamaha WorldSBK

Toprak Razgatlioglu, Pata Yamaha WorldSBK

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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