Rea: “100 vittorie, una pietra miliare. Ora tocca a Hamilton!”
Ad Aragon in Gara 1 Jonathan Rea conquista il successo numero 100, diventando il primo pilota della storia della Superbike a raggiungere le tre cifre.
Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK
Gold and Goose / Motorsport Images
È il pilota più titolato della storia della Superbike, colui che ha vinto il maggior numero di gare e da oggi il primo ad aver raggiunto i 100 successi nelle derivate di serie: Jonathan Rea è definitivamente una leggenda, pur essendo ancora in piena attività. Al Motorland Aragon, il campione del mondo in carica ha aperto la stagione con un trionfo imperioso, infliggendo quattro secondi al compagno di squadra, che ha regalato una splendida doppietta a Kawasaki.
La 100esima vittoria era rimasta in sospeso lo scorso anno, ma oggi ha battuto un nuovo record al termine dell’ennesima gara dominata dal semaforo alla bandiera a scacchi. Nessuno è mai riuscito ad impensierirlo, né Alex Lowes né i limiti imposti dal regolamento. Quella di Rea è una nuova prova di forza che dimostra quanto in questo momento il pilota di Ballymena faccia la differenza su tutti gli altri.
Maglia celebrativa a bordo pista e grande festa al parco chiuso come nei festeggiamenti per i titoli mondiali: questo il finale di Gara 1 di Aragon. E siamo solo al primo appuntamento della stagione 2021. Così Rea commenta la sua gara e il nuovo record che ha battuto: “Arrivare a cento vittorie è una pietra miliare della carriera, sono contentissimo! Credo che il prossimo sia Lewis Hamilton, quindi buona fortuna a lui!”.
Poi commenta la sua gara, dominata dallo spegnersi del semaforo. La solida prestazione è andata contro ogni polemica sorta ad inizio del weekend, che vedeva un limite di giri motore imposto dal regolamento: “Che gara! Mi sono sentito bene già dalla partenza, volevo davvero tanto questa vittoria. Sono andato a testa bassa, il ritmo è arrivato pian piano. È migliorato ed ero sorpreso di quanto tutti gli altri fossero calati. Io mi sentivo più lento, ma gli altri erano molto più indietro di me”.
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