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La Superbike non ricorrerà ad una elettronica unica come in MotoGP

Il direttore tecnico della Superbike Scott Smart ha confermato che la categoria non adotterà un'unità di controllo elettronica standard la prossima stagione, per timore di un aumento delle lacune nelle prestazioni.

Jonathan Rea, Kawasaki Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Il vincitore della gara Jonathan Rea, Kawasaki Racing
Podio: il terzo classificato Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Jonathan Rea, Kawasaki Racing, Michael van der Mark, Pata Yamaha
Michael van der Mark, Pata Yamaha
Tom Sykes, Kawasaki Racing
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team

La Superbike ha introdotto nel 2018 una serie di cambiamenti nel regolamento tecnico con l'idea di rafforzare le prestazioni e porre fine al dominio della Kawasaki, sovrana incontrastata di questa serie negli ultimi tre anni con l'imbattibile ZX-10RR.

Tra le varie limitazioni imposte la più eclatante (e discussa) è stata l'imposizione di un limite massimo al regime di rotazione di alcuni motori per limitarne così le prestazioni. Tuttavia questo pare non essere servito ad ostacolare quella che al momento è una vera e propria cavalcata vittoriosa di Jonathan Rea in sella alla sua Kawasaki ZX-10RR: con dieci vittorie in questo campionato 2018, Rea si appresta ad affrontare gli ultimi quattro round da grande favorito con 92 punti che lo separano dagli inseguitori, incapaci di porre un limite concreto allo strapotere del pilota della Kawasaki.

Unica consolazione per i sostenitori del cambio regolamentare è data dalle vittorie conquistate anche da Chaz Davies e Marco Melandri su Ducati e da Alex Lowes e Michael van der Mark su Yamaha R1: questa è la prima volta dal 2015 che tre diversi produttori sono riusciti ad aggiudicarsi una gara nello stesso anno.

Paura di una maggiore disparità tra le squadre

L'idea di introdurre un'unità di controllo elettronica unica, nello spirito di ciò che è già stato fatto in MotoGP, circola da qualche tempo ma il direttore tecnico della disciplina, Scott Smart, pensa che un cambio di elettronica avrebbe un "effetto negativo" sui team di metà classifica.

In un'intervista a Motorsport.com, Smart ha dichiarato: "Alcuni dei team più piccoli dovrebbero imparare a utilizzare un nuovo software, che avrebbe un effetto negativo sui team sul retro del pacchetto. Sappiamo già come funziona l'elettronica, quindi ci sarebbero più disparità ".

"In futuro, ci saranno sempre più moto di serie dotate di componenti elettronici e sono necessarie soluzioni elettroniche molto più complete per controllare queste macchine: finora però non esiste un'elettronica standard che risponda ai diversi bisogni dei diversi costruttori. Quindi, in futuro, ci saranno Superbike che non potrebbero funzionare correttamente con un'elettronica standard come in MotoGP. Attualmente non esiste un'unica ECU (unità elettronica centrale, la centralina n.d.r.) in grado di gestire correttamente le diverse moto. "

Smart non esclude la possibilità per la Superbike di esplorare le specifiche elettroniche in futuro, ma nel frattempo rimane soddisfatto dei risultati dell'attuale bilancio di regolamenti sulle prestazioni, che ritiene funzionino bene.

"Tra due o tre anni, saremo in grado di tornare a pensare a diverse soluzioni", afferma Smart, chiedendo se l'unità di controllo elettronica potrebbe essere utilizzata in futuro. "Al momento, la limitazione della velocità del motore e altre regole funzionano bene e garantiscono pari opportunità."

 

 

 

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