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SBK | Bautista pronto a dire basta? “Deciderò dopo Assen”

Alvaro Bautista firma una nuova tripletta e regala a Ducati il successo numero 400 nella storia della Superbike. Cifra tonda anche per lo spagnolo, che con il trionfo di Gara 2 arriva a quota 40 vittorie. Ma Assen potrebbe essere un round decisivo per il futuro...

Alvaro Bautista, Aruba.it Racing Ducati

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

“Questo è il miglior Bautista”, afferma il campione del mondo in carica al termine del round di Assen. Non possiamo dargli torto, vista la progressione avuta nell’appuntamento olandese, in cui ha centrato il suo successo numero 40 in Superbike, regalando anche la 400esima vittoria a Ducati nelle derivate di serie. Con l’affermazione in Gara 2, lo spagnolo diventa il terzo pilota più vincente della storia della Rossa di Borgo Panigale, dietro solamente a Carl Fogarty e Troy Bayliss, primo e secondo con 55 e 52 vittorie rispettivamente.

È un weekend perfetto quello del portacolori Aruba, che conquista la seconda tripletta in tre round e vola in classifica col bottino quasi pieno (unico “inciampo” è la Superpole Race di Mandalika). La Panigale V4R è un missile nelle mani di Bautista, che riesce a sfruttarne pienamente il potenziale e riafferma il suo dominio dopo un 2022 incredibile. Le tre vittorie di questo fine settimana confermano quanto il binomio funzioni su ogni tipo di pista, anche sul tracciato olandese che sulla carta non favoriva la Rossa: “Weekend perfetto! Sono molto felice, perché ieri è andata bene, ma oggi abbiamo fatto delle modifiche nella moto e già nel warm-up mi sentivo benissimo, avevo tanta fiducia nella moto. Riuscivo a forzare di più e oggi il feeling con la moto era spettacolare! Nella Superpole Race spingevo tantissimo e ho estratto tutto il massimo che potevo dalla moto. Anche in Gara 2 sono stato molto preciso, usando tutto ciò che potevo. Sono contento perché mi sono goduto tutte le curve, i giri”.

“Venerdì il grip, soprattutto al posteriore, era basso un po’ per tutti. Noi abbiamo lavorato per incrementare un po’ il grip dietro. Sabato nelle FP3 sul bagnato è stato difficile da capire, poi in Superpole sembrava meglio, ma con le gomme specifiche da qualifica non era semplice. Poi in Gara1 non mi sentivo benissimo, la moto si muoveva molto, il grip non migliorava. Quindi per oggi abbiamo provato ad andare in un’altra direzione e abbiamo giocato un po’ con la lunghezza della moto. Non abbiamo fatto nulla di importante, ma sono i piccoli dettagli a fare una grande differenza quando sei così al limite”, ha spiegato Bautista riferendosi al lavoro svolto durante il weekend per arrivare al feeling perfetto di oggi.

Alvaro Bautista, Aruba.it Racing Ducati

Alvaro Bautista, Aruba.it Racing Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Ciò che salta all’occhio è la facilità con cui sembra pennellare le curve Alvaro Bautista. In realtà, il pilota sostiene che non sia tutto così semplice come fa apparire: “Guardando da fuori sembro vicino alla perfezione, dall’interno vi posso dire che questo è il massimo che posso dare. Questo è il miglior Bautista. Se mi chiedete di più, non ne ho. Se qualcuno va più veloce, non posso stare con lui. Sono contento non perché vinco le gare, ma perché è il mio meglio e sento di poter usare tutto il potenziale della mia moto”.

Ad oggi però, l’unico in grado di portare la Ducati sul gradino più alto del podio e di fare la differenza è proprio Alvaro: “Io credo che il segreto non sono io, il segreto è la coppia. Forse gli altri non vanno veloci come me perché non formano una coppia perfetta. Penso che sia importante avere una buona moto, un buon pilota e un buon team che ti consenta di avere un setup per andare veloce. Alla fine è tutto il gruppo ad essere importante. È vero che solo la moto non può vincere, ma nemmeno il pilota può farlo da solo. Serve tutto l’insieme”.

“Molti pensano che io vinca perché la moto è un razzo o perché io peso 20 chili in meno di altri. Onestamente, a me non interessa cosa pensa la gente. So che per guidare come sto facendo non è facile, sto mettendo tanto sforzo da parte mia. Invito tutti a provare la moto, perché è bella, ma bisogna guidarla in un certo modo, e se lo fai puoi andare veloce. È uno step che devi fare, altrimenti non puoi andare forte. Questo è più uno stile MotoGP e qui non ci sono molti piloti provenienti dalla GP. Ho avuto la fortuna di correre lì e ora posso usare tutta la mia esperienza lì per guidare la moto qui in questo modo. La chiave è la combinazione di tutto, né il pilota né la moto da soli”, prosegue.

 

Intanto però, la coppia firma il successo numero 400 per Ducati ed entra nella storia del marchio: “È una bella pietra miliare per Ducati, ma alla fine mi piace guardare le statistiche quando sarò a casa alla fine della mia carriera. Ora siamo nel presente, quindi questa è solo la strada che stiamo percorrendo. Dobbiamo rimanere concentrati sul presente e cercare di mantenere il feeling che ho sulla moto. Penso che mai nella mia carriera ho sentito un feeling tale con la moto”.

La stagione è ancora lunga e c’è tutto il tempo di insidiare Fogarty e Bayliss (ci sono ancora 27 vittorie in palio e gliene bastano 16 per diventare il più vincente). Tuttavia, c’è un altro pensiero che riempie la mente di Bautista. Si tratta del futuro, che ad oggi è incerto. Il campione in carica è pronto a dire basta? Indubbiamente la famiglia pesa molto sulla scelta che farà, e rivela di prendere la decisione proprio dopo Assen: “Molti stanno chiedendo del futuro. Vedremo…prima dell’inizio della stagione ho detto che dopo la terza gara avrei preso una decisione. Ora abbiamo concluso il terzo appuntamento e una volta arrivato a casa, con la mia famiglia e con le mie figlie, chiederò la loro opinione. Ora mia figlia inizia a diventare grande e capisce che papà non è a casa, è in viaggio. Non è facile. Sono molto felice della mia vita professionale, ma anche la vita personale sta diventando sempre più importante. Vedremo. Ora abbiamo un paio di giorni per pensarci, proverò a prendere una decisione il prima possibile per me, per la mia famiglia e per il mio team”.  

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