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Melandri: "Ci ho creduto, poi ho preferito accontentarmi"

Il pilota della Ducati è tornato sul podio in gara 2 al Lausitzring, ma lo ha fatto con una prova da protagonista, rimanendo negli scarichi della Kawasaki di Rea praticamente fino alla fine.

Marco Melandri, Ducati Team

Foto di: Toni Börner

Marco Melandri, Ducati Team
Marco Melandri, Ducati Team
Marco Melandri, Ducati Team
La moto di Marco Melandri, Ducati Team
Marco Melandri, Ducati Team
Tom Sykes, Kawasaki Racing, Marco Melandri, Ducati Team
Marco Melandri, Ducati Team
Marco Melandri, Ducati Team
Marco Melandri, Ducati Team

Nessun facile entusiasmo ma legittima soddisfazione, quella sì, ci mancherebbe. Marco Melandri ha portato a casa un podio che ha un sapore davvero dolce. Non tanto per il risultato in sé per sé quanto per averlo conseguito arrivando a ridosso dei primi due, soprattutto di Rea. I problemi di ieri, che gli avevano regalato una moto ballerina dopo una manciata di giri, non sono stati risolti completamente ma gli interventi radicali sull’assetto sono serviti, eccome se sono serviti.

“Ieri è stata una delle gare più difficili della stagione, anche se in quelle condizioni il risultato non è stato male racconta il pilota ravennate -. Ero però un po’ preoccupato perché anche a Laguna Seca eravamo andati forte in prova poi c’erano stati problemi in gara, anche se diversi. Tornare sul podio oggi è stato molto importante perché ero molto vicino ai primi, e questo dà morale e ancora più motivazione in vista delle prossime gare”.

Un risultato frutto di una quasi rivoluzione dell’assetto della moto.

“Siamo intervenuti sulla distribuzione dei pesi, spostando le zavorre, abbiamo modificato la mia posizione in sella e variato in maniera consistente la taratura dell’ammortizzatore. Sono interventi che di solito non si fanno nel weekend di gara ma nei test. C’era bisogno però di un intervento “consistente” che per fortuna ha pagato”.

Partire poi dalla pole position, grazie alla griglia rovesciata, ha poi dato una mano, è stato anche uno stimolo in più.

“Dipende tutto da che sensazioni hai sulla moto. Anche ieri sono partito bene ma non avevo la confidenza per guidare forte. Oggi ho fatto subito il mio ritmo senza esagerare perché sapevo che con il calo della gomma la moto sarebbe diventata nervosa. Ho cercato di tenere un ritmo costante e quando c’è stato il calo l’ho sofferto meno. Abbiamo migliorato ma c’è ancora da lavorare. In ogni caso ieri riuscivo a fare solo dei 37” alti, oggi sono sceso anche sotto il 37” e questo è un dato che ci può aiutare a capire in che direzione andare”.

Melandri è rimasto attaccato a Rea fino a due giri dalla fine poi ha mollato. Non c’è stata proprio l’occasione per l’attacco?

“Ad un certo punto ci ho creduto, fino a due giri dalla fine ero vicino. Però non riuscivo ad essere così efficace in frenata come sarebbe stato necessario e a quel punto ho preferito accontentarmi, memore di quello che era successo a Misano. Dopo le ultime gare un po’ difficili un podio andava più che bene”.

Melandri ha anche una dedica particolare per questo suo risultato.

“Voglio dedicare questo podio a Federico Caricasulo: ci ha fatto prendere proprio un bello spavento!”.

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