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Intervista

SBK | Bassani esclusivo: “Nel 2024 spero nella sella ufficiale”

Axel Bassani si racconta in un’intervista esclusiva a Motorsport.com, parlando del proprio futuro e di quello del mondiale Superbike. Se nella prima parte ha rivelato le aspettative per Misano, in questa seconda parte spazia affrontando anche questioni più delicate.

Axel Bassani, Motocorsa Racing

Axel Bassani, Motocorsa Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Ricci biondi coperti da un cappellino e un sorriso aperto e sincero: così Axel Bassani si presenta a Motorsport.com, che lo ha incontrato a Misano in occasione del quinto round della stagione Superbike. Il mondiale, le gare, il suo futuro e quello del campionato…Axel si è raccontato in una lunga intervista in cui ha affrontato diversi temi.

Autore di una prima parte di stagione molto solida, il portacolori Motocorsa è arrivato a Misano con la determinazione di far bene e ha concluso il weekend in bellezza, con un’ottima terza posizione. Le aspettative di cui ci aveva parlato (qui la prima parte dell’intervista esclusiva) sono state soddisfatte e ora è il momento di guardare avanti. La sua forza arriva dallo step mentale che ha compiuto e di cui ci parla, tra le altre cose, nella seconda parte di questa intervista.

Lo step che hai compiuto in queste gare è importante anche in ottica futura, soprattutto dal punto di vista mentale.
“Sicuramente, perché riesci a gestirti. Sai, a volte arrivavi stanco e andavi un po’ in panico perché magari dovevi fare la gara e ti chiedevi ‘oddio, adesso come faccio’. Invece adesso sai di cosa hai bisogno e cerchi di gestire un po’ le energie durante tutto il weekend”.

Questo poi va a influire nella tranquillità con cui poi si affronta l’aspetto tecnico? Dove non si arriva con la moto, si compensa con la testa? Pensiamo al limite regolamentare dei giri motore tolti a Ducati a Barcellona. Quanto ne avete risentito voi?
“Noi indipendenti ne abbiamo risentito di più rispetto agli ufficiali. Però, se una volta me la prendevo di più, adesso mi dico ‘ok, è così. Cerchiamo di fare con quello che abbiamo’. Cambi in quell’aspetto e sono migliorato anche qui, riesci a dire ‘non mi piace, ma è così per tutti e vediamo cosa possiamo fare’”.

Nonostante le difficoltà tecniche, riesci sempre a essere il migliore degli indipendenti o comunque a giocartela con Dominique Aegerter, che è sì un rookie in SBK, ma anche un pilota di grande esperienza e un due volte campione del mondo…
“Aegerter è un rookie, ma è un rookie molto speciale. Ha vinto in Supersport due volte, ha vinto anche la MotoE e ha fatto molti anni nel mondiale con la Moto2. Quindi ha tanta, tanta esperienza. Infatti quando ci lotti non è facile, perché lo vedi che è un pilota che sa cosa sta facendo. A Barcellona gli eravamo davanti, poi il weekend è andato un po’ storto. Comunque ce la siamo giocata, lui è forte, ma anche noi non ce la caviamo male!”.

Proprio tu e Dominique siete due “pezzi pregiati” del mercato 2024. Ti fa onore essere uno dei protagonisti dei movimenti di mercato per la prossima stagione?
“Sì, sono contento. Però lo sei anche se finalmente arriva qualcosa. Ogni anno parlano di me, ma poi raccogliamo sempre poco. Quindi speriamo che questo sia l’anno buono e che finalmente arrivi una sella ufficiale. È quella che ti serve per giocarti il campionato, cerchiamo di guadagnarcela e vedremo cosa succede”.

Axel Bassani, Motocorsa Racing

Axel Bassani, Motocorsa Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Dopo Misano la stagione continuerà per molto perché è ancora lunga. Si tornerà anche a Imola, quindi nuovo round di casa.
“Imola secondo me sarà tosta. Devo essere onesto, non mi piace tanto. Lì ho sempre fatto un po’ di fatica, però vediamo. Ci torno dopo diversi anni, l’ultima volta è stata nel 2019 con il CIV. Vediamo, magari se vado subito forte la pista mi piace (sorride, ndr). Sicuro ci aiuterà perché noi italiani rispetto agli altri ci abbiamo girato di più. Però non è una pista semplice. Tuttavia, può giocare a nostro favore perché nessuno ci ha svolto test o ci ha girato. Di solito, quando arriviamo in pista senza che nessuno ci ha girato prima siamo sempre un po’ più avanti perché tutto si livella. Anche gli ufficiali sono un po’ più in difficoltà perché non hanno tanti dati. Quindi potrebbe anche andarci bene come pista”.

A proposito di campionato italiano e di categorie propedeutiche, si sta discutendo molto sul futuro della Supersport 300. Tu che vieni da una formazione stock, in ottica futura pensi sia giusto tornare a questa concezione?
“Secondo me dovrebbero introdurla di nuovo. Io ho corso sia nella Superstock 600 che nella Superstock 1000. Ti serviva perché avevi una moto base, con delle gomme base. Si era tutti quasi allo stesso livello e intanto entravi e imparavi alle piste, iniziavi a conoscere i tuoi avversari. Erano delle belle categorie, per me hanno tolto una fetta importante di quello che è la Superbike. C’erano tanti team, tanti piloti e hanno tolto un po’ di spettacolo. È un peccato e spero che torni in futuro perché la Supersport 300 è una categoria che non riesco tanto a capirla, devo essere onesto. Vedi tanti piloti che dalla 300 salgono e c’è diversità. C’è chi va, chi invece fa molta fatica…si tratta comunque di una moto che ha pochi cavalli, non va tantissimo e non ti porta a capire come puoi girare con le moto grosse. Non è come la Moto3, per esempio, che gira davvero forte, quasi come il 600. Sarebbe importante tornare a come era una volta, c’era già un pacchetto buono e non capisco perché l’abbiano cambiato”.

La Supersport 300 è stata anche al centro di numerose polemiche da parte di piloti più esperti che l’hanno ritenuta anche eccessivamente pericolosa
“Sono tutti tanto tanto attaccati perché le moto non vanno molto. Anche in Moto3 sono molto vicini, ma lì le moto pesano la metà, quindi il discorso cambia molto. In 300 le moto sono grosse, pesano quasi come un 600 e se si arriva tutti attaccati a fare una frenata in gruppo inizia ad essere davvero pericoloso. Quindi non so, in questo caso purtroppo noi piloti possiamo dare la nostra opinione, ma non possiamo decidere niente”.

Axel Bassani, Motocorsa Racing

Axel Bassani, Motocorsa Racing

Photo by: Motocorsa Racing

Ti piacerebbe che i piloti avessero più voce in capitolo per prendere decisioni?
“Sicuro! Ci chiedono tante volte delle opinioni, ma vengono ascoltate fino a un certo punto. Ma non solo qui, un po’ ovunque. Danno sempre importanza allo spettacolo, però secondo me c’è un limite che non bisogna oltrepassare. Poi inizia ad essere davvero pericoloso, perché comunque siamo noi che andiamo in pista”.

Cosa cambieresti della Superbike attuale?
“Io intanto darei un po’ di luce alla Superbike, perché è una categoria bella, il livello è altissimo perché ci sono piloti davvero forti. Dare più importanza e immagine, perché non è pubblicizzata come dovrebbe e la gente non la conosce ancora come bisognerebbe. Manca un po’ quello secondo me, perché poi il format non è male. A me non piace la Superpole Race, ma quello è un gusto mio personale. Per il resto è un peccato, perché ti diverti e i piloti sono ancora un po’ vecchio stile”.

Tu sei un po’ vecchio stile, perché sei uno di quelli che piacciono agli appassionati Superbike proprio per la schiettezza, la spontaneità del dire quelli che pensi. Può essere un tuo punto forte?
“Sì, forte, ma mi si può anche ritorcere contro. Perché sai, dire sempre quello che pensi può essere bello, ma può anche far male perché dire la verità non piace a tutti. Quindi c’è chi ti capisce e ti apprezza, ma c’è anche chi vorrebbe vedere il cinema, la favola, tutto bello…però non è così. Io continuo per la mia strada, quando so di aver detto la verità vado a dormire tranquillo la sera e sono a posto con me stesso. Sono tranquillo, poi ognuno ha la sua idea e la rispetto. Poi il livello qui è molto alto, c’è tensione agonistica e in pista magari ti guardi con l’altro pilota. Ma resta tutto nell’ambito sportivo, l’ambito personale non mi interessa. Io quando parlo dei miei avversari, lo faccio sportivo. Sul personale è una cosa diversa”.

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